[19/09/2012] News

Vicenda Ilva: si procede su tutti i fronti ma è necessario fare chiarezza sui dati sanitari

I dati del progetto Sentieri dell'Istituto superiore della sanità riguardanti anche Taranto, continuano a suscitare polemiche.

I dati del progetto Sentieri dell'Istituto superiore della sanità riguardanti anche Taranto, continuano a  suscitare polemiche. Il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli e il presidente di Peacelink Taranto, Alessandro Marescotti dall'analisi dei dati hanno rilevato un +24 per cento per i tumori del fegato e dei polmoni, un +38 per cento per i linfomi, un +306 per cento, per i mesoteliomi.

«Dai dati relativi al periodo 2003/2008 si rileva un aumento del 10% dei decessi nei Comuni di Taranto e Statte per tutte le cause e del 12% per tutti i tumori» hanno detto i due ambientalisti. Ma il ministro della Salute, Renato Balduzzi ha affermato che «i nuovi dati sulla mortalità nel sito dell'Ilva di Taranto saranno resi noti il 12 ottobre. Stiamo attendendo conferme relative a tre profili. La prima è che su un arco di 12 anni c'è una variazione dell'esposizione per alcune patologie. Inoltre stiamo elaborando i risultati di un monitoraggio biologico per valutare una criticità relativa ai prodotti caseari. Infine, saranno presentati i risultati di uno studio nazionale sull'inquinamento dei mitili. Tutti questi dati - ha concluso il ministro - dovrebbero essere presentati appunto il 12 ottobre». Intanto il presidente dell'Ilva Bruno Ferrante ha depositato alla Procura della Repubblica di Taranto un piano di interventi immediati di risanamento degli impianti dell'area a caldo sotto sequestro, per circa 400 milioni di euro di investimenti e un'istanza nella quale si chiede se l'azienda può continuare a produrre, sempre rimanendo in linea con quanto stabilito dal tribunale del riesame che ha confermato il sequestro senza facoltà d'uso degli impianti. Ma il procuratore capo di Taranto Franco Sebastio nel corso di un'audizione in commissione Ecomafie alla Camera ha ribadito: «Allo stato attuale c'è un provvedimento che esclude qualsiasi uso degli impianti ai fini produttivi e dunque noi dobbiamo eseguirlo. Se ci saranno istanze, richieste da parte dell'azienda sarà il giudice competente a valutare e decidere». Sebastio poi ha aggiunto che le indagini non sono ancora concluse, e che sono ben 150 le denunce arrivate alla Procura.

«Non possiamo escludere che a parte questi reati di pericolo, e cioè l'inquinamento, il prosieguo delle indagini possano evidenziare anche reati di danno. Il presupposto per la bonifica del territorio di Taranto è  che si sia posta fine alla fonte dell'inquinamento. Lo stato non può finanziare il rifacimento degli impianti, se lo facesse, non solo andrebbe contro quanto previsto dalla Corte dei Conti ma commetterebbe anche un'infrazione alla legislazione della Ue». 

E proprio sugli aspetti economici si è soffermato il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini: «Di misure fiscali ad hoc per Taranto sicuramente non ne abbiamo in mente. Invece misure di incentivazione e di investimenti in ricerca e innovazione sì, e queste possono essere riferite anche agli investimenti che Ilva vorrà ancora fare». Per quanto riguarda i prossimi passi da parte del ministero Clini ha informato che «stiamo concludendo la procedura per l'autorizzazione integrata ambientale dello stabilimento. A fine mese avremo il documento che sottoporrò alle altre amministrazioni competenti: questo è il primo passo, che stabilisce il quadro degli impegni che Ilva deve assumersi per rispettare le leggi. A integrazione di questo, è  possibile avere un documento più ampio nel quale Ilva identifica azioni aggiuntive rispetto a quelle obbligatorie, che possono migliore le performance ambientali e la qualità della produzione nell'ambito dei programmi europei per la riqualificazione del sistema produttivo della siderurgia». Per ciò che attiene la mitigazione dell'inquinamento nel suo piano l'Ilva prevede di coprire i depositi di minerali, con l'aiuto della società Paul Wurth, leader mondiale nella progettazione di impianti siderurgici. Gli interventi previsti nei parchi minerali, specifica l'azienda, dovrebbero ridurre le polveri del 70-90 e per Clini all'Ilva è stimabile che servano almeno 3-4 anni per completare tutti gli interventi.  «Sono interventi imponenti- a concluso il ministro- che devono cambiare non solo la pelle ma l'attuale cuore dell'impianto industriale di Taranto». In questo lasso di tempo l'auspicio è che la vicenda Ilva possa servire da modello per riabilitare l'industria italiana e che il paese si doti di una nuova politica industriale saldamente "incernierata" ai parametri di sostenibilità.

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