[17/08/2012] News

Sorpresa in Australia: la Coalizione conservatrice sostiene il proseguimento del protocollo di Kyoto

La Coalition, l'opposizione conservatrice australiana  guidata dal Liberal party e alla quale partecipano Liberal national party of Queensland, National party of Australia e Country liberal party, ha detto di sostenere il  coinvolgimento dell'Australia nella seconda fase del Protocollo di Kyoto, scavalcando così il governo Gillard, formato da Labour party, Greens Australia ed indipendenti che sull'estensione del Protocollo non ha ancora preso una posizione ufficiale.

La cosa ha del clamoroso perché il lungo governo conservatore di John Howard si era strenuamente opposto al Protocollo di Kyoto, affiancando sempre gli Usa di George W. Bush. Ora il portavoce della Coalition, Greg Hunt (nella foto) dice che i liberaldemocratici e i loro alleati della destra danno «In linea di principio» l'ok all'adesione dell'Australia alla seconda fase di Kyoto, dopo che a dicembre scadrà il primo periodo di attuazione.

Probabilmente i conservatori hanno mutato posizione dopo aver visto i risultati di un nuovo sondaggio che ha mostrato un forte sostegno degli elettori australiani ad un'attiva partecipazione ai negoziati internazionali sul clima. I liberaldemocratici continuano a considerare il Protocollo di Kyoto poco efficace perché  non fissa obiettivi obbligatori per le economie emergenti come Cina, India e Brasile, ma ora ritengono vitale un suo proseguimento in attesa di un più ampio accordo sul clima che coinvolga tutti i principali emettitori che è stato rimandato a dopo il 2015.

Hunt ha sottolineato: «Il nostro obiettivo è chiaro e l'intenzione è quella di partecipare ad un ulteriore periodo impegno ma, ovviamente, dovremo vedere le condizioni definitive. Quello di cui il mondo ha davvero bisogno è di portare a bordo la Cina, l'India e Indonesia, di portare la Russia e il Brasile a bordo. Penso che, se c'è un Kyoto 2, sarà più facile trovare un accordo nel 2016 che inizi nel 2020».

Le associazioni ambientaliste australiane hanno accolto le dichiarazioni del portavoce della Coalition come una rassicurazione che i conservatori si atterranno agli obblighi internazionali dell'Australia sul taglio delle emissioni di gas serra. 

Quel che appare evidente è che Hunt ha annunciato il cambio di linea del centrodestra dopo che da un sondaggio commissionato dal Wwf Australia è venuto fuori che il 58% degli elettori dice che l'Australia dovrebbe aderire a Kyoto 2, solo il 21% si è detto contrario e il 22% non ha un'opinione. Anche la maggioranza elativa degli elettori della Coalition, il 42% è favorevole a Kyoto 2, mentre il 34% si oppone

I conservatori si trovano dunque in difficoltà all'interno del loro stesso elettorato e devono fare una difficile operazione di equilibrismo politico per giustificare l'adesione a Kyoto 2 e l'opposizione alla politica del centro-sinistra che prevede entro il 2020 una riduzione delle emissioni tra il 5 e il 20% rispetto ai livelli del 2000. Kyoto 2 creerebbe un obiettivo giuridicamente vincolante, ma se l'Australia aderisse molto probabilmente si impegnerebbe solo per l'obiettivo più basso: il 5%, cosa della quale i Greens Australia non vogliono nemmeno sentir parlare.

I prossimi climate change talks Unfccc inizieranno a Bangkok il 30 agosto e Goldrick ha sottolineato che «il meeting di Bangkok è un'opportunità per il governo australiano per dimostrare al mondo che l'Australia è fermamente impegnata  per alcune regole base globali per rispondere al cambiamento climatico e che non uscirà da Kyoto mentre il lavoro è a metà. Per quanto riguarda l'opposizione, sostenendo Kyoto2 invierà un chiaro messaggio agli elettori australiani che resta impegnata ad affrontare i cambiamenti climatici e pronta a partecipare a questo impegno all'interno del diritto internazionale».

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