[17/07/2012] News

La Corea del Sud forse ci ripensa: non riprende la caccia alle balene

Ma Kang Joon-Su, un alto funzionario ministeriale, non ha ancora confermato la notizia

Forse una buona notizia per l'ambiente e soprattutto per le balene: la Corea del sud ha deciso di rinunciare al progetto di ripresa della caccia ai giganti del mare.  «Discussioni fra i ministeri si sono concluse in un modo che significa l'abbandono del progetto di pesca alle balene lungo le coste- ha dichiarato un responsabile del governo all'agenzia sudcoreana Yonhap chiedendo l'anonimato- Anche se si tratta di ricerche scientifiche dobbiamo esser coscienti del fatto che si tratta di un tema delicato, sia all'estero che in Corea».

Dalla prudenza dell'esponente governativo si comprende come il progetto della caccia alle balene, che aveva suscitato indignazione in tutto il mondo, divida anche la stessa amministrazione sudcoreana. Il ministero dell'Agricoltura, delle Foreste e dell'Alimentazione non ha voluto confermare o smentire la notizia, ma Kang Joon-Su, un alto funzionario ministeriale, ha comunque fatto intendere che la prossima settimana la ripresa della caccia alle balene per "scopi scientifici" avrebbe buone possibilità di essere abbandonata.

L'annuncio delle intenzioni di tornare dopo 26 anni di moratoria a cacciare le balene, la Corea del Sud lo aveva dato all'inizio di luglio, durante i lavori della Commissione baleniera internazionale (ICW) a Città di Panama. Ovviamente il progetto è stato giustificato con la solita scusa della necessità di condurre ricerche scientifiche che però non escludono il consumo della carne di balena che può essere commercializzata. Attualmente solo tre Paesi praticano ufficialmente la caccia alle balene, il Giappone per "motivi scientifici" assolutamente non avvallati dai ricercatori, e Norvegia e Islanda, che non rispettano il divieto internazionale. Inoltre praticano la caccia alle balene, principalmente come mezzo di sostentamento, anche le comunità aborigene della Siberia, dell'Alaska, del Canada del Nord e della Groenlandia, con un impatto sulla sopravvivenza della specie che come si intuisce è sostanzialmente diverso.

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