[29/06/2012] News toscana

Della geotermia e di altre fonti rinnovabili

«Geotermia e altre fonti rinnovabili» è il titolo del secondo seminario che CoSviG (Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche) ha organizzato per i soci a Piancastagnaio, che hanno  avuto l'occasione di approfondire i temi legati alla geotermia e alle altre fonti rinnovabili.  

Il seminario, presentato dal Presidente di CoSviG, Piero Ceccarelli si è poi chiuso con l'intervento dell'assessore all'ambiente, energia, cooperazione internazionale della Provincia di Siena, Gabriele Berni, che ha spiegato le linee guida del Piano energetico provinciale recentemente adottato.

In particolare Domenico Liotta (Nella foto), professore associato di geologia strutturale presso l'Università di Bari, nel suo intervento "Il calore della terra: conoscere per capire e condividerne l'uso" ha illustrato il lavoro che svolge il geologo per giungere a caratterizzare una risorsa geotermica e per fornire le indispensabili conoscenze per indirizzare le scelte industriali relative al suo sfruttamento.

Il primo passo è la definizione della cartografia geologica e geotematica che rappresentano la base conoscitiva necessaria in quanto  definiscono la posizione e l'estensione delle aree da investigare con maggiore dettaglio e suggeriscono i metodi di esplorazione più adatti per queste aree.

I sistemi successivi di esplorazione sono di tipo indiretto e non invasivo quali  l'indagine geochimica che serve a stabilire la natura del campo geotermico, per determinare le caratteristiche chimiche del fluido profondo e individuare l'origine dell'acqua di ricarica. La successiva indagine geofisica si pratica per  ottenere indirettamente, dalla superficie o da intervalli di profondità vicini alla superficie, i parametri fisici delle formazioni geologiche profonde.

«Sono tutti metodi non invasivi» ha spiegato Domenico Liotta, necessari ma non ancora sufficienti a giungere a uno studio completo di un campo geotermico ed è bene considerare che «fatto tutto questo si sono già spesi 6 o 7 milioni di euro».

Il passo successivo per giungere alla realizzazione di un «modello concettuale» è rappresentato dal bilancio idrogeologico per sapere quanta acqua c'é.

La presenza di acqua e le caratteristiche di piovosità  infatti sono- ha spiegato il geologo- condizioni indispensabili per indicare un sito  come possibile campo geotermico: « se non piove- ha detto Liotta- non c'è geotermia», indicando che la scarsa piovosità che si è rilevata negli ultimi quindici anni sull'area geotermica toscana potrebbe- anche se non in tempi brevi- creare dei problemi alla geotermia.

Liotta ha infatti spiegato che l'acqua piovana che s'infiltra nel sottosuolo compie un  percorso dell'ordine di decine di anni ( 70-80 anni) e il tempo dipende dalle proprietà geologiche; un tempo assai diverso da quello di ricarica delle falde superficiali che è, invece, dell'ordine di pochi anni. Pertanto la conoscenza delle  caratteristiche di piovosità e il bilancio idrogeologico sono fondamentali per avere informazioni sul campo geotermico.

Solo a questo punto si può - se vi sono le condizioni economiche a supporto - procedere con i pozzi di esplorazione, dal momento che anche questa attività (invasiva) richiede come minimo risorse pari a 5-6 milioni di euro.

I risultati delle prospezioni daranno indicazioni sul tipo di fluido presente - a vapore dominante o ad acqua dominante - e sulla base di questo si dovranno fare le relative scelte industriali.

«Con i campi ad acqua dominante il sistema industriale del ciclo binario funziona bene- ha detto Liotta- mentre non altrettanto si può dire con i campi a vapore dominante perché la reiniezione del vapore é ancora tecnologicamente difficile e molto costosa».

Quindi lo sfruttamento della risorsa geotermica richiede una serie di passaggi indispensabili e la disponibilità di notevoli risorse economiche: la scelta industriale - che discende da studi preliminari molto approfonditi- dipenderà  principalmente dalle caratteristiche geologiche e da valutazioni economiche e tecniche. Infine un elemento fondamentale che Domenico Liotta ha raccomandato «è la re-iniezione del fluido e il costante controllo della sostenibilità del serbatoio».

A questo riguardo il presidente di CoSviG, Piero Ceccarelli,  ha richiamato  l'importanza di un «controllo pubblico dei pozzi e la necessità di un regolamento per recepire in maniera corretta il Dlgs. del 2010 sulla liberalizzazione della geotermia».

Ceccarelli ha quindi indicato il percorso che sta facendo CoSviG per la creazione di una filiera del settore geotermico che parte ««dalla ricerca per sviluppare l'intera filiera geotermica, per evitare che si ripeta l'errore che si è verificato nel fotovoltaico» dove la tecnologia l'abbiamo importata prevalentemente dall'estero.

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