[29/08/2012] News

Un rapporto russo ammette la presenza di enormi cimiteri radioattivi nei mari artici

Ora, per poter trivellare il petrolio, i russi chiedono aiuto per bonificare i fondali dalle scorie nucleari

La Russia ha trasmesso alle autorità norvegesi una serie di documenti nei quali finalmente ammette di aver scaricato per decenni enormi quantità di reattori nucleari dismessi e scorie radioattive nel Mare di Kara nel Mar Glaciale Artico, a nord della Siberia.

L'associazione ambientalista norvegese-russa Bellona nel 2011 era entrata in possesso di un'analoga bozza di  relazione,  preparata dalla Gossoviet della Russia, il Consiglio di Stato, presentata in una riunione dell'agenzia per la sicurezza ambientale presieduta dal l'allora presidente Dmitri Medvedev,

A febbraio il monopolista statale del nucleare russo, Rosatom, ha confermato quei dati e cifre durante un seminario organizzato insieme a Bellona a Mosca.

Bellona «è allarmata per l'estensione delle scorie scaricate dai sovietici, che sono di gran lunga maggiori di quanto precedentemente noto», ma ora sembrano preoccupate anche le stesse autorità russe.

Secondo i documenti visti dagli ambientalisti, il catalogo delle scorie nucleari scaricate in mare ai tempi dell'Urss, pubblicato anche dal quotidiano norvegese Aftenposten, comprende circa 17.000 contenitori di rifiuti radioattivi, 19 navi contenenti rifiuti radioattivi, 14 reattori nucleari, di cui 5 che contengono ancora combustibile nucleare esaurito; 735 altri pezzi di macchinari pesanti radioattivamente contaminanti e il sottomarino nucleare K-27 (nella foto), con i suoi due reattori carichi di combustibile nucleare.

Frederic Hauge, presidente di Bellona, spiega che la sua associazione «Ha lavorato su questo problema dal 1992 quando abbiamo rivelato la presenza di rifiuti nucleari pericolosi sul fondo del Mare di Kara. Tuttavia non può essere fatta una contabilità precisa da parte russa, considerando l'ignoranza della Russia sulla  portata dei rifiuti radioattivi scaricati».

Hauge ha chiesto al ministro degli Esteri norvegese, Jonas Gahr Støre, di presentare al più presto la questione al suo collega russo «Nei colloqui del governo norvegese con quello russo si parla molto di petrolio e gas. Ma questo rapporto dimostra che i reattori nucleari smantellati e le scorie radioattive devono stare molto più in alto nell'ordine del giorno quando i due Paesi si incontrano a livello ufficiale».

La Strand of the Norwegian Radiation Protection Authority ha detto all'Aftenposten che le autorità russe avrebbero fornito notizie sui cimiteri radioattivi nell'Artico col contagocce e che «Nessuno può garantire che questa outline che abbiamo ricevuta sia completo. La Russia ha istituito una commissione speciale per intraprendere il compito di mappare i rifiuti»,

Questa settimana un gruppo norvegese-russo di esperti inizierà una spedizione nelle aree del Mare di Kara, che il rapporto pubblicato dalla Russia indica come discarica radioattiva utilizzata fino ai primi anni 1990. E Aftenposten sottolinea che «La spedizione rappresenterà la prima volta che la Norvegia partecipa dal 1994 ad operazioni in profondità nella acque russe per cercare rifiuti radioattivi». Infatti, altre spedizioni congiunte Russia-Norvegia per mappare le discariche radioattive sono state effettuate nel 1992, 1993, e 1994 ad oriente dell'arcipelago della Novaja Zemlja, con lo scopo di stabilire i pericoli posti dai rifiuti radioattivi scaricati. La Novaja Zemlja è stato un sito dove l'Urss ha collaudato le sue armi nucleari durante la Guerra Fredda. La Russia ha condotto altre spedizioni per mappare i sui cimiteri radioattivi sottomarini e l'inquinamento  radioattivo dal 1994, ma senza l'aiuto norvegese.

Il russo Igor Kurdrik, un esperto di rifiuti nucleari navali di Bellona evidenzia un aspetto nuovo di questa collaborazione: «Sappiamo che i russi hanno un interesse per l'esplorazione petrolifera in questa area. Quindi vogliono sapere sono i rifiuti radioattivi è in modo da poter ripulire prima che inizino le operazioni di estrazione del petrolio».

Secondo Kudrik una delle parti più importanti delle informazioni mancanti nel rapporto diffuso dalla Strand of the Norwegian Radiation Protection Authority è la presenza del sottomarino nucleare K27 che e stato affondato nel 1981 nel Mar di Karsa a 50 km dalla baia di Stepovogo, con i suoi due reattori pieni di combustibile nucleare esaurito. Nel seminario di Bellona-Rosatom venne fuori che i reattori del K-27 potrebbero fare ancora molti danni ed anche esplodere. Kudrik ha detto: «Questo pericolo era precedentemente sconosciuto ed è un'informazione molto importante. Quindi ricercare e mappare questi reattori deve costituire la priorità assoluta». I ricercatori ora devono valutare se sia possibile recuperare il  sommergibile e tentare di determinare se ci siano perdite radioattive in mare.

Il ministro dell'ambiente norvegese, Bård Vegar Solhjell, su Aftenposten cerca di minimizzare i pericoli legati all'enorme scarico di scorie nucleari effettuate in epoca sovietica: «Sono preoccupato che la gente non sia inutilmente disturbata da questo: non sappiamo ancora se qualcosa sia stato davvero sbagliato Non sono a conoscenza di qualsiasi rischio di esplosione a bordo de K-27 affondato».

Bellona pensa che l'invio del rapporto russo alla Norvegia nasconda in realtà una richiesta di aiuto perché il governo di Mosca non sarebbe in grado di affrontare il colossale problema dei cimiteri nucleari spiegato bene nel rapporto "The Russian Northern Fleet: Sources of Radioactive contamination" che offre una panoramica completa delle potenziali fonti di emissioni di radioattività che potrebbero danneggiare la salute pubblica e l'ambiente. L'Associazione spiega che «Il problema delle scorie nucleari e dei sottomarini nucleari dismessi è un prodotto della corsa agli armamenti e della guerra fredda. La Russia continua a costruire nuovi sottomarini nucleari, ma sono poche le disposizioni in atto per smaltire correttamente i vecchi sottomarini nucleari e per realizzare impianti di stoccaggi sufficienti per il combustibile nucleare esaurito ed altre scorie radioattive». 

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