[20/06/2012] News toscana

Fusti tossici di Gorgona: Regione, Livorno e Pisa chiedono al governo di intervenire

Pensare ad un eventuale utilizzo della Marina Militare

La questione dei fusti contenenti sostanze tossiche, persi il 17 dicembre al lago di Gorgona dall'eurocargo "Venezia" della Grimaldi Lines, si fa sempre più intricata, anche dal punto di vista istituzionale. La Regione Toscana, la Provincia e il Comune di Livorno, insieme alla Provincia e il Comune di Pisa, hanno inviato una lettera congiunta al presidente del Consiglio  Mario Monti nella quale si legge: «Si invita il Governo ad attivarsi con tutti gli strumenti e i mezzi a disposizione, compreso l'eventuale utilizzo della Marina Militare, per consentire il recupero dei fusti nel minor tempo possibile, salvo poi rivalersi in danno con la Società Armatrice».

Lo hanno annunciato oggi gli assessori all'ambiente del comune di Livorno, Mauro Grassi, e della provincia di Livorno, Nicola Nista, rivelando che nella lettera indirizzata a Monti e firmata da Enrico Rossi, Giorgio Kutufà, Alessandro Cosimi, Andrea Pieroni e Marco Filippeschi c'è scritto: «Mentre, seppur con ritardo è prevedibile che entro il 12 luglio vengano recuperati e correttamente smaltiti i 96 fusti già individuati con la prima campagna di ricerca, ciò che desta vivo allarme e sincera preoccupazione è il destino degli altri 102 bidoni dispersi (...). Rimangono tuttora più di 100 bidoni in fondo al mare di cui si ignora la posizione (...).In questa situazione critica   si inseriscono in queste ore le difficoltà addotte dall'Armatore a continuare la ricerca, a causa degli alti costi che sarebbero prodotti da una nuova campagna con più ampio perimetro e maggiore profondità di fondale. In attesa di ulteriori sviluppi le ricerche sono state quindi interrotte col rischio costante di vedere peggiorare lo stato ambientale di un ecosistema particolarmente delicato come quello dell'Arcipelago Toscano, sede di un parco già martoriato dagli eventi legati alla Costa Concordia».

Grassi e Nista sottolineano: «Abbiamo mantenuto l'impegno di inviare una richiesta al governo perché si adoperi per il recupero dei bidoni, rivalendosi sulla società armatrice sulla base del principio che "chi inquina paga". Anche se il monitoraggio delle acque e del pescato non ha rilevato fino a questo momento alcuna anomalia, i fusti vanno tolti dal nostro mare, per la sicurezza e la tranquillità dei cittadini. Siamo completamente d'accordo  con chi a Livorno raccoglie le firme per "togliere i bidoni", e questa lettera rappresenta l'adesione, o meglio, la "firma" delle istituzioni a questa campagna, oltre a rappresentare un ulteriore atto concreto da parte delle istituzioni stesse, messo in campo rispetto alla vicenda».

I due assessori livornesi evidenziano che «Anche se Comuni e Province non hanno alcuna competenza in materia, sono i soggetti che, affiancati dalla Regione, hanno insistito per istituire una task force in Prefettura, coordinata dalla Capitaneria di Porto e composta, oltre che dagli enti citati, dai Ministeri dell'Ambiente e della Salute, da Ispra, Istituto Superiore di sanità e da Arpat, con l'obiettivo di affrontare i vari aspetti della vicenda. Task force che oggi è impegnata a far sì che i monitoraggi e le analisi sulle acque e sul pescato continuino finché la ricerca dei fusti non sarà completata».

Va anche detto che le difficoltà sembrano molte e soprattutto di carattere economico:  in una recente tavola rotonda sulla protezione del mare ospitata da "La Nuova ecologia" il direttore della Direzione generale per la protezione della natura e del mare del ministero dell'Ambiente, Renato Grimaldi, disse più o meno che non c'erano i fondi necessari per trovare e recuperare tutti i fusti tossi finiti in mare più di 6 mesi fa al largo di Gorgona.

 

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