[24/07/2012] News

Goletta Verde: Bandiera Nera (di carbone) alla Società Sei-Saline Energetiche Ioniche

Goletta Verde è arrivata a Saline Ioniche per riprendere il messaggio di riscossa del territorio che aveva affermato nella sua prima sosta nel 2006. Indicando proposte alternative e raccogliendo la vertenza storica di Legambiente, delle altre associazioni e comitati locali, Goletta Verde ha chiesto di «archiviare ogni dissennato progetto di realizzazione della centrale a carbone a Saline Ioniche,  un impianto di 1200 megawatt, che rappresenterebbe un pesante ipoteca sul futuro dell'area grecanica e per il sistema energetico del nostro Paese.

La centrale, estremamente impattante per l'ambiente e la salute dei cittadini, comprometterebbe ulteriormente il futuro economico e occupazionale di una zona già provata da un passato industriale che ha lasciato in eredità opere incompiute e ferite profonde al territorio. L'ordine del giorno approvato ieri all'unanimità dal Consiglio Regionale contro la messa in funzione dell'impianto, raccogliendo il sentimento espresso dalla gran parte della popolazione, deve aprire un nuovo scenario per il territorio grecanico finalizzato alla riqualificazione del territorio tramite un attento e ben ragionato sviluppo sostenibile che veda nelle energie rinnovabili e nel turismo di qualità la chiave di volta per rilanciare l'occupazione e porre le basi per un futuro pulito per Saline Ioniche e per tutta la Calabria».

Nel mirino di Goletta verde c'è la centrale voluta dalla Sei, che ha come socio di maggioranza la multinazionale svizzera Repower, che secondo gli ambientalisti «appare come una imposizione esterna alla volontà politica locale, che continua a servirsi, in mancanza di ragioni credibili, con mistificazioni, slogan ingannevoli, promesse effimere, finanziamenti e servizi a pseudo comitati del sì, incontri e accordi a "porte chiuse".

Il progetto dell'impianto manifesta inoltre l'atteggiamento da "gallina dalle uova d'oro", dimostrando di puntare cinicamente soprattutto sulla forza di convincimento del denaro a fronte della "fame occupazionale", illudendosi di poter ribaltare i dati del dissenso. La Calabria, come tutto il sud Italia deve al contrario  necessariamente intraprendere una strada innovativa di sviluppo, puntando sulle risorse naturali di cui è ricca e dando voce alla popolazione che chiede di poter essere artefice e partecipe di uno sviluppo economico sano che dia benefici a lungo termine. In questo senso, la politica deve riuscire ad interpretarne i bisogni per orientare conseguentemente gli investimenti».

Il calabrese Nuccio Barillà, della segreteria nazionale di Legambiente, ha sottolineato che «il Consiglio Regionale di ieri sera sulla centrale a carbone di Saline è una conferma e una svolta per uscire dall'impasse causata dall'insensato progetto della Sei. L'ordine del giorno approvato all'unanimità ribadisce il no alla centrale, impegna la giunta a procedere al ricorso in tutte le sedi contro il decreto di Via firmato da Monti e spinge l'amministrazione regionale a trovare risorse per uno sviluppo territoriale turistico alternativo. Dalla vertenza contro il carbone nell'area grecanica si deve uscire con un'alternativa seria e concreta per chiudere definitivamente con la cattiva industrializzazione che uccide il territorio come già visto nel passato proprio a Saline, come da noi più volte proposto in passato con l'individuazione di puntuali idee progettuali».

E' toccato al  vicepresidente di Legambiente, Stefano Ciafani, spiegare le motivazioni dell'assegnazione della Bandiera Nera: «I pirati del mare non sono delle suggestioni dei romanzi di Salgari o delle recenti pellicole cinematografiche con Johnny Depp, ma sono purtroppo rappresentati da chi minaccia realmente lo sviluppo del Paese e l'integrità ambientale delle coste, come nel caso della Società Sei, Saline Energetiche Ioniche, alla quale oggi assegniamo una bandiera nera, per l'arroganza coloniale con cui insiste nel portare avanti, con ogni mezzo ed in contrasto con ogni utilità sociale, il progetto di costruzione di una centrale a carbone nell'ex area industriale di Saline Ioniche.

Tutto ciò in spregio alla volontà popolare, coralmente e costantemente manifestata, e nonostante il deciso pronunciamento contrario più volte espresso dagli Enti locali, a partire dalla Regione Calabria, anche alla luce di un piano energetico regionale centrato su efficienza e rinnovabili e che nulla ha a che vedere con l'impiego del carbone. Il secondo vessillo dei pirati indirizzato al Sindaco di Montebello Ionico, Antonio Guarna, è per il momento in stand-by con l'auspicio che il primo cittadino possa seguire alla decisione del Consiglio Regionale e, lasciando da parte qualunque esitazione, si ponga in maniera chiara e decisa contro qualunque investimento a sostegno della Centrale a carbone e diventi punto di riferimento amministrativo del progetto di rilancio sostenibile del territorio».

Torna all'archivio