[18/07/2012] News

La Corte Federale del Canada approva la decisione del governo di uscire dal Protocollo di Kyoto

Il ministro dell'Ambiente Peter Kent nel dicembre 2011 aveva annunciato la "ritirata"

La Corte federale canadese ha dato ragione al governo conservatore ed ecoscettico di Stephen Harper che, dopo la Conferenza delle parti dell'United Nations framework convention on climate change di Durban, aveva deciso di uscire dal Protocollo di Kyoto e di non rispettare gli impegni che il Canada aveva preso al momento dell'adesione. La Corte Federale di Ottawa a ha quindi respinto il ricorso presentato il 15 dicembre 2011 da Daniel Turp, un ex parlamentare del Bloc Quebec e dirigente del e Parti Quebecois che diceva che il governo federale aveva infranto la legge, abbandonando il patto sul  cambiamento climatico, chiedendo alla Corte di rivedere la decisione del Canada di abbandonare Kyoto. Turp sosteneva che la decisione era «illegale, nulla e non avvenuto» perché in violazione del Kyoto Protocol Implementation Act  (Kpia) approvato dal Parlamento  così come del «Principio dello Stato di diritto, del principio della separazione dei poteri e del principio democratico».

Il ministro dell'Ambiente Peter Kent  nel dicembre 2011 aveva annunciato l'uscita del Canada dal Protocollo di Kyoto perché «non è il percorso da seguire per una soluzione globale al cambiamento climatico». Kent ed i conservatori, che non hanno mai proposto soluzioni alternative, sostengono da molto tempo che Kyoto non serve a trovare una soluzione al global  warming perché più grandi inquinatori del mondo, la Cina e gli Stati Uniti non ne fanno parte (in realtà non ne fanno parte gli Usa e la Cina non ha obblighi in quanto Paese in via di sviluppo), la soluzione è che un  altero grande inquinatore, il Canada, ha abbandonato il trattato internazionale dopo non aver rispettato gli impegni che aveva sottoscritto. Infatti Kent  al momento dell'annuncio dell'abbandono disse che «per il Canada  è impossibile rispettare gli obiettivi fissati l'accordo entro il prossimo anno, alla scadenza, e non ha senso economico pagare delle sanzioni pecuniarie, fino a 14 miliardi di dollari,  per non essere stati all'altezza degli obblighi ai sensi dell'Accordo».

La Corte Federale canadese ha respinto tutte le argomentazioni di Turp e il giudice Simon Noel ha detto che il governo era nelle sue «Prerogativa reali» di recedere da Kyoto, indipendentemente dall'attuazione della legge che era stata precedentemente approvata  in Parlamento: «Il governo aveva così agito in conformità del protocollo, dal Kpia e dello Stato di diritto», si legge nella sentenza.

Non è servito a niente nemmeno che Turp avesse fatto notare che il governo centrale di Ottawa avrebbe dovuto consultare le province canadesi prima di ritirarsi da Kyoto: la Corte ha risposto che le province avrebbero dovuto sollevare loro stesse questo problema e non farsi rappresentare da una terza parte, cioè da un deputato federale.

L'opposizione canadese e le associazioni ambientaliste dicono che la decisione del Canada di ritirarsi da Tokyo indebolisce l'intero Protocollo  e costituisce un cattivo esempio per gli altri Paesi che faticano a rispettare gli impegni di riduzione delle emissioni.

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