[11/09/2012] News

Il Giappone nazionalizza le isole Sensaku/Diaoyu e la Cina manda le cannoniere

Oggi il network radiotelevisivo giapponese Nhk ha dato notizia che «il governo giapponese ha messo 3 isolotti della catena delle Isole Senkaku sotto proprietà statale. Il governo dice che la nazionalizzazione delle isole ha lo scopo di mantenerle e gestirle a lungo termine in modo pacifico e stabile. Dice anche in questo modo si garantisce la sicurezza della navigazione nelle acque limitrofe». 

Oggi il governo giapponese si è riunito ed ha deciso di spendere 2 miliardi di yen (circa 26 milioni di dollari,  presi dal fondo di riserva del bilancio di quest'anno) per acquistare le 3 isole, poi ha immediatamente firmato il contratto di vendita con i proprietari delle isole: la famiglia Kurihara.

Parlando con i giornalisti, il capo di gabinetto giapponese Osamu Fujimura ha detto che «il trasferimento della proprietà delle isole da un individuo al governo dello Stato non dovrebbe porre nessun problema a qualunque altro Paese o territorio», cioè alla Repubblica popolare cinese o a Taiwan, che rivendicano la sovranità sulle isole che chiamano Diaoyu. Le Senkaku/ Diaoyu sono 5 isole disabitate nel Mar Cinese Orientale e secondo i giapponesi ricadono sotto la giurisdizione amministrativa della città di Ishigaki, nella Prefettura di Okinawa. Fujimura ha aggiunto che «il Giappone non vuole danneggiare i suoi rapporti più ampi con la Cina» e ha sottolineato che «il governo spiegherà attentamente la sua posizione alla Cina per evitare ogni malinteso futuro od emergenze che coinvolgano le isole Senkaku».

I cinesi non l'hanno presa per niente bene ed hanno subito inviato due navi della Sorveglianza marittima della Cina (Smc) che dovrebbero aver già raggiunto l'Arcipelago delle  Diaoyu «per riaffermare la sovranità del Paese». L'agenzia ufficiale cinese Xinhua, che ha definito la logica di Tokyo «ridicola», oggi avverte che «la Smc hsa già elaborato un piano di azione per salvaguardare la sovranità del Paese e prenderà delle misure in funzione della situazione».

Il governo comunista di Pechino naturalmente contesta ogni possibile precedente diritto di proprietà privata giapponese sulle 3 isole nazionalizzate da Tokyo e che invece sarebbero ritornate sotto sovranità cinese dopo la seconda guerra mondiale. La Cina dice che questo minuscolo arcipelago fa parte del suo territorio fin dall'antichità e che «le azioni unilaterali prese dal Giappone contro i cittadini cinesi sono illegali e prive di valore». Pechino si riferisce all'arresto ed all'espulsione dalle Senkaku dei nazionalisti cinesi di Hong Kong che qualche giorno fa erano sbarcati sulle isole e dei frequenti sequestri di pescherecci da parte della Guardia costiera giapponese. Ma il vero nodo del contendere è il petrolio ed il gas che nasconde il fondale conteso, oltre alle risorse ittiche.

Che si tratti da entrambe le parti di una pericolosa prova di forza per solleticare i rispettivi nazionalismi, rafforzando così il traballante governo di centro-sinistra giapponese e il Partito comunista cinese che si prepara ad un Congresso epocale, lo si capisce anche dal nulla di fatto dell'incontro del 9 settembre, a margine del Forum di cooperazione economica Asia-Pacifico a  Vladivostok, in Russia, tra il presidente cinese Hu Jintao e il premier giapponese Yoshihiko Noda, durante il quale i cinesi hanno chiaramente posto la questione delle Diaoyu come il problema più serio per le relazioni tra le due potenze economiche asiatiche.

Hu aveva avvertito Noda che «ogni mezzo che la parte giapponese impiegherà per acquistare le isole sarebbe illegale e privo di validità e la Cina si oppone fermamente a tale decisione. Il governo cinese resta fermo quanto alla questione della salvaguardia della sovranità territoriale. Il Giappone deve pienamente riconoscere la gravità della situazione e non prendere cattive decisioni». Detto fatto: Noda si è comprato le Senkaku.

Ieri il premier cinese Wen Jiabao aveva lanciato un altro avvertimento a Tokyo: «Le isole Diaoyu fanno parte integrante del territorio cinese e il governo e il popolo cinesi non faranno assolutamente alcuna concessione sulle questioni riguardanti la sovranità e l'integrità territoriale della Cina. Il governo ed il popolo cinese tengono più di qualsiasi cosa alla sovranità nazionale ed alla dignità duramente conquistata dal loro Paese. La Cina ha sempre mantenuto una posizione ferma ed inflessibile anche nelle situazioni più difficili.

I cinesi accusano il governo giapponese di essere dietro l'occupazione simbolica dell'arcipelago da parte di attivisti della destra giapponese che vorrebbe solo attizzare lo scontro e Xinhua ammonisce: «E' altamente raccomandabile che il Giappone stoppi immediatamente ogni azione che possa violare l'integrità territoriale della Cina e riprenda il buon cammino per risolvere il conflitto attraverso i negoziati». 

 

Torna all'archivio