[06/08/2012] News

Ma il tempo, chi ce lo rende?

Anche il Sole24Ore "scopre" uno dei mali che a nostro avviso sta impedendo non solo di avere ragione della crisi, ma che ha anche creato uno dei più grandi buchi neri di democrazia a memoria d'uomo. Scrive, infatti, Guido Plutino che «Ancora una volta nella risoluzione dell'eurocrisi la risorsa più scarsa è il tempo. Negli ultimi giorni un primo traguardo importante è stato raggiunto con la creazione di una consapevolezza condivisa di questa urgenza tra i policy makers Ue. Restano però da convincere i mercati, che hanno al polso un orologio diverso da quello delle cancellerie di Stato». Eccoci al nostro dunque. Tempi dei mercati (e dei governi che sembrano avere le lancette su un altro fuso orario rispetto a quello dei loro popoli) e tempi della democrazia. Disallineati per scelta democratica, grazie ai governi adepti dell'ideologia turbo-liberista. La violenza del click che decide le sorti di Stati interi che si arrovellano per far tornare improbabili conti, contro la "perentorietà" tutta mediatica delle istituzioni che se va bene infinocchiano le borse qualche giorno per poi soccombere di nuovo quando i ‘mercati' tirano una riga e vedono che a fronte delle chiacchiere nulla o quasi viene fatto.

Come dice sempre il Sole «Pur essendo attesi, i risultati interlocutori dell'ultima seduta della Federal Reserve hanno contribuito poco al ristabilimento della fiducia. Nè ovviamente lo ha fatto il meno atteso esito dell'ultimo direttivo Bce (sono state indicate semplici guideline, come sono state definite dagli operatori, piuttosto che l'impiego di un Big bazooka sotto forma di acquisto di titoli). Il malcontento trova poi altre motivazioni nella debolezza dei dati macroeconomici e nelle persistenti sfumature di toni tra falchi e colombe». Mentre attendiamo il Big bazooka, i mercati ogni giorno mitragliano i resti dell'Europa, ma non solo. Al mondo praticamente nessuno è immune da questa deriva democratica, ma la tragedia non è questa, bensì che non si cerchi di metter mano soprattutto a questo per poi ripianare ove possibile tutto il resto. La volatilità sulle borse europee significano economie che si avvitano su se stesse e precarizzano sempre di più i lavoratori quando non li privano del tutto dell'occupazione; la volatilità sulle materie prime significa affamare interi popoli e distruggere l'ambiente.

La finanza speculativa non sarà il "male del mondo", tuttavia regola senza regole la vita di milioni di persone e questo non è accettabile. L'avversione alla Tobin Tax, che è una tassa nemmeno paragonabile in proporzione a quelle che dobbiamo pagare noi, spiega più di tante parole. Ma sia chiaro che nemmeno quella risolverebbe alcunché. Bisogna piegare l'economia finanziaria a favore delle persone, che non significa farle vivere sopra le loro possibilità, ma men che meno al di sotto. Ai governi spetta trovare le soluzioni e in "tempi" rapidi.

E tempi rapidi, per le democrazie, possono significare solo una cosa: dettare i tempi ai mercati, dove possibile. E dove non è possibile, sottrarre spazi (vedi commodities). Altrimenti il resto continuerà ad essere stritolato fra la tenaglia delle dittature dei popoli e quelle dei mercati.......

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