[19/09/2012] News toscana

I fusti tossici di Gorgona dopo il flop delle ricerche della Marina Militare

Oggi un vertice in capitaneria di Porto. Gli enti pubblici locali chiedono un aggiornamento sullo stato di avanzamento delle ricerche

Mentre a Livorno una troupe di TV7 del Tg1 era a Livorno per girare uno speciale sulla vicenda dei fusti affondati nel mare in tempesta al largo di Gorgona  il 17 dicembre del 2011, è arrivata la notizia che i 30 "bersagli" individuati ad agosto dalla nave "Magnaghi" della Marina Militare in realtà non sono fusti contenenti nichel e molibdeno, ma altri  rifiuti scaricati in un'area che sembra sempre più, come aveva denunciato fin dall'inizio Legambiente, utilizzata come una vera e propria discarica sottomarina.  

E' quindi un mistero sempre più fitto dove siano finiti i fusti mancanti "persi" dall'eurocargo Venezia della Grimaldi lines al largo di Gorgona ed a questo punto andrà probabilmente rivista la dinamica dell'incidente ,  a cominciare dal perché quella nave si trovasse a navigare nel Tirreno durante una delle più grandi tempeste (abbondantemente annunciata), degli ultimi 50 anni, il perché fosse evidentemente coì in difficoltà da dover evitare con una brusca manovra la collisione con un'altra nave e soprattutto come ed in quali tempi siano finiti in mare i due bilici contenenti i bidoni tossici e come il carico si si sia disseminato.

In molti temono che parte dei fusti mancanti possano essere stati "pescati" da qualche peschereccio a strascico e riscaricati in un'altra zona.

I falsi bersagli complicano tutto, ma bisognerebbe farla finita di minimizzare lo sversamento in mare di sostanze nocive e pericolose e cominciare a chiamarle con il loro nome e così come stabilito dalle etichette di pericolo che erano affisse sul carico, riconoscendo il loro possibile forte impatto nel tempo  sui fondali del Santuario internazionale dei mammiferi marini "Pelagos", altrimenti si rischia di dare alibi "lessicali" alla compagnia di navigazione che, giustamente, la capitaneria di Porto di Livorno richiama alle sue pesantissime responsabilità e a non considerare conclusa l'operazione.

Il "miracolo" tecnico di aver ritrovato  e recuperato  144 tra bidoni pieni, vuoti e sacchi contenenti le sostanze tossiche, non può far dimenticare che mancano ancora all'appello 86 bidoni, ma il flop delle ricerche della Marina Militare forse mettono in evidenza che, purtroppo, dall'attuale fase di ricerca "mirata", in un'area che si sta dimostrando molto problematica e che evidentemente viene utilizzata come pattumiera sottomarina, si dovrà probabilmente passare ad un controllo di lunga durata su un'area molto più vasta, con una ricognizione che veda la collaborazione di tutte le forze fino ad ora impegnate e dei pescatori.

Resta il problema della Grimaldi che potrebbe sostenere che è impossibile individuare i fusti e che quindi vanno sospesi anche i controlli di lunga durata, ma resta anche il problema più grosso: come applicare il principio del chi inquina paga? E come riuscire a fare in modo che il mare non venga usato come pattumiera dei traffici marittimi legali ed illegali?

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