[21/06/2012] News

Riqualificazioni energetiche degli edifici per rilanciare l’occupazione: ci pensa l’Unione europea?

Il ministro dell'Ambiente Corrado Clini da Rio de Janeiro, dove è in corso il vertice sullo sviluppo sostenibile e sul clima, ha dichiarato che dalla crisi si esce non attraverso strade già percorse in passato ma con l'innovazione proposta dalla green economy. Una risposta operativa in tal senso è emersa dal convegno "Contratti e bancabilità per l'efficienza energetica degli edifici", organizzato da Federcasa e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, nell'ambito di Energy Day.

Se in Italia si avviasse il "mercato" delle riqualificazioni energetiche degli edifici pubblici e privati esistenti potrebbero crearsi 30 mila nuovi posti di lavoro per i prossimi 10 anni, con investimenti pari a 17,5 miliardi di euro. Affinché ciò si verifichi gli operatori del settore auspicano iniziative politiche lungimiranti e guardano con speranza alla nuova  direttiva  sull' efficienza energetica in corso di approvazione a Bruxelles.

«La direttiva  prevede  per  l'edilizia  un  fatto  nuovo,  l'impegno  vincolante  per  la   proprietà  edilizia  delle  Amministrazioni  centrali a provvedere,  ogni  anno,  all'efficientamento  energetico  del  3%  del  loro  patrimonio, valutato  intorno  a   60  miliardi - ha dichiarato Paolo degli Espinosa, della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile - Ogni  anno, quindi,  va  riqualificato energeticamente un  valore  immobiliare  di   circa  2  miliardi. Si  tratta  di  un  nuovo  mercato,  che  può  essere traente   anche  per  le   proprietà  dei   comuni  e  delle  province. In tal  modo, le  amministrazioni  pubbliche  potranno  svolgere   anche   un   ruolo  pilota   verso  il  patrimonio  edilizio  privato,  circa   10  volte   maggiore».

Durante il convegno sono emerse le due difficoltà principali per avviare questo nuovo mercato dell'efficienza  energetica di livello "europeo", quindi a pieno edificio, comprensivo di involucro e impianto, basato sull' Epc (Energy performance contract,) secondo quanto previsto Decreto Legislativo 115/2008: la mancanza di un nucleo sufficiente e conosciuto di esperienze e di modalità codificate, tale da permettere una replicabilità senza troppe incertezze e la mancanza di strumentazioni di incentivo economico, finanziarie e bancarie in grado di superare, nel contesto italiano, le difficoltà collegate agli elevati tempi di ritorno degli investimenti (15 anni nel caso di enti pubblici).

«Proprio l'Epc potrebbe facilitare la bancabilità dell'intervento. Esso è infatti caratterizzato dalla garanzia che l'operatore Esco  offre  al  proprietario, pubblico o privato, del  pieno  conseguimento  degli  obbiettivi contrattuali di performance energetica. La garanzia da parte della Esco assume la  forma di  una  fideiussione», hanno concluso gli organizzatori. 

 

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