[06/07/2012] News toscana

Arezzo: la provincia vieta i prelievi sul torrente Ambra e sul Canale Maestro della Chiana

Come ormai avviene da qualche anno la provincia di Arezzo è tra le prima ad imporre limitazioni ai prelievi delle acque dai fiumi e torrenti per cercare di tutelare gli ecosistemi. Anche il territorio aretino, come molti altri della nostra regione, sta vivendo da tempo un'intensa siccità. I dati degli idrometri indicano un trend generalizzato di portate in flessione rispetto alle medie stagionali, con situazioni anche al limite della sostenibilità ambientale. Particolarmente critica la situazione sul torrente Ambra e sul Canale Maestro della Chiana. In base a queste considerazioni emerse durante la riunione del gruppo di lavoro sulle condizioni dei corsi d'acqua superficiali e sul prelievo delle acque, del quale fanno parte la Provincia (settori Difesa del suolo, Agricoltura e Polizia provinciale), l'Arpat e le associazioni di categoria del mondo agricolo, e valutato che le previsioni meteo, indicano per i prossimi 15 giorni tempo stabile, senza eventi piovosi di rilievo, sono stati presi provvedimenti. Il presidente della provincia Roberto Vasai ha firmato l'ordinanza di sospensione dei prelievi idrici, concessioni e licenze di attingimento, a partire dalle ore 00.00 del 9 luglio 2012 e fino alle ore 24.00 del 22 luglio 2012, che interesserà il Canale Maestro della Chiana, il Torrente Ambra ed i relativi affluenti. Saranno escluse dalla sospensione le concessioni e le autorizzazioni di attingimento per usi idropotabili e civili nella loro totalità; i prelievi da invasi e laghetti irrigui; le concessioni e le autorizzazioni di attingimento con obbligo di rilascio; le concessioni e le autorizzazioni di attingimento per l'abbeveraggio del bestiame; i prelievi irrigui effettuati con attingimenti diretti, privi di sistemi di raccolta o deposito intermedi, che alimentino irrigatori ad alta efficienza (a goccia, microirrigatori a spruzzo statici o dinamici, microgetti o simili). Per chi non rispetta l'ordinanza è prevista una sanzione amministrativa che va da un minimo di 3.000 a un massimo di 30.000 euro, salvo casi di particolare tenuità nei quali si va da un minimo di 300 a un massimo di 3.000 euro. Per quanto riguarda lo stato della qualità delle acque, Arpat, a seguito della campagna di analisi portata a termine nel corso della scorsa settimana, non ha evidenziato nel complesso dei parametri chimico-fisici rilevati, marcati elementi di criticità ambientale per i bacini del Casentino e Valtiberina. Il gruppo di lavoro ha già fissato il prossimo incontro mercoledì 11 luglio, per analizzare i rilevamenti che saranno compiuti nei prossimi giorni, verificare l'andamento della situazione dei corsi d'acqua e adottare eventuale azioni correttive ai provvedimenti intrapresi.

Torna all'archivio