[10/07/2012] News toscana

Siccità in Toscana, Coldiretti: a rischio le produzioni di mais e seminativi

 

L'estate è iniziata in modo rovente da 20 giorni (anche se la carenza di piogge va avanti da mesi) e le previsioni per l'agricoltura, specialmente per alcune produzioni anche della nostra regione, sono molto preoccupanti. Lo stress idrico rischia di compromettere la stagione del mais e dei seminativi. Se per il grano il pericolo è scampato-informa Coldiretti- per mais, girasole da cui si ricava olio di semi e derivati per mangimi, e sorgo, il rischio di un dimezzamento della produzione è molto realista. In Toscana mais significa, in termini di produzione 24 mila ettari circa, 160-180 mila tonnellate di prodotto per un valore di 40 milioni di euro. 

I girasoli, produzione in forte espansione che caratterizza molti tratti del paesaggio regionale, sono coltivati su 24mila ettari che rendono circa 50 mila tonnellate mentre il sorgo, utilizzato principalmente per l'industria dell'alimentazione animale rappresenta una produzione minore, ma comunque presente con 2 mila ettari per una produzione che si aggira intorno alle 5 tonnellate per ettaro. Complessivamente questi tre prodotti valgono, nello scacchiere economico, 70 milioni di euro che la siccità potrebbe addirittura dimezzare. 

«E' evidente che esiste un problema molto serio- ha dichiarato Tulio Marcelli, presidente Coldiretti Toscana -. Se per il grano i giochi sono fatti e le prime stime sono positive per produzione e quantità, per mais e girasole in particolare, qualche preoccupazione la stiamo avendo. Gli eccessi climatici ed il prolungamento di condizioni particolarmente straordinarie come la siccità, ma anche il freddo e stagioni molto piovose stanno ridisegnando la geografia agricola della Toscana, determinando, come conseguenza, una incertezza nelle produzioni che si traduce in una incertezza economica per le imprese. Dobbiamo abituarci ad affrontare questo genere di anomalie perché non saranno casi sporadici, saranno sempre più frequenti per diventare una regola».

Secondo una prima stima di Coldiretti Toscana la siccità potrebbe infatti, costare in termini di mancata produzione tra il 30% ed il 40% per un valore che si aggira tra i 20-25 milioni di euro. Grosseto, Siena, Arezzo e Pisa le province dove è concentrato il grosso della produzione di mais, sorgo e girasoli. Ma gli effetti della siccità, informano dall'associazione agricola, non riguardano solo cereali e seminativi. Il caldo ha pesanti effetti nel mondo animale con le api stremate che non svolgono più adeguatamente il prezioso lavoro di trasporto del polline e del nettare mentre nelle stalle si registra un crollo delle produzioni del 10 per cento per effetto dello stress a cui sono sottoposte le mucche; l'afa e le temperature elevate hanno tolto poi l'appetito anche ai maiali che stanno consumando fino al 40% in meno della consueta razione giornaliera.

«La Toscana deve attrezzarsi- ha concluso Marcelli- e dare il via ad un piano di pozzi e laghetti dislocati su tutto il territorio regionale da cui le imprese, di tutti i settori, possono in caso di emergenza attingere». L'adattamento agli eventi estremi provocati e accentuati dai cambiamenti climatici è uno dei problemi che sono certamente all'ordine del giorno. Non esistono soluzioni univoche o miracolistiche ma un'adeguata programmazione che parta da un piano di conservazione della risorsa idrica (maggiore risparmio) da attuare in tutti i settori e poi maggiore efficienza nella distribuzione. Uno degli interventi possibili ai fini della tesaurizzazione della risorsa è quello sopra ricordato dei laghetti (tra l'altro ce ne sono molti già esistenti). Ma la valutazione deve essere fatta a scala di bacino in base ai bilanci idrici, eliminando in primis le "diseconomie" che anche in termini di acqua non sono poche.

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