[17/07/2012] News

Alta Valsesia, 66.000 metri cubi di cemento ai piedi del Monte Rosa

Il Comitato Noi Walser: «E' uno scempio in una zona di altissimo valore naturalistico»

Il Comitato "Noi walser, per un turismo sostenibile e responsabile", denuncia le previsioni urbanistiche dei Comuni di Alagna Valsesia e Riva Valdobbia  che vorrebbero realizzare 66.000 metri cubi di complessi edilizi in «aree comprese in una zona di altissimo valore naturalistico e paesaggistico dichiarata dal ministero dell'ambiente "di notevole interesse pubblico" (D.M. 1/08/1985 cosiddetti Galassini)». Il tutto sarebbe contenuto  in un Masterplan che sarà realizzato dall'architetto Matteo Thun su incarico dei due Comuni e di una "cordata" di imprenditori privati.

I Walser sono una popolazione di origine germanica che nel XIII secolo varcò le Alpi e scese in Piemonte e Valle d'Aosta, dove vivono ancora oggi fra le vallate del Monte Rosa, parlando il "titsch" lingua del gruppo germanico che deriva dalla lingua alemannica medioevale. I Walser hanno dato origine ad una civiltà agro-pastorale originalissima la cui massima espressione in Italia è rappresentata dalla casa walser in legno di Alagna Valsesia e Riva Valdobbia, unica nel suo genere.

Secondo "Noi Walser" tutto questo è a rischio "banalizzazione". A poche centinaia di metri l'uno dall'altro saranno costruiti un complesso edilizio di 31.200 metri cubi in località  Miniere, in un'area di carattere demaniale, e un altro di 24.000 metri cubi (per il quale è già stato rilasciata la proroga del permesso di costruire il 12 giugno) nella Frazione Giacomolo, vicino ad antiche case walser, un progetto contro il  quale si sono già espressi pubblicamente Vittorio Sgarbi, Salvatore Settis e Reinhold Messner. Intanto sono già in corso di edificazione ad Alagna, nella Frazione Reale Inferiore, 11.000 metri cubi  all'ingresso del paese, al confine con il Comune di Riva Valdobbia. Per Noi Walser si tratta di «paurose colate di cemento che daranno il benvenuto ai turisti alla porta di accesso del Monte Rosa. I due Comuni, per non farsi torto l'un con l'altro, trattengono in parti uguali la loro quota di cemento. L'impatto ambientale sarà devastante, modificherà in maniera rilevante la fisionomia del paesaggio compromettendone i delicati equilibri, l'intrusione visiva delle nuove costruzioni risulterà pesante. Le enormi dimensioni dei mega-complessi edilizi li pongono al di fuori della storia e della cultura dell'Alta Valsesia».

L'associazione si riferisce in particolare a quello che ha ribattezzato "Maximostro Località Miniere", «per il quale il Comune di Riva Valdobbia ha in tempi recenti apportato Variante al Piano Regolatore Generale Comunale per consentire, nell'area dell'ex Miniera ("abbandonata", ma non esaurita di pirite/calcopirite - produzione rame), la costruzione della mega struttura ricettivo-turistica e commerciale, un vero e proprio "stupro ambientale"».

Invece le costruzioni in via di realizzazione ad Alagna «Sono l'"anticipo" delle grandi speculazioni immobiliari previste, il relativo PEC B1» che secondo la documentazione raccolta da "Noi Walser", «prevede una volumetria edificabile totale di oltre 11.000 mc. L'iniziativa immobiliare della costruzione del complesso di edifici, con una volumetria elevatissima ed abnorme in rapporto alla superficie fondiaria, viene pubblicizzata con la formula "Quattro baite in stile walser"».

Dalla documentazione risulta anche che  le autorizzazioni paesaggistiche sono state rilasciate dalla Commissione locale del Paesaggio del Comune di Alagna e l'associazione scrive: «Ci riesce incomprensibile come sia stato possibile il rilascio di autorizzazioni paesaggistiche da parte della Commissione locale del Paesaggio quando l'intervento (PEC B1) prevede una cubatura totale superiore ai 10.000 metri cubi e come tale per legge regionale (L.R.32/2008) il rilascio avrebbe dovuto essere in capo alla Regione». Un altro fatto che lascia perplessi è che un membro "autorevole" della Commissione locale del Paesaggio è anche il progettista di tutte le costruzioni previste nel PEC B1l.  Secondo "Noi Walser, dietro  inuovi progetti immobiliari di strutture ricettivo-turistiche, definite talvolta "residenziale alberghiero"ed altre "residenziale ciclico" si nasconde la solita speculazione dei bi/trilocali: «La speculazione edilizia tenta di adeguarsi, da buon camaleonte, alle mutate situazioni, legislazione paesaggistica e sempre maggior sensibilità ambientale dell'opinione pubblica»

Per il Comitato montanaro, «le ormai troppe costruzioni "ricettivo-turistiche" in via di realizzazione o programmate nei Comuni di Alagna e Riva Valdobbia rischiano di sottrarre l'identità alle Comunità locali e di cancellare le antiche caratteristiche dei luoghi trasformando tutto, con un maquillage che richiama vagamente l'architettura walser, in un finto villaggio, in una "quinta di teatro", per un turismo di massa che "scimmiotta" ancora una volta la vita di città per omologare tutto a tutti. Il successo della montagna dovrebbe essere nell'alternativa alla vita cittadina, non nella sua appendice» Per questo "Noi Walser" propone  «un'alternativa di sviluppo all'imperativo egemone di una crescita inarrestabile a vantaggio di pochi che mette sotto pressione in ugual misura le montagne e le Comunità locali. I meccanismi del passato, fondati sullo sfruttamento delle risorse di un'area limitata, minacciano i nostri sogni e penalizzano il futuro della montagna. La montagna quanto i suoi abitanti hanno bisogno di nuove prospettive. La montagna dispone di tutto quello di cui gli esseri umani avrebbero realmente bisogno: acqua, silenzio, serenità e bellezza, condizioni per continuare a pensare, immaginare e sognare. E' necessario preservare queste basi fondamentali della vita».

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