[26/07/2012] News

L’Italia aderisce alla "Climate and Clean Air Initiative" di Obama

L'obiettivo è ridurre le fonti inquinanti: dalle cucine a legno e carbone dell'Africa alle emissioni delle auto in Europa

L'Italia, insieme ad altri 6 Paesi (Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Giordania e Gran Bretagna) ha formalmente aderito alla "Climate and Clean Air Initiative" fortemente voluta dal presidente statunitense Barack Obama e che ha preso il via a febbraio. I Paesi aderenti all'iniziativa sono così arrivati a 20.

Un alto funzionario sa ha spiegato che la "Climate and Clean Air Initiative" «punta a tagliare il "black carbon" ed altri inquinanti atmosferici che potrebbero contribuire a far  "guadagnare tempo" nella lotta contro il cambiamento climatico». L'attenzione di questo gruppo guidato dagli Usa si rivolge a fonti inquinanti che vanno dalle cucine a legno e carbone dell'Africa alle emissioni delle auto in Europa e che secondo l'United Nations environment programme (Unep), sono responsabili di 6 milioni di morti all'anno in tutto il mondo e contribuiscono al global warming. Questi inquinanti hanno una vita breve in atmosfera rispetto alla C02, ma l'Unep stima che contribuiscano al 25-30% delle emissioni attuali. Il black carbon viene emesso dalla combustione inefficiente da una vasta gamma di fonti, tra le quali le stufe da cucina ed i  motori diesel. 

Jonathan Pershing, ha detto in un'intervista alla Reuters: «Se siamo in grado di fare questo potremmo davvero guadagnare tempo nel contesto del problema globale per combattere il cambiamento climatico. Con il passare del tempo c'è un "disperato" bisogno di rallentare il globsl warming" A differenza di altre nazioni sviluppate, gli Stati Uniti non hanno approvato leggi per ridurre le emissioni di gas serra nonostante i tagli proposti dal presidente Barack Obama.  Washington sta trattando per cercare di attirare più nazioni nel piano santi-inquinamento atmosferico, tra le quali Cina e India, che sono rispettivamente gli emettitori di gas serra  numero uno e tre di gas serra, con gli Stati Uniti secondi».

Mentre, per combattere il cambiamento climatico, l'Unfccc dell'Onu punta soprattutto a tagliare la Co2, il  principale gas serra prodotto dai combustibili fossili,  il piano Usa presentato ieri a Parigi si  concentra sulla limitazione della fuliggine, del metano che tratiene calore, dell'ozono troposferico e dei gas Hfc. La fuliggine può accelerare lo scioglimento dei ghiacci artici e montani depositandosi ed assorbendo calore, inoltre  causa malattie respiratorie. L'Unep, che è partner dell'iniziativa Usa ha detto che Il suo successo potrebbe ridurre il previsto aumento delle temperature globali da accumulo di gas serra di 0,5 gradi Celsius (0,9 gradi Fahrenheit) entro il 2050.Un'azione veloce, entro il 2030, potrebbe impedire milioni di morti premature ed evitare la perdita di 30 milioni di tonnellate di prodotti agricoli all'anno.

A livello mondiale, i rifiuti sono responsabile di circa un terzo delle emissioni di metano, un gas serra 20 volte più potente della Co2 e legato alla produzione dell'ozono troposferico che non solo è dannoso per l'agricoltura, ma anche per la salute umana. Karen Luken, della C40 Partnership  e della Clinton climate initiative ha spiegato che «lo sfruttamento del metano dei rifiuti in decomposizione in una discarica a Città del Messico ha ridotto i gas serra ed è servito a fornire energia a 35.000 case. Useremo questo modello in altri luoghi, come Lagos».

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