[26/06/2012] News

Dove sono i controlli nell'Area marina protetta delle Isole Egadi?

Come ogni anno, con l'arrivo dell'estate, inizia l'arrembaggio alle cale più belle e suggestive dell'Area marina protetta delle isole Egadi. Legambiente denuncia che «Domenica scorsa nella cala del Preveto, a Favignana, si potevano contare più di 130 imbarcazioni da diporto, che con le loro ancore gettate sul fondale, scarichi di motori, piatti puliti e docce, avranno sicuramente creato un danno ambientale ben maggiore dei famigerati barconi che portano in giro i turisti per le Egadi. Non manca anche chi si arroga il diritto, commettendo un reato penale, di pescare con le bombole o un super yatch di oltre 40 metri che dà fondo all'ancora nella stessa cala del preveto; avrà lasciato un bel buco sul fondo del mare, e di sicuro non avrà richiesto l'autorizzazione o lasciato un becco di un quattrino all'economia egadina».

Infatti, la grandissima parte delle imbarcazioni proviene da Marsala, Trapani e Palermo e il ritorno economico per l'Arcipelago è praticamente zero: «Oltre il 90% di queste imbarcazioni non mette mai piede a terra dicono gli ambientalisti egadini - non comprando un solo gelato o bottiglia d'acqua, ma altresì lasciando un danno ambientale abnorme, tipo l'aratura dei fondali, lo sversamento di detersivi e rifiuti e la conseguente distruzione della nostra preziosa prateria di Posidonia oceanica, che alla lunga comporterà ricadute negative sul comparto della pesca e del turismo stesso».

Il problema della carenza di controlli è forte, tanto ce Legambiente Egadi parla di "mare di nessuno" e si chiede: «Dove sono le autorità che dovrebbero garantire la fruizione e la tutela delle regole uguali per tutti, sia per gli aspetti della sicurezza che della tutela? Dove è lo "Stato" a "mare"? A Favignana si vedono ormai solo i Carabinieri, con un'unica piccola pilotina che fa quello che può. Dove sono i 4 mezzi nautici che il Ministero dell'ambiente negli anni ha acquistato per la Capitaneria di porto di Trapani perché controllasse il mare delle Egadi? Sappiamo tutti che il personale dell'Area marina protetta non può fare sorveglianza, ma solo informazione e prevenzione, non avendo ruolo e veste di polizia giudiziaria. Sappiamo che a luglio partiranno i servizi anche in mare dell'Amp, ma solo per fare informazione e prevenzione; forse anche alcuni vigili urbani stagionali della polizia municipale di Favignana saranno messi sulla pilotina dell'Amp, come l'anno passato, ma sono forze esigue rispetto ai numeri impressionanti del diporto. Ci chiediamo perché il Comune di Favignana non richieda, con forza, un tavolo istituzionale presso la Prefettura per concertare una soluzione interforze, coinvolgendo, oltre a Guardia costiera, carabinieri e polizia municipale, anche altri soggetti come Guardi di Finanza, Polizia, Polizia Penitenziaria, al fine di affrontare il problema in modo organizzato, richiamando le Autorità preposte per legge alla sorveglianza nell'Amp a svolgere il proprio ruolo per davvero. Ora che con coraggio si sono introdotte discipline e regole per il diporto per normalizzare questa Babele di barche, esponendosi ad impopolarità ed attacchi dei soliti noti, quelli allergici alle regole e al rispetto degli altri, ci auguriamo che ci sia una forte sterzata da parte delle Autorità in merito alla sorveglianza. Ci si augura che quello che è accaduto in passato non avvenga più, anche in forza ai nuovi regolamenti legittimati dalla presenza della più grande Area marina protetta d'Europa».

Gli ambientalisti delle Egadi si rivolgono soprattutto al governo e al ministero dell'ambiente, perché «Attuino un serio cambio di rotta nella sorveglianza e diano delle direttive forti e non politicizzate, che permettano ai soggetti locali preposti alla sorveglianza di lavorare serenamente e puntualmente, per una fruizione del mare non come risorsa da sfruttare, ma come paesaggio da tutelare. Vogliamo augurarci che i soliti soggetti politici che da più di trenta anni "regnano" nel territorio della provincia di Trapani, anche da Roma, dettando direttive e strategie, lascino questa morsa e diano corso alle logiche di uno stato di diritto civile».

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