[19/07/2012] News

Per Taranto e la sua fabbrica, la decisione (forse) tra una settimana

Martedì il Governo incontrerà i vertici dell'Ilva per discutere del futuro dello stabilimento

Il prossimo martedì 24 luglio il governo incontrerà i vertici dell'Ilva per discutere l'accordo di programma per il futuro dello stabilimento di Taranto. La notizia è stata data dal  ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, al tavolo con le parti sociali e gli enti locali a Palazzo Chigi.  «Entro la prossima settimana elaboreremo un accordo quadro o un protocollo di intesa. Non possiamo perdere questo sito- ha detto il ministro- lavoreremo perché questo accordo sia condiviso dell'azienda». Per il vicepresidente di Confindustria per il Mezzogiorno, Alessandro Laterza presente all'incontro «l'Ilva è un pezzo fondamentale del sistema industriale italiano. Il tema Taranto è un tema di carattere nazionale ed europeo e con un progetto di lungo termine possiamo trasformarlo in un modello in linea con gli impegni comunitari e con la tutela della salute e dell'ambiente. Dobbiamo ragionare ad un progetto di area - ha proposto Laterza - ad una smart area con un forte concentrazione industriale. Siamo disponibili a lavorare a questo progetto ed a un percorso condiviso, sfruttando l'avviso comune sull'efficienza energetica».

Il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha ribadito come del problema Taranto si debba fare carico il Paese. «L'inquinamento nella città di Taranto è una storia lunga 120 anni e una storia fatta in gran parte di inquinamento di Stato e che l'Italia ha potuto fruire dei sacrifici di Taranto. Oggi l'Italia deve dare un segnale di speranza a quella città nel segno della conciliazione tra le ragioni del lavoro e le ragioni della salute, tra le ragioni dell'industria e dell'ambiente. Immaginare che una delle due ragioni debba soccombere per fare prevalere l'altra- ha concluso Vendola- significa immaginare uno scenario di tragedia sociale senza precedenti».

A commento delle notizie emerse dal tavolo istituzionale il presidente dei Verdi Angelo Bonelli ha dichiarato: «A Taranto si muore a causa dell'inquinamento e non lo dicono il Verdi ma la perizia epidemiologica della Procura. Dalla riunione di oggi non arriva nessuna risposta all'emergenza sanitaria che riguarda l'oggi, non il domani o il dopodomani. A Taranto ogni mese muoiono tra le 2 e le 3 persone a causa dell'inquinamento industriale: 386 decessi negli ultimi 13 anni. Non ci si rende conto che l'emergenza sanitaria che vive la città di Taranto è drammatica -ha aggiunto Bonelli e che con 280 milioni di euro non si fanno le bonifiche: ricordiamo che per Porto Marghera sono stati stanziati ben 5 miliardi di euro per le bonifiche. Per essere chiari quella cifra non basta nemmeno a mettere in sicurezza la falda su cui bisognerebbe intervenire immediatamente».

Il leader ecologista ricorda che a Taranto è caduta una quantità di diossina tre volte superiore a quella di Seveso, sono stati abbattuti migliaia di capi di bestiame, non si possono coltivare i terreni entro un raggio di 20 chilometri dall'area industriale, la mitilicoltura e la maricultura, attività storiche dell'area sono state fortemente danneggiati,  la diossina è entrata nel latte materno, piombo e cadmio sono stati ritrovati nelle urine dei cittadini. «Non si possono cominciare le bonifiche se prima non si chiude il rubinetto dell'inquinamento. Il futuro di Taranto sta nella conversione industriale così come è stata realizzata a Pittsburgh e Bilbao. E' sconcertante però constatare che nessuno abbia presentato il conto all'Ilva e che il principio che chi inquina paga rimanga lettera morta nonostante la società del gruppo Riva abbia ricavato miliardi e miliardi di euro di profitti, da questa attività altamente inquinante» ha concluso Bonelli. 

Torna all'archivio