[18/07/2012] News

Zoomafie: le Isole Salomone al centro della falsa "riproduzione in cattività" di uccelli rari da esportare

Secondo Traffic, «decine di migliaia di esemplari selvatici esportati, erano allevati in cattività».

Secondo un rapporto di Traffic, «decine di migliaia di uccelli selvatici esportati dalle isole Salomone sono stati riciclati nel commercio di fauna selvatica globale, dichiarandoli come allevati in cattività».

Il poverissimo Stato insulare della Melanesia, ad est di Papua Nuova Guinea, sarebbe la base del "riciclaggio" mafioso della fauna selvatica protetta che rifornisce i mercati asiatici e mondiali. Le cifre fornite da "The Export and Re-export of CITES-listed Birds from the Solomon Islands" sono impressionanti: «Tra il 2000 e il 2010, oltre 54.000 uccelli, soprattutto pappagalli e cacatua, sono stati importati dalle Isole Salomone e dichiarati come esemplari allevati in cattività», ma lo stesso governo di Honiara ha confermato a Traffic che sulle Isole Salomone non ci sono grandi strutture di allevamento di uccelli e che gli allevatori di uccelli registrati nelle isole utilizzano i loro impianti per  tenerci uccelli selvatici catturati per l'esportazione. 

Tutti gli uccelli trovati erano invece specie elencate nella Convention on international trade in endangered species of wild flora and fauna (Cites), che limita gli scambi di esemplari  catturati in natura, ma che ha regole meno severe per quelli allevati in cattività. Le specie autoctone esportate includono 18.444  lori mento giallo, 15.994 cacatua delle Saomone,  8.050 eclectus parrots e 5.803 lori cardinali e 4,957 lorichetti arcobaleno. 12.820 di questi uccelli sono stati dichiarati "catturati in natura" e 40.428 sono stati presentati come "allevati in cattività". 

Chris R. Shepherd, deputy regional director di Traffic Southeast Asia e co-autore del nuovo rapporto, spiega che «dichiarare di esportati come gli uccelli allevati in cattività ha tutte le caratteristiche di una truffa per aggirare norme commerciali internazionali». Più di 13.000 degli uccelli che sono stati esportati dalle Salomone appartengono a specie non presenti s u quelle isole, per lo più si tratta di uccelli presenti in natura in Indonesia e Papua Nuova Guinea, ma nessun dato delle esportazioni riesce a spiegare da quale impianto di allevamento in cattività delle Salomone provengano così tanti  esemplari di  specie rare come il cacatura dalla cresta gialla, a rischio critico di estinzione, e che ai sensi della normativa Cites non possono essere scambiati a fini commerciali, nemmeno se allevati in cattività,. Inoltre, anche altri  pappagalli minacciati di estinzione, come il  pappagallo di Pesquet, il cacatua occhiazzurri ed il cacatua bianco sono stati dichiarati come allevati in  cattività nelle Salomone. Nel 2005 si è addirittura arrivati a dichiarare che 76 uccelli del paradiso di 7 diverse specie, tra cui la rarissima paradisea dell'arciduca Rodolfo, erano state allevate  in cattività nelle Isole Salomone. Traffic sottolinea che «Gli uccelli del paradiso sono notoriamente difficili da allevare in cattività e solo pochi centri specializzati ci sono riusciti. Non  esiste nessun dato di uccelli del paradiso importai nelle Isole Salomone». 

Nell'agosto 2006, il governo delle Isole Salomone ha sospeso il commercio di fauna selvatica del Paese, in attesa di una nuova legislazione che è ancora in corso di elaborazione. Le esportazioni di uccelli sono drasticamente diminuite ma i permessi scaduti vengono rinnovati per consentire ai commercianti  che  possedeva stock da esportare di continuare la loro attività. Questo ha creato un'evidente "buco" nel quale si sono infilate le "zoo mafie" che hanno imbastito la truffa dell'allevamento in cattività. 

 Il rapporto denuncia che «durante l'ultimo decennio, Singapore e Malaysia insieme hanno rappresentato il 93% di tutti gli uccelli importati dalle Isole Salomone, con un numero significativo di ri-esportati, in particolare a Taiwan». Proprio per le preoccupazioni per questo tipo di commercio, la Malaysia ha sospeso le importazioni di uccelli dalle Isole Salomone. 

Secondo Shepherd, «singapore dovrebbe seguire l'esempio della Malaysia di sospende le importazioni di uccelli, non solo dalle Isole Salomone, ma da qualsiasi altro luogo se c'è una mancanza di chiarezza riguardo alla loro origine giuridica» . Il  rapporto raccomanda un'inchiesta, effettuata attraverso i procedimenti Cites, sulle attività di riproduzione in cattività nelle Isole Salomone e ricorda che «Qualora siano riscontrate irregolarità, la Cites ha in ultima analisi, l'autorità di sospendere tutti gli scambi delle specie elencate Cites dall'Arcipelago di isole».  A fine luglio si terrà in Svizzera un meeting Cites ed all'ordine del giorno ci sarà proprio un rapporto sull'utilizzo dell'allevamento in cattività per eludere le norme Cites sul commercio di animali  selvatici protetti. Probabilmente l'intricato giro di documentazione falsa e di uccelli veri delle Salomone sarà analizzato con molta attenzione per capire quali siano i nuovi trucchi delle zoo mafie internazionali. 

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