[07/09/2012] News toscana

Concordia, Osservatorio e Associazioni ambientaliste chiedono che si decida

Legambiente: «Passo avanti. Fondate le nostre preoccupazioni. Chiarire gli episodi di torbiditą e recuperare il container Micoperi»

Si è svolto ieri a Firenze l'incontro tra le Associazioni Ambientaliste (Legambiente, Greenpeace e Marevivo) e l'Osservatorio per la rimozione della Costa Concordia. L'appuntamento convocato dalla presidente dell'Osservatorio, Maria Sargentini, era stato chiesto dagli ambientalisti che chiedevano un maggior coinvolgimento e più puntuali informazioni riguardo al più grande disastro navale civile che, oltre ad aver comportato un pesantissimo bilancio di vittime, ha determinato un gravissimo rischio ambientale danneggiando un pezzo di territorio del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano e uno dei fondali più belli del nostro Paese.

Nel corso dell''incontro di ieri, al quale hanno partecipato per conto di Legambiente il responsabile mare dell'associazione, Sebastiano Venneri, e il presidente regionale, Fausto Ferruzza, si è avuta conferma del danno irrimediabile alla prateria di Posidonia oceanica che si trova sotto il relitto, oscurata dallo scafo e ormai irrimediabilmente persa. Si è appreso anche del trapianto di un cospicuo numero di Pinne nobilis (il più grande bivalve del Mediterraneo) che vivevano nell'area interessata dalle palificazioni e che si cerca in questo modo di preservare con una tecnica, quella del trapianto, che sembra garantire discrete probabilità di successo.

Legambiente e le altre associazioni ambientaliste negli ultimi mesi hanno continuato a chiedere di essere coinvolte nell'osservatorio per poter seguire da vicino i delicatissimi lavori in corso e poter rendersi conto dei rischi ambientali che presentano. Dalla riunione di Firenze, alla quale hanno partecipato praticamente tutti gli enti coinvolti nell'Osservatorio e un rappresentante di Costa Crociere, è venuta dalla presidente Sargentini, che ringraziamo, l'assicurazione che le Associazioni Ambientaliste verranno sentite regolarmente ed invitate agli incontri periodici che l'Osservatorio terrà all'Isola del Giglio.

Secondo Legambiente rimangono alcuni problemi che vanno affrontati subito. In particolare occorre al più presto chiarire a cosa sia dovuto il fenomeno della ricorrente torbidità, impalpabile e di breve durata, che emerge in superficie in un'area del relitto della Costa Concordia. Tenendo conto, come ha confermato la Presidente Sargentini, che «le osservazioni giornaliere sullo stato dei fondali danno risultati buoni sia nella fascia interessata dalla presenza di Posidonia che nella fascia del coralligeno, eccezione fatta ovviamente per la parte immediatamente sottostante il relitto ove, come evidente sono venute meno le condizioni di luce sufficienti alla sopravvivenza della Posidonia».

Occorrono inoltre, secondo l'associazione, tempi certi per individuare il container contenente rottami della Costa Concordia finito in mare durante le operazioni di trasporto in continente eseguite dalla Micoperi e per il quale non è ancora stato individuato neppure il luogo d'affondamento.

La riunione di Firenze ha confermato la fondatezza di tutte le preoccupazioni espresse da Legambiente e dalle altre Associazioni ambientaliste rispetto all'impatto già avuto dal naufragio sull'ambiente marino e sulla necessità di seguire costantemente e con un monitoraggio condiviso e partecipato la delicata operazione di raddrizzamento e rimozione della Costa Concordia dall'Isola del Giglio, un progetto senza precedenti e che ha ancora diverse incognite, visto che nessuno è in grado di dire quale sia la reale situazione della parte di scafo che è adagiata direttamente sul fondale.

«Anche per questo - dice Fausto Ferruzza, Presidente di Legambiente Toscana - ribadiamo con forza che la Costa Concordia deve essere trasportata per lo smantellamento a Livorno, non solo per un giusto "risarcimento" alla Toscana che non può certo esaurirsi nell'aver individuato Piombino come porto operativo, ma anche per evitare altri possibili rischi. Le altre ipotesi fino ad ora avanzate, Palermo, Civitavecchia e ora Genova (la città di Costa Crociere) appaiono non solo politicamente sbagliate, ma anche tecnicamente più rischiose. E' abbastanza incredibile che non si sia determinato ancora quale sarà il porto finale di smaltimento del relitto e che questa sembri ancora considerata una scelta da affidare alla compagnia che è responsabile di un disastro che  ha provocato lutti  e danni all'ambiente ed all'immagine del nostro Paese, a cominciare dalla Toscana. Per questo chiediamo alla Regione, al Comune e alla Provincia di Livorno di far nuovamente sentire le ragioni di un territorio ferito e di far comprendere a Costa Crociere, alla Carnival e al governo italiano che il principio "chi inquina paga" vale anche per chi danneggia l'ambiente e che il risarcimento del danno deve andare al territorio colpito, anche se questo fosse meno conveniente per chi ha causato il danno».

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