[20/09/2012] News toscana

Fusti tossici: parte la seconda lettera a Monti

Mentre la Grimaldi si defila dalla ricerche il Comune è intenzionato a ritrovare i 75 bidoni mancanti

Per recuperare i 75 fusti tossici che ancora giacciono sui fondali marini intorno all'isola di Gorgona, il Comune di Livorno chiederà un intervento da parte del ministero dell'Ambiente. La richiesta passerà anche attraverso una lettera che il Presidente della Regione Enrico Rossi scriverà  al Premier Mario Monti. La decisione di comunicare direttamente con il Governo, è scaturita dall'ultimo vertice tenutosi, ieri, in Capitaneria di Porto durante il quale, la Grimaldi, la compagnia responsabile dell'incidente, ha fatto sapere che non ha intenzione di proseguire le ricerche avendo già speso (indirettamente attraverso le assicurazioni) circa 10 milioni di euro. Non solo. L'armatore della nave Venezia dalla quale che il 27 dicembre scorso sono caduti 198 bidoni carichi di sostanze pericolose, ritiene anche che non ci siano rischi potenziali per l'ambiente. In base a quanto riferito dai rappresentanti del Comune, Grimaldi ha infatti reso noto che nel rapporto tra risorse impiegate e effettivo danno ambientale, vi è grande squilibrio.

«Noi continueremo a chiedere che i fusti vengano trovati e recuperati fino a quando qualcuno non ci dirà con certezza che non ci sono pericoli», ha spiegato l'assessore comunale all'Ambiente Mauro Grassi nel corso di una conferenza stampa tenutasi oggi in comune per fare il punto della situazione. Di fatto, nella contrapposizione tra l'esigenza del rispetto del principio di precauzione del rischio (sostenuta dal Comune) da una parte, e motivazioni economico-pragmatiche dall'altra, il contenzioso tra Grimaldi e amministrazione è cosa quasi certa. Un contenzioso che però, secondo Grassi, non bloccherà le operazioni di ricerca. «Chiederemo al ministero dell'Ambiente di avviare le procedure di danno ambientale. Questa procedura prevede, una sanzione per la compagna armatoriale ma anche la prosecuzione delle ricerche», ha dichiarato l'assessore.

Intanto, per lunedì sono attesi i risultati delle analisi sul campione di materiale presente all'interno dei fusti. Analisi dalla quali, secondo il Comune, si potrà stabilire quanto sia concreto il pericolo di un inquinamento persistente nei fondali marini. «I rilievi effettuati fino al mese di luglio sul pescato e sulle acque sono confortanti e nessun inquinamento è stato evidenziato. La situazione al momento è ottimale, le analisi sul pescato ( pesci, crostacei e molluschi) come quelle sui sedimenti e nelle colonne d'acqua, rientrano nella norma, per cui la cittadinanza può stare tranquilla. Restano però da capire quali saranno le conseguenze e gli effetti sul lungo periodo della presenza del contenuto dei bidoni sull'ecosistema marino», ha dichiarato Grassi. Per questa ragione,  è scaturita la decisione di inviare una seconda lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti (la prima fu inviata il 20 giugno scorso).

Obiettivo della missiva è chiedere nuovamente l'attivazione delle ricerche ed il recupero definitivo dei bidoni. «Nella lettera - ha anticipato l'assessore Grassi- che porterà la firma del governatore Enrico Rossi, del sindaco Alessandro Cosimi e del presidente della Provincia Giorgio Kutufà, si chiederà di riprendere immediatamente le ricerche senza attendere tempi di contenzioso,  o direttamente ( rivalendosi poi in danno con la società armatrice Grimaldi) o indirettamente attraverso una diffida all'armatore».

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