[07/08/2012] News

Guinea: eccidio "minerario" a Zogota, 5 morti nelle proteste contro la multinazionale Vale

Il governo apre un'inchiesta ma difende la compagnia mineraria brasiliana

Gli scontri tra abitanti e forze di sicurezza avvenuti a Zogota, un villaggio della prefettura di Lola, in Guinea, hanno fatto almeno 5 morti, tre feriti gravi e almeno una ventina di persone sono state arrestate. Fonti di Avocats sans frontière (Asf)-Guinée hanno detto ad Aminata.com: «Secondo le nostre informazioni, i gendarmi hanno usato proiettili veri per reprimere la rivolta» e gli attivisti dei diritti umani denunciano «La brutalità selvaggia e sproporzionata dei services de sécurité».

Aminata.com riferisce che dal 5 agosto nel villaggio regna una calma precaria e alcuni abitanti più coraggiosi hanno detto al giornale guineano che «I gendarmi che sono intervenuti si sono comportati male, hanno saccheggiato tutto quel che trovavano». Le autorità locali difendono i poliziotti e dicono che 9 di loro sono rimasti feriti negli scontri.

Ma i disordini hanno cominciato ad estendersi alla città di N'Zérékoré dove i giovani minacciano di scendere in piazza contro la repressione ed i rappresentanti del governo non sembrano in grado di calmare gli animi esacerbati dalla strage. Tutto nasce dalle proteste degli abitanti di Zagota che il primo agosto hanno manifestato davanti agli impianti della multinazionale mineraria brasiliana Vale, per chiedere che l'impresa mantenesse la promessa di assumere personale locale, di salvaguardare l'ambiente e di versare tasse per realizzare delle infrastrutture di base per la loro comunità.

Le violenze si sono scatenate nella notte tra il 3 e il 4 agosto, quando le forze dell'ordine guineane sono entrate nel villaggio di Zogota, a 40 km da N'zérékoré, la principale città della Guinée forestière. I poliziotti hanno cominciato a sparare ad altezza d'uomo perché il primo agosto un gruppo di manifestanti aveva avevano vandalizzato gli impianti della Vale provocando pesanti danni.

La gente è molto arrabbiata perché proprio il 3 agosto era arrivata a Zagota una delegazione governativa capeggiata dal ministro degli esteri Niankoye Lama, per rendersi conto della situazione.
Ora la popolazione ed i partiti di opposizione chiedono di sapere perché un contingente delle forze dell'ordine è arrivato in piena notte nel villaggio procedendo ad arresti indiscriminati e scontrandosi con la gente che cercava di difendersi e che invece ha innescato una violenza poliziesca finita con 5 morti, tra i quali i capovillaggio Niankoye Kolié e suo fratello Holomo Yile, considerato il leader della rivolta contro la Vale, mentre numerose persone sono scappate nella foresta. I feriti sarebbero molti di più di quanto dicano le cifre ufficiali e al campo militare di N'zérékoré ci sono decine di arrestati che, secondo Asf, «Vengono detenuti in condizioni inumane».

La situazione è così tesa che il 6 agosto è intervenuto il portavoce del governo di Conakri, Kiridi Bangoura, per annunciare l'apertura di un'inchiesta: «Il presidente della Repubblica, il professore Alpha Condé, ha deplorato profondamente gli sfortunati avvenimenti che si sono sviluppati a Zogota, nella sub-prefettura di Nzérékoré, ed il signor presidente si inchina davanti alla memoria dei cittadini che hanno perso la vita e presenta le sue condoglianze alle famiglie».

Il governo ha inviato un'altra delegazione ed assicura che «Una concertazione con le autorità locali ed il notabilato ha circoscritto gli avvenimenti e ricondotto alla quiete. Kolié ha sicurato che «E' già stata aperta un'inchiesta giudiziaria e gli autori, gli istigatori ed ogni persona implicata, compreso il livello delle autorità amministrative, subiranno il rigore della legge». Purtroppo in molti sospettano che la brutalità della polizia sia stata richiesta da ambienti governativi sollecitati dai brasiliani della Vale.

Il portavoce del governo ha detto che «Il presidente della Repubblica ed il governo non accetteranno che chiunque, in maniera deliberata, attenti alla vita dei cittadini ed all'integrità dei loro strumenti di lavoro. Reiterano la loro volontà di garantire la sicurezza delle persone e dei loro beni così come degli investimenti stranieri che concorrono allo sviluppo economico del nostro Paese ed al benessere della popolazione».

Un benessere del quale non sembra esserci traccia nei morti ammazzati nelle disperate proteste di Zagota, ma il governo ha inviato una delegazione all'ambasciata del Brasile a Conakry per «Riaffermare la qualità e l'intensità delle relazioni tra i due Paesi».

Dall'opposizione l'Union Guinéenne pour la démocratie et le développement (Ugdd) condanna gli assassinii di Zogota e denuncia la militarizzazione ed il blocco stradale della località e invita «Le istituzioni internazionali e le organizzazioni dei diritti dell'uomo ad esercitare pressioni sul governo e a vigilare perché questo non succeda più». Secondo l'Ugdd il massacro notturno che è avvenuto con tattiche di guerra «Degne della prma gerra mondiale, violenta la Costituzione, l'atto fondatore della Cedeao e la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e mostra il vero volto dell'attuale potere di Conakry».

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