[14/09/2012] News toscana

Le pernici rosse reintrodotte vicino il Parco delle Apuane? Il Wwf chiede chiarimenti

Il Wwf Toscana ha scritto alla Regione Toscana chiedendo spiegazioni sul progetto, che ha finanziato con 40.000 euro, degli Ambiti territoriali di caccia (Atc) 11 e 12 di Lucca, per la reintroduzione della pernice rossa (Alectoris rufa) nell'area contigua del Parco regionale delle Alpi Apuane.

Il Panda Toscano sottolinea che «le problematiche di inquinamento genetico ormai note per la specie e considerato che, in ultima analisi, più che di un'operazione di conservazione pare trattarsi di un ennesimo tentativo di aumentare le prede a disposizione dei cacciatori».

Il Wwf ricorda che «l'esistenza di problemi di compatibilità genetica è stata confermata anche dal parere tecnico richiesto dal Wwf al dott. Filippo Barbanera del Dipartimento di biologia dell'università di Pisa, il quale ha studiato la struttura genetica della pernice rossa in popolazioni selvatiche e di allevamento in Europa, contribuendo con numerose pubblicazioni (si veda, ad esempio, quelle apparse sulle principali riviste scientifiche: Biological Conservation, 2005, 2010; Journal of Zoology, 2011) ad accertare come in Toscana (e nell'Italia intera) non esistono allevamenti in grado di produrre esemplari geneticamente puri utilizzabili per reintroduzioni, compreso l'allevamento di Scarlino dal quale provengono le pernici utilizzate del progetto in questione».

Nella lettera si legge che «dalle evidenze scientifiche si deduce quindi che la Regione ha autorizzato e finanziato un progetto di immissione, con il quale, a giorni, saranno introdotti nel territorio, per di più in un'area contigua ad un Parco Regionale dove è presente anche un SIR/SIC, circa 200 esemplari di pernice rossa ibridate con la coturnice orientale (o "ciukar", specie asiatica) ed anche con una sottospecie spagnola di pernice rossa (A. rufa intercedens, alloctona per l'Italia), potenzialmente in grado di danneggiare ulteriormente il patrimonio genetico delle poche pernici rosse ancora non irrimediabilmente compromesse da queste pratiche, nonché certamente di aumentare il caos genetico presente nella specie.

Ricordiamo a tale proposito che l'art. 12 del D.P.R. 357/1997 e s.m.i. stabilisce al comma 3 che "Sono vietate la reintroduzione, l'introduzione e il ripopolamento in natura di specie e popolazioni non autoctone" e che l'art. 5 comma 6 della L.R. 56/2000 che vieta "il rilascio in natura di specie estranee alla fauna locale". Quello della pernice rossa è solo uno dei tanti casi in cui le operazioni di immissione di soggetti prodotti in cattività a scopi venatori hanno danneggiato (e stanno ancora danneggiando) tramite ibridazioni  le specie selvatiche autoctone (es. quaglia giapponese, colino della Virginia, sottospecie e popolazioni non autoctone di varie specie ecc.). Tale problema non è minimamente affrontato a livello normativo; al contrario, utilizzando soldi pubblici, sono finanziati interventi potenzialmente dannosi».

Per questo gli ambientalisti chiedono «la sospensione delle operazioni di immissione di pernice rossa sulle Apuane e nel resto del territorio regionale; chiede inoltre una migliore valutazione e controllo di tutti i progetti che riguardano le operazioni di immissione/reintroduzione, a tutela delle specie autoctone per le quali sono ormai noti i problemi derivanti dall'ibridazione».

Il Wwf  inoltre sottolinea la necessità di «un miglior utilizzo dei finanziamenti pubblici per la tutela della fauna, evitando di destinarli a scopi venatori che nulla hanno a che vedere con la conservazione ma che anzi sono potenzialmente dannosi come nel caso del progetto delle Alpi Apuane, indirizzandoli piuttosto verso operazioni veramente necessarie e urgenti. Per fare un esempio attinente, sarebbe stato certamente meglio destinare il finanziamento in oggetto alla tutela delle poche popolazioni di pernice rossa presenti in Toscana che, sebbene geneticamente inquinate, sono depositarie di parte del patrimonio genetico nativo del nostro territorio e sono quelle con la storia naturale radicata da più tempo in Toscana. Certamente prima tra tutte queste è la popolazione di pernice rossa dell'Elba, che oggi è invece assediata dai bracconieri (le ultime notizie di atti di bracconaggio, senza andare lontano, risalgono all'anno scorso, come pubblicato da Greenreport) e dal sovrappopolamento di cinghiali».

Torna all'archivio