[19/07/2012] News toscana

Pista parallella, Barducci attacca: «Troppi punti oscuri»

Oggi il presidente della Provincia ha presentato uno studio alternativo a quello dell'Enac

Non è una polemica politica, ha tenuto a precisare il presidente della provincia di Firenze Andrea Barducci, ma la richiesta alla Regione di un chiarimento (o meglio di un contraddittorio) tecnico circa lo studio di Enac che ha indicato come la realizzazione della pista 12/30 sia la migliore possibile. La provincia invece proprio in quello studio ha notato diversi punti "oscuri".  «Da oltre due settimane abbiamo evidenziato alcune gravi mancanze dello studio presentato da Enac alla Regione Toscana circa gli effetti che subirebbero gli abitanti della città di Firenze nel caso in cui si decidesse di costruire la nuova pista dell'aeroporto, comunemente definita ‘parallela convergente'- ha detto Barducci- Né Enac, né Adf, né il Comune di Firenze, strenuo sostenitore della realizzazione della pista 12/30 hanno confutato queste affermazioni e soprattutto nessuno si è preoccupato di completare lo studio nella parte mancante. Allora la provincia di Firenze, per tentare di capirci di più, ha deciso di sviluppare ulteriormente e in modo autonomo le considerazioni già presenti nel lavoro di Enac in modo da capire a quale distanza passerebbero gli aeromobili dai principali edifici e monumenti di Firenze e quale impatto sonoro avrebbero per chi vive nella zona sorvolata dagli aerei».

L'amministrazione provinciale evidenzia in primo luogo che il documento Enac, pur assumendo il criterio della monodirezionalità prevede, anche con questa limitazione di uso, il sorvolo della città di Firenze, specialmente nei casi di mancato avvicinamento 12 (ovvero provenendo dalla parte di Prato) e in avvicinamento 30 (da Firenze). «E' chiaro che uno studio serio e completo su un aeroporto deve analizzare tutte le ipotesi, anche quelle meno frequenti, come ad esempio i casi di mancato avvicinamento che pur sono previsti e gestiti nel normale svolgimento dell'attività aeroportuale ha aggiunto Barducci- Un sistema che funzioni, solitamente, lo si testa sulle emergenze, non sull'ordinarietà. Ebbene, nello studio Enac consegnato alla Regione si è preferito non analizzare le conseguenze che si avrebbero sulla città di Firenze tutte le volte in cui il pilota di un aereo in fase di atterraggio deciderà, come si dice in gergo "di riattaccare".
Il sorvolo della città per mancato avvicinamento produce effetti più lievi sulla città di Firenze rispetto ad eventuali atterraggi Rwy 30 (ovvero: decollo in direzione di Firenze e atterraggio da Firenze) poiché la fase di ‘riattacco' inizia da una quota di almeno 131 mt rispetto alla pista. In caso di atterraggio è chiaro che tutto dovrebbe essere riparametrato con un sorvolo di Firenze a quota ancora più bassa».

Problemi di rilievo per la città di Firenze si avrebbero nel caso classico di mancato avvicinamento Rwy 12, (ovvero provenendo da Prato). Il gradiente standard per la salita dopo il mancato avvicinamento 12 è pari a 1:40 hanno, spiegato dalla provincia, e quindi è necessario che l'aeromobile mentre riprende quota compia una virata verso sud per evitare gli ostacoli orografici posti ad est di Firenze (le colline di Bagno a Ripoli). Quindi nei casi estremi di passaggio al limite destro della superficie avvicinamento 30 e mancato avvicinamento 12, la cupola del Duomo di Firenze si troverebbe ad una distanza di circa 500 metri dalla verticale di transito dell'aereo, che in quel punto volerebbe ad una elevazione compresa in un range tra i mt 180 e mt 345.

