[03/07/2012] News

L’Ue per l’Artico: slalom tra crisi ambientale e "occasioni" economiche

La Commissione europea e l'alta rappresentante dell'Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Catherine Ashton, hanno illustrato oggi il percorso dell'impegno costruttivo dell'Ue nell'Artico, sottolineando che «In questa regione, componente essenziale dell'ambiente del nostro pianeta, il cambiamento climatico avanza inesorabile e si manifesta in modo tangibile anno dopo anno, con un considerevole impatto sull'ecosistema e sui mezzi di sussistenza dei suoi abitanti. Allo stesso tempo, il rapido ritiro dei ghiacci marini e il progresso tecnologico stanno offrendo nuove opportunità economiche nella regione: trasporto marittimo, attività mineraria, estrazione di fonti energetiche e pesca. Queste attività giovano all'economia globale, ma richiedono un'impostazione prudente e sostenibile: se infatti non si rispettano i massimi standard ambientali si avranno ulteriori ripercussioni sull'Artico, che è una regione fragile».

Il documento evidenzia che «Il periodo 2005-2010 è stato il più caldo mai registrato nell'Artico e si prevede che la ragione avrà estati senza ghiaccio entro i prossimi 30-40 anni. I rapidi cambiamenti potrebbero rendere accessibili vaste risorse naturali quali petrolio e gas e aprire rotte di navigazione che potrebbero ridurre i tempi e i costi di importanti rotte commerciali tra l'Europa e l'Asia».

La commissaria Ue per gli affari marittimi e la pesca, Maria Damanaki, ha detto che «L'Artico sta attraversando un periodo di rapidi e importanti mutamenti, che consentono nuove attività economiche in una regione fragile del pianeta. Si presentano sfide ambientali e opportunità che richiedono un'attenzione a livello mondiale e l'UE può contribuire in modo sostanziale alla ricerca, ai finanziamenti, alla lotta contro il riscaldamento globale e allo sviluppo di tecnologie più verdi. Di questo tratta la politica marittima integrata dell'Ue, che vuole contribuire a soluzioni comuni per la gestione sostenibile dei mari».

Secondo la Commissione Ue la strategia adottata si può sintetizzare nelle tre parole «Conoscenza, responsabilità, impegno» e prevede «Una serie di azioni concrete che contribuiscono alla ricerca e allo sviluppo sostenibile nella regione e promuovono tecnologie ecocompatibili che potrebbero essere utilizzate per svolgere in modo sostenibile il trasporto marittimo e l'attività mineraria».

La strategia evidenzia anche le attività nell'Artico intraprese dall'Ue dal 2008 e sottolinea che «Nell'ultimo decennio l'Ue ha contribuito con 20 milioni di euro l'anno alla ricerca nell'Artico e dal 2007 ha investito oltre 1,14 miliardi di euro nello sviluppo sostenibile della regione».

La comunicazione contiene una serie di misure a sostegno della gestione efficace dell'Artico, tra le quali le più importanti sono: il sostegno alla ricerca nell'Artico nell'ambito di Orizzonte 2020, il programma di ricerca e innovazione dotato di 80 miliardi di euro proposto dalla Commissione; il contributo alle operazioni di ricerca e salvataggio nell'Artico tramite il lancio della nuova generazione di satelliti di osservazione; L'aumento delle azioni di lotta contro il cambiamento climatico; il ricorso alle possibilità di finanziamento dell'Ue per massimizzare lo sviluppo sostenibile nell'Artico a beneficio delle comunità indigene e locali; la promozione e lo sviluppo di tecnologie ecocompatibili che potrebbero essere utilizzate dalle industrie estrattive nell'Artico; il potenziamento del dialogo bilaterale sulle questioni attinenti all'Artico con il Canada, la Federazione russa, l'Islanda, la Norvegia e gli Stati Uniti, anche richiedendo lo status di osservatore permanente presso il Consiglio artico; Il maggiore impegno a tenere un dialogo regolare con i rappresentanti delle organizzazioni delle popolazioni indigene sulle politiche e sui programmi dell'Ue.

Il Consiglio artico è la principale sede internazionale competente per lo sviluppo sostenibile e la tutela ambientale dell'Artico. Ne fanno parte gli Stati dell'Artico (Canada, Danimarca, che rappresenta sia la Groenlandia che le Isole Fær Øer, Federazione russa, Finlandia, Islanda, Norvegia, Stati Uniti e Svezia). Le organizzazioni della popolazione indigena sono membri permanenti del Consiglio artico. Nel dicembre 2008 la Commissione europea ha chiesto a nome dell'Ue il riconoscimento dello status di osservatore; la domanda è stata confermata a fine 2011. La decisione in proposito è attesa in occasione della riunione ministeriale del Consiglio artico che si svolgerà nel maggio 2013 a Kiruna.

In totale, la comunicazione prevede 28 punti d'azione. Ecco i più importanti:

Cambiamento climatico: l'Ue, avviata verso il conseguimento dei propri obiettivi di Kyoto, ha dato veste normativa al suo impegno di riduzione del 20% dei gas a effetto serra e conferma l'impegno a realizzare la riduzione dell'80-95% delle sue emissioni entro il 2050.

Sviluppo sostenibile: nel periodo di programmazione finanziaria 2007-2013 l'Ue eroga oltre 1,14 miliardi di euro per sviluppare il potenziale economico, sociale e ambientale delle regioni artiche dell'Ue e delle zone limitrofe.

Ricerca: negli ultimi dieci anni l'Ue ha contribuito in modo determinante alla ricerca sull'Artico, erogando circa 200 milioni di euro di fondi Ue a favore delle attività di ricerca internazionali nell'Artico.

La Ashton ha detto che «Con le azioni presentate oggi vogliamo mostrare al mondo che l'Ue prende sul serio i suoi impegni nei confronti della regione artica. Gli sviluppi nella regione dell'Artico fanno diventare ancora più urgente il nostro impegno di lotta contro il cambiamento climatico globale e assumono una crescente importanza strategica, economica e ambientale per l'Unione europea, che vuole dare un contributo positivo alla cooperazione tra gli Stati dell'Artico e tener conto delle esigenze delle comunità indigene e locali che popolano quelle zone».

Il Parlamento europeo e gli Stati membri sono ora invitati a esprimersi sulle azioni proposte. La comunicazione dà inoltre l'avvio a un processo di dialogo e di consultazione con i paesi dell'Artico, le popolazioni indigene e le altre parti interessate volto a perfezionare la politica dell'Ue per l'Artico.

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