[09/07/2012] News toscana

Spending review e servizi pubblici, De Girolamo (Cispel): «Provvedimento 'bandiera' e con profili di illegittimità»

Le norme che riguardano le imprese pubbliche contenute nel decreto sulla "spending review" pubblicato la sera di venerdì 6 luglio sulla Gazzetta Ufficiale presentano profili di illegittimità e, in ogni caso, costituiscono «un altro provvedimento 'bandiera' che dietro alla solita facciata della lotta ai costi della politica, non rivela alcun significativo impatto sui saldi di bilancio della pubblica amministrazione».

Questo il giudizio, dato a greenreport.it, di Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel Toscana (Nella foto) all'articolo 4 del decreto che riguarda le imprese pubbliche, controllate direttamente o indirettamente da tutte le pubbliche amministrazioni (statali, regionali e locali) che abbiano conseguito nel 2011 un fatturato da prestazioni di servizi a favore delle amministrazioni superiore al 90 per cento. Per esse il decreto prevede lo scioglimento entro la fine del 2013 oppure l'alienazione con procedura ad evidenza pubblica delle partecipazioni detenute entro il 30 giugno 2013 e contestuale assegnazione del servizio per 5 anni.

Secondo De Girolamo, la norma «limita senza adeguata motivazione la libertà di impresa delle amministrazioni pubbliche» e in questo si possono intravedere profili di illegittimità. Ma il punto centrale è che lo stesso articolo introduce delle esclusioni tali da limitare i suoi effetti solo alle società che erogano servizi per gli uffici delle amministrazioni e non per le loro comunità. Restano dunque escluse dal provvedimento le aziende di servizio pubblico operanti in tutti i settori che offrono servizi ai cittadini, non solo idrico, rifiuti, trasporti ed energia, ma anche parcheggi, edilizia residenziale, mense ed anche le holding e le società patrimoniali, in quanto non fatturano niente alle amministrazioni.

«Andranno sicuramente corretti alcuni aspetti», ha aggiunto il presidente di Confservizi Cispel Toscana: «E' opportuno circoscrivere la norma alle aziende a totale partecipazione pubblica e non alle miste anche se controllate dalla pubblica amministrazione, per evitare contenziosi con i soci privati». Inoltre dovrà essere precisata «la possibilità di alienazione anche parziale delle partecipazioni, per evitare operazioni di privatizzazione pura, e prevedere l'esclusione per le società pluricomunali».

Nel ritenere giusto e importante che il Governo prosegua nella sua azione di razionalizzazione e risparmio, ha concluso De Girolamo, «è necessario che sul tema degli assetti delle aziende pubbliche si cominci ad agire con chiarezza, salvaguardando le esperienze che hanno funzionato e che hanno dimostrato che anche la proprietà pubblica può fare buona impresa».

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