[01/08/2012] News

A Mitt Romney non piace l'eolico. Il candidato repubblicano contro la Wind energy production tax

Il candidato repubblicano alla presidenza degli Stati uniti d'America, Mitt Romney, ha annunciato ufficialmente la sua opposizione all'estensione del Wind energy production tax credit, cioè degli incentivi fiscali in scadenza (e che Barack Obama vorrebbe confermare), vitali per il mantenimento di 75.000 posti di lavoro nell'energia pulita.

La cosa ha fatto letteralmente infuriare Michael Brune, direttore esecutivo di Sierra Club, la più grande e diffusa associazione ambientalista Usa: «Avevamo tutti sentito dire che Romney aveva l'idea di spedire i posti di lavoro americani all'estero, ma questa è solo la prova che è per eliminarli del tutto. Anche con decine di migliaia di posti di lavoro americani in bilico negli Stati stessi in cui ha bisogno per vincere a novembre, Romney è più interessato a imbottire i profitti dei grandi inquinatori nonché grandi donatori della sua campagna elettorale, che ad aiutare i lavoratori americani a rimanere nei loro posti di lavoro».

«Romney ha inquinatori miliardari che finanziano la sua campagna, quindi, non c'è da sorprendersi che si sia schierato con le Big Oil e le Big coal, voltando le spalle ad uno sforzo bipartisan per mantenere decine di migliaia di americani al lavoro nei lavori dell'energia eolica che proteggono la nostra aria, la nostra acqua e la salute delle nostre famiglie».

Secondo l'American wind energy association, attualmente il settore eolico statunitense dà lavoro a 75.000 persone, e sarebbero a rischio licenziamento 37.000 lavoratori se scadesse il credito d'imposta per l'eolico. Il rinnovo del Wind energy production tax credit è diventato un tema caldo in alcuni Stati, in particolare nello Iowa, dato il numero elevato di posti di lavoro nel settore.

Romney ha detto che è contro gli incentivi fiscali all'eolico semplicemente perché Obama li sostiene.
Ma l'uscita del candidato repubblicano alla presidenza è solo la punta di una dura campagna contro l'elico scatenata quest'anno da gruppi neoconservatori come come Americans for prosperity ed American legislative exchange council, un'organizzazione di politici e corporations che mette in dubbio l'economicità dell'eolico (in favore del nucleare e dei combustibili fossili) e che ha materialmente scritto le proposte di legge e gli emendamenti per annullare le leggi federali e statali a sostegno dell'energia eolica. Entrambi questi gruppi sono finanziati dai fratelli Koch, i miliardari iperliberisti ed iperconservatori che hanno fortissimi interessi nell'industria petrolifera e petrolchimica.

The Guardian ha recentemente pubblicato una nota confidenziale dell'ultraconservatore American tradition institute, legato ai fratelli Koch, nella quale si propone una campagna nazionale di pubbliche relazioni volta a screditare l'industria dell'energia eolica. Scoperto, il gruppo ha pubblicamente sconfessato la campagna proposta, che, secondo la nota, dovrebbe includere addirittura un ramo di controspionaggio industriale per le imprese che finanziassero la campagna. 

Sierra Club ed altre associazioni ambientaliste statunitensi stanno rispondendo a questa aggressiva e danarosa campagna elettorale contro le energie rinnovabili raccogliendo fondi per sostenere i candidati democratici "green" e favorevoli all'eolico e per denunciare con spot televisivi le posizioni ecoscettiche e filo Big Oil e King coal dei candidati repubblicani.

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