[21/09/2012] News

Camusso a Monti: «Il Governo faccia subito qualcosa per la nostra industria»

Il lavoro č stato al centro di un convegno a Livorno. Ma si č parlato poco di sostenibilitą ambientale

«Se un signore decide di andare a fabbricare auto negli Stati Uniti quello che possiamo e vogliamo fare è chiedere a Monti quali sono le misure che il Governo intende adottare per mantenere in vita in Italia l'industria dell'auto». E' quanto dichiarato dal segretario della Cgil Susanna Camusso (nella foto) nel corso della tavola rotonda che si è tenuta stamani a Livorno sul tema "Difendere il lavoro, creare nuova occupazione". Pur senza mai citare direttamente Sergio Marchionne, Camusso ha preso a preteso il caso "Fiat" per spiegare il punto di vista del sindacato sulla crisi economica italiana.

«Il problema italiano non è la produttività come molti liberisti vanno dicendo, ma casomai l'assenza di risposte da parte di un Governo che in nome del pareggio di bilancio ha abbattuto i consumi e la crescita del Paese. La ricetta è sbagliata, e non lo dice il sindacato, perché  i risultati ottenuti in Grecia con le restrittive misure europee sono sotto gli occhi di tutti. La soluzione non deve essere neanche cercata in un modello di sviluppo che prevede solo ombrelloni sulla spiaggia e quattro alberghi, o negli inutili dibattiti sul costo del lavoro, che non è una priorità nazionale. L'Italia ha un profilo industriale e di quello ci dobbiamo occupare per far ripartire l'economia e creare posti di lavoro. Per ripartire, Monti ci deve dire quali settori ritiene trainanti e che cosa prevede per incentivare la loro ripresa. L'alluminio, la siderurgia e l'auto sono settori chiave e su questi il Governo deve intervenire, non certo nazionalizzando le industrie come qualcuno ha detto, ma piuttosto spiegando quando pensano di elaborare una politica di attrazione degli investimenti. Serve mettere mano ai Sin, elaborare un piano energetico, adottare una politica nazionale sui trasporti e una  sull'industria».

Nel suo accorato appello al Governo, Camusso ha anche detto dove si potrebbero trovare le risorse. «Ci sono i soldi recuperati dall'evasione e quelli che potrebbero essere trovati grazie a una patrimoniale», ha dichiarato il segretario della Cgil. « Più che studiare politiche di rigore, è necessario far ripartire da subito i consumi con una proposta concreta come la detassazione delle tredicesime», ha concluso il segretario della Cgil.

Una ricetta chiara quella del più grande (per numero di iscritti) sindacato italiano. Un progetto utile a dare respiro forse nell'immediato all'economia, che però - almeno nel discorso di oggi - lascia per strada il tema della sostenibilità ambientale. Cambiare il modello di sviluppo verso una maggiore sostenibilità non può essere infatti considerato un optional o una scelta da fare in un secondo tempo. Anche in tempi di crisi, e anche quando si discute del modo in cui si possono creare posti di lavoro, come avvenuto oggi a Livorno. Taranto è solo l'ultimo degli esempi che dimostra come l'industria non può sopravvivere senza l'ambiente. Lo sa bene il sindaco della città-fabbbrica di Piombino, Gianni Anselmi, che ricordando le vicende della chiusura della cokeria nel 2006 per il mancato rispetto dei limiti delle emissioni, ha ribadito l'esigenza di una politica industriale nazionale. «Serve una programmazione che permetta di saldare la sostenibilità ambientale a quella economica e del mercato. Le amministrazioni locali non ce la possono fare da sole e lo Stato deve farsi sentire dando un indirizzo e, ove fosse possibile, sostenendo finanziariamente, anche in modo transitorio, la nostra industria. Per andare sul concreto, abbiamo bisogno della creazione di infrastrutture e di una revisione dei perimetri del Sin che per come sono stati pensati non fanno altro bloccare gli investimenti privati », ha dichiarato Anselmi.

Concorde nel "rivedere" i Sin anche il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi il quale ha dichiarato di voler tenere in considerazione e valutare tutti i possibili progetti per il porto di Livorno. Il chiaro riferimento all'interessamento di una società indonesiana intenzionata a realizzare una centrale a biodisel sulla sponda est della Darsena Toscana, non è stata comunque l'occasione per spiegare meglio l'effettiva coerenza con gli strumenti urbanistici dell'impianto e comprendere la reale  fattibilità del progetto. Infine, il presidente della Regione Enrico Rossi, in riferimento ad alcune posizioni di una parte del mondo ambientalista (definito "ambientalismo di destra"), ha voluto sottolineare che «l'ambiente si salva con il lavoro e con la ricerca». «Ieri siamo usciti dal ministero con un accordo per la riperimetrazione dei Sin, ma è solo un primo passo. Ora chiediamo che sulla centrale Enel di Livorno si trovi un accordo per la riconversione di quell'impianto in una centrale meno inquinante. E serve decidere subito anche  nel campo dell'automotive e della siderurgia. Stare in questo brodo tiepido senza prendere una decisione crea solo danni». Certo, verrebbe una volta di più da dire che forse, almeno la riconversione a metano della centrale Enel poteva essere inserita come conditione sine qua non per l'ok al rigassificatore, ma ormai questa è un'altra storia...o no

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