[20/07/2012] News

E l'Ilva di Taranto continuerą ad inquinare

Bisognerà attendere ancora una settimana per conoscere dettagliatamente l'ammontare delle risorse necessarie e i progetti esecutivi per una sommaria bonifica dei siti più inquinati dall'Ilva. È questo il topolino partorito dalla montagna (il tavolo tecnico presso il ministero dell'Ambiente).

L'Ilva continuerà ad inquinare. Per ora viene ritenuto necessario solo rimuovere i più gravi danni ambientali lasciando intoccate le fonti inquinanti. È stato Clini a sostenere con forza: "Non possiamo rischiare di far perdere all'Italia il sito dell'Ilva". Questa dunque la preoccupazione principale.

Nella prossima settimana si procederà alla stesura di un protocollo che definisca obbiettivi e programmi che andranno controfirmati dal Ministero dell'Ambiente e dagli enti locali. Fra questi, alla Regione Puglia andrà la cabina di regia per la realizzazione degli interventi che le parti concordemente riterranno necessarie.

"Lavoremo - ha assicurato Clini - perchè questo accordo venga condiviso da Ilva in maniera tale che gli obiettivi di risanamento del territorio facciamo parte della strategia industriale di questo grande gruppo".

Trionfalistici i commenti in Consiglio regionale. "Le conclusioni alle quali è giunto il tavolo di Roma sulla situazione ambientale di Taranto ci lasciano più tranquilli sul futuro ambientale e sulla tenuta occupazionale della Città".

Il presidente del Consiglio Onofrio Introna (Sel), accoglie con sollievo le notizie da Roma. "L'aggiornamento al 26 luglio, con l'impegno del ministro Clini di sottoscrivere l'accordo quadro, ci offre una scadenza e una prospettiva, come era negli auspici del Consiglio regionale, quanto mai unito sul problema".

Finalmente, sempre secondo il presidente dell'Assemblea, "si è affermata l'impostazione della Regione Puglia, che si è impegnata a fare della vertenza ionica non un problema territoriale ma una grande pagina della storia industriale del nostro Paese".

"La bellissima Città di Taranto, tra le più belle del Mediterraneo - osserva Introna - sta pagando per essersi messa al servizio degli interessi dell'Italia. E' giusto che la comunità nazionale prenda per mano le sorti di questa area e dei suoi cittadini, facendosi carico dei problemi e individuando programmi e risorse per la soluzione, come auspicato dal Consiglio regionale e secondo lo spirito di tutte le iniziative della nostra Assemblea, assunte con straordinaria e responsabile unità di intenti.

Così il capogruppo del Pd alla Regione Puglia, Antonio Decaro: "il fatto che il governo abbia compreso l'importanza di salvaguardare la salute e l'ambiente per consentire all'Ilva di continuare a operare nel rispetto dei cittadini, della città e dei lavoratori, conferma che il modello di sviluppo al quale punta la Puglia con la legge approvata due giorni fa dal Consiglio regionale, è l'unico compromesso possibile per sostenere una produzione industriale davvero moderna ed eco compatibile, e in cui lavoro e salute non siano mai più rivali. La disponibilità anche da parte del governo delle risorse per la bonifica del Tarantino, che si sommano a quelle già stanziate dalla Puglia che ha anche messo a punto un piano per il risanamento del quartiere Tamburi - prosegue Decaro - fanno ben sperare che il capoluogo jonico possa presto avere le cure di cui ha da tempo bisogno per tornare letteralmente a respirare''.

Di diverso avviso Angelo Bonelli il quale all'esito della riunione ministeriale ha rilasciato questa dichiarazione: "A Taranto si muore a causa dell'inquinamento e non lo dicono i Verdi ma la perizia epidemiologica della Procura. Dalla riunione di oggi a Roma non arriva nessuna risposta all'emergenza sanitaria che riguarda l'oggi, non il domani o il dopodomani ! A Taranto ogni mese muoiono tra le 2 e le 3 persone a causa dell'inquinamento industriale: 386 decessi negli ultimi 13 anni. Non ci si rende conto che l'emergenza sanitaria che vive la città di Taranto è drammatica e che con 280 milioni di euro non si fanno le bonifiche: ricordiamo che per Porto Marghera sono stati stanziati ben 5 miliardi di euro per le bonifiche. Per essere chiari quella cifra non basta nemmeno a mettere in sicurezza la falda su cui bisognerebbe intervenire immediatamente".

Scetticismo esprime la stampa locale (Palmiotti - Gazzetta del Mezzogiorno): "Non è la prima volta che dell'Ilva di Taranto si parla ai tavoli romani. E non è la prima volta che sul disinquinamento e la bonifica di Taranto si parla di accordo di programma. Tuttavia questa volta vogliamo sperare in qualcosa di nuovo e, soprattutto, di concreto. E non solo perché è alle porte il sequestro giudiziario degli impianti siderurgici dopo che la Procura ha concluso l'inchiesta sul reato di disastro ambientale, ma perché, come più volte sottolineato in questi giorni cruciali, qui non è in gioco solo una città o un pezzo di economia della Puglia. No, la partita è ben più complessa e rilevante perché l'Ilva è una delle poche grandi aziende rimaste all'Italia e la sua produzione è una delle colonne portanti dell'industria nazionale".

Sul tappeto, lo scontro di sempre. La salute da una parte, il lavoro e il peso strategico dell'azienda dall'altra. Anche questo round si chiude in vantaggio, ai punti, per Ilva.

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