Gli aerei passerebbero poi sopra la Scuola Marescialli, l'area Mercafir, il quartiere del Poggetto, di piazza della Libertà e dell'attuale stadio di Firenze. Il piano di volo tocca ai limiti esterni il Palazzo di Giustizia e la Facoltà di Ingegneria, sfiorando il polo di Scienze Sociali. Un discorso a parte per la provincia, merita il Polo scientifico di Sesto che si troverebbe a convivere a poche centinaia di metri dalla pista di atterraggio e di decollo (con qualche problema per le attività di ricerca e docenza). Secondo lo studio della provincia i problemi non sono finiti qui. La zona ospedaliera di Careggi si troverebbe a 3/4 chilometri di distanza dal piano di volo degli aerei impegnati nella fase di mancato avvicinamento alla pista Rwy 12/30. «E' singolare che nessuno abbia sollevato la questione relativa alla difficoltosa coesistenza tra il normale traffico aereo e il volo degli elicotteri Pegaso impegnati nel soccorso medico, visto che proprio tale interferenza era stato uno dei motivi che sconsigliavano la realizzazione della pista con orientamento 09/27». Ci sono poi le questioni del rumore che sembrano solo parzialmente affrontate nello studio Enac. Cioè per il rumore è stata presa in considerazione solo la parte in direzione Prato. La provincia di Firenze ha ipotizzato di estendere lo studio sulle aree di isolivello sonoro in direzione della città di Firenze ribaltando in modo speculare i dati relativi a Rwy12 a un utilizzo Rwy 30. I dati evidenziano alcune aree come Rifredi, la zona Mercafir e la zona del Nuovo Pignone interessate da un inquinamento sonoro tra i 65 e i 75 decibel, cioè oltre il livello di norma, condizione in cui si troverebbe anche una parte importante del Polo Scientifico di Sesto Fiorentino. Il dato inoltre è approssimativo per difetto perché al rumore degli aerei dovrebbe essere sommato il rumore di fondo prodotto dal traffico veicolare particolarmente intenso in città, specialmente in alcune ore del giorno. Ovviamente la provincia non dimentica poi tutta la questione urbanistica, Parco della Piana e annessi e connessi. «Dal punto di vista della pianificazione territoriale va evidenziato che la pista aeroportuale con orientamento 12/30 non è conforme rispetto al Ptcp della Provincia di Firenze, che individua in tale area una Invariante strutturale (L.R. 1/2005) Art. 10 - Ambiti di reperimento per l'istituzione di parchi, riserve e aree naturali protette di interesse locale- ha continuato Barducci. In particolare è l'ambito del Parco della piana che ricomprende un Sic/Sir e le due Anpil Podere la Querciola e Oasi Focognano. O si cancella la nuova pista o si cancellano gli stagni della Piana che costituiscono il Sic 45 riconosciuto dalla Regione». Oltre la valenza ecologica, tra l'altro il transito degli uccelli costituisce elemento di pericolo per la sicurezza dei voli  in quanto è noto che gli impatti con l'avifauna rappresentano una seria causa di incidente aereo.

La provincia in fine non ha omesso di ricordare come la pista 12/30 interferisca con una serie di infrastrutture e in particolare con il tracciato del Fosso Reale-Rimaggio di cui deve essere attentamente valutata la sistemazioni in termini progettuali in un contesto idraulicamente molto delicato e vulnerabile.  A conclusione dell'illustrazione dello studio Barducci ha avanzato le richieste della provincia: «Chiedo semplicemente che non si pretenda la condivisione dell'avventurosa realizzazione della pista 12/30. Se mai altri da me decideranno di farla, se ne assumeranno la piena responsabilità. Pretendiamo delle informazioni corrette e complete - ha aggiunto - chiediamo quindi al presidente della Regione di far completare lo studio Enac, che per ora è evidentemente solo a metà, e di poter vedere e conoscere anche lo studio commissionato dalla Regione all'ingegner Achille Granozio, consulente Irpet che, per conto della Regione Toscana, ha realizzato nel 2011 un'ipotesi di pista con differente giacitura. Non si è studiato abbastanza mancano le informazioni necessarie a prendere una decisione definitiva, manca qualsiasi accordo di pianificazione, questo porterà necessariamente ad uno spostamento a Roma del dibattito, ed è piuttosto irrituale che in Toscana si proceda tramite commissariamenti, cambia del tutto il profilo, il tipo di approccio che storicamente il nostro territorio ha avuto. A me sembra che si tenti di arrivare a tutti i costi alla rottura istituzionale, e sicuramente c'è anche questo interesse in ballo. Ricordo- ha concluso Barducci- che stiamo andando verso la città metropolitana, ed a maggior ragione le modifiche agli strumenti urbanistici andrebbero realizzate in base ad accordi di pianificazione, e non a decisioni unilaterali».

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