[11/07/2012] News

Il rame fa male ai salmoni: diventano prede pił facili

Le particelle di rame rilasciate dalle guarnizioni dei freni e le scorie delle  miniere possono influire sul comportamento dei salmoni rendendoli prede più facili per i carnivori. A dirlo è una ricerca condotta da un team della Washington State University e della National oceanic and atmospheric administration (Usa) e pubblicata sull'ultimo numero di  Ecological Applications. A guidare il gruppo di scienziati americani è Jenifer McIntyre, una ricercatrice dell'università di Washington, che ha scoperto che il rame danneggia così tanto l'odorato dei salmoni che non sono più in grado di percepire una sostanza che normalmente li mantiene in allarme. La McIntyre spiega che «Un pesce esposto al rame non riceve le informazioni necessarie per prendere le decisioni giuste».

Già una precedente ricerca aveva dimostrato che il rame incide sui sensi dei salmoni ed altri studi hanno dimostrato che quando l'odorato di un salmone viene alterato  si producono cambiamenti nel comportamento di questi pesci. La McIntyre ha messo insieme le cose e ha esposto giovani di salmone coho (Oncorhynchus kisutch) a quantità variabili di rame e li ha messi in vasche con  una trota fario di Yellowstone (Oncorhynchus clarki) un predatore comune nei fiumi americani. «I risultati sono stati sorprendenti - sottolineano i ricercatori della Washington State University - I salmoni sono sintonizzati con l'odore di una sostanza chiamata "Schreckstoff", in tedesco sta per "roba spaventosa", che viene rilasciata quando un pesce viene fisicamente danneggiato, avvisando i pesci vicini della presenza del predatore». Ma negli esperimenti condotti in un serbatoio di 4 quattro piedi di diametro, i salmoni che non erano stati esposti al rame si fermavano in presenza dello Schreckstoff, rendendo più difficile per i predatori rilevarli grazie ai loro movimenti. In media, passava mezzo minuto prima che fossero  attaccati. Invece i salmoni che nuotavano in acqua con soli cinque parti di rame per miliardo non riuscivano a rilevare lo Schreckstoff e continuavano a nuotare e sono stati attaccati dalla terribile trota in circa cinque secondi. «E' molto semplice e ovvio perché i predatori possono vederli più facilmente, dice la McIntyre - Non sono in modalità di blocco». I pesci esposti al rame diventano incauti  ed hanno anche maggiori probabilità di essere uccisi durante un l'attacco di un predatore: quasi il 30% viene ucciso al primo colpo. Invece il 90% dei pesci non esposti è riuscito a sfuggire asl primo attacco, probabilmente perché erano già diffidente e pronta ad effettuare una schivata. La McIntyre fa notare che «Il comportamento dei predatori era lo stesso sia che fossero stati esposti o meno al rame».

La scoperta potrebbe avere grandi conseguenze sulla pesca al salmone selvatico e sull'intera catena vitale di questo pesce. Il rame raggiunge i corsi d'acqua e le acque marine attraverso molte fonti, tra le quali le  guarnizioni dei freni dei veicoli a motore, i pesticidi, i materiali da costruzione e i rivestimenti protettivi e le vernici antivegetative delle barche. Un tipo di inquinamento che varia nelle zone rurali o boscose elevate  e che nelle aree urbane avviene soprattutto quando la pioggia dilava strade e trasporta la polvere dei freni  ed altri contaminanti. Grazie alle testimonianze dei ricercatori della Noaa, della McIntyre e  di altri, lo Stato di Washington nel 2010 ha avviato la graduale messa al bando delle pastiglie di rame e dei rivestimenti dei freni entro i prossimi 15 o 20 anni. Secondo il  Department of ecology dello Stato di Washington, «Le pastiglie dei freni sono la fonte di circa la metà del rame nei corsi d'acqua urbani dello Stato».

La McIntyre per i suoi esperimenti ha utilizzato concentrazioni di rame comprese tra 5 e 20 parti per miliardo, ma ha campionato un  deflusso di rame di un'autostrada con concentrazioni  60 volte più alte. Inoltre l'effetto del rame è mediato dalla materia organica, che può rendere il metallo disponibile per gli esseri viventi. «I miei scenari sono potenzialmente più simili alla situazione delle miniere di rame che al deflusso delle acque piovane, che porta in genere sostanze organiche disciolte insieme con il rame e altri contaminanti- spiega la ricercatrice - Per  esempio, la miniera di  Pebble proposta in Alaska, dovrebbe produrre decine di miliardi di libbre di rame nei pressi di Bristol Bay, la iù grande area di pesca del salmone sockeye di tutto il mondo».

Ogni anno, milioni di salmone adulti tornano dal mare e risalgono i fiumi dove sono nati per deporre le uova e produrre la prossima generazione di pesci. Ma nei fiumi ci sono sempre meno salmoni sockeye (Oncorhynchus nerka) e questo incidere profondamente sulle dimensioni delle popolazioni della specie in tutto il Nord-Ovest Usa, dall'Alaska allo Stato di  Washington. Probabilmente anche il cambiamento climatico in  corso negli oceani può rendere la vita più difficile ad alcuni branchi di salmoni selvatici, riducendo il loro cibo o aumentando le popolazioni di predatori.

Randall Peterman, uno scienziato canadese della Simon Fraser University spiega: «Abbiamo scoperto che  riduzioni sostanziali di oltre il 50% in termini di produttività si sono verificate negli ultimi due decenni in una vasta area geografica. Siamo rimasti molto stupiti nel vedere questi risultati. Stiamo dicendo che, per spiegare davvero il declino in una popolazione, i ricercatori dovrebbero guardare a quel che sta causando il declino della produttività in altre popolazioni. A seconda di quale meccanismo è la causa del declino, si può o meno essere in grado di far qualcosa».

Nella West Coast, il salmone sono un simbolo dell'acqua e dell'aria pulita e di ecosistemi sani, i Sockeye inoltre costano al kg più di qualsiasi specie di salmone e sono importanti per la pesca commerciale. Nel 2009 i ricercatori hanno registrato il numero più basso di salmone sockeye in 50 anni nel  grande bacino del  Fraser River nella British Columbia. Un calo estremo che è avvenuto nonostante una riduzione dei tassi di cattura, una misura seguita ad una lunga serie di anni di diminuzione del numero dei che ha ridotto il numero di pesci a disposizione delle comunità indigene ed ha innescato problemi di conservazione.

Peterman e i suoi colleghi hanno raccolto dati su 64 popolazioni di Sockeye in Alaska, British Columbia, e Washington che risalgono al 1950. In 24 dei 37 branchi che vivono tra Washington e il sud-est dell'Alaska,  la produttività è scesa notevolmente, con un calo dell'85% in alcuni luoghi. La maggior parte del declino è accaduto negli ultimi 20 anni, un trend che si è progeressivamente esteso sempre più a nord: Va detto che gli stock di salmone dell'Europa centrale e occidentale e dell'Alaska rimangono stabili, ed alcuni sono anche in aumento. Per Peterman la colpa è delle mutate condizioni climatiche e oceanografiche, «Anche se l'oceano non è ancora abbastanza caldo per danneggiare direttamente il salmone. Invece, si sospetta che le acque più calde riducano l'offerta di zooplancton, la principale fonte di cibo per il salmone».

Ma il mare più caldo sta facendo aumentare lungo le coste nordamericane anche le popolazioni di tonno, leoni marini e macarelli che si nutrono di giovani salmoni. Un'altra causa del declino potrebbero essere virus, batteri o parassiti non ancora identificati che si  starebbero diffondendo a una popolazione di salmone all'altra. Nel complesso, i risultati delle due ricerche sottolineano l'importanza dell'ambiente marino e fluviale la cui alterazione che può danneggiare un gran numero di salmoni in una vasta regione. Quello che però nessuno è ancora in grado di spiegare è perche mentre molti stock di sockeye selvatici sono in calo, altre ri sono in aumento, anche nel sistema di Columbia River, che si estende dall'Oregon alla Britsh Columbia. Probabilmente si tratta del faticoso adattamento di questi pesci alle nuove condizioni create dall'uomo che si riflettono sui sistemi naturali. 

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