[15/06/2012] News toscana

La "Forza dei Territori" è anche in Toscana

Tra le esperienze raccolte nella mostra organizzata da Legambiente in occasione di Rio+20, due riguardano anche la Toscana

A distanza di 20 anni dalla prima Conferenza di Rio de Janeiro  sull'Ambiente e lo Sviluppo delle Nazioni Unite, il Summit della Terra, dal 20 al 22 giugno si terrà in Brasile il summit internazionale di Rio+ che ha il proposito di porre nuovamente all'attenzione dei governi e dei cittadini la necessità di individuare uno sviluppo possibile per il pianeta.

Una strada che per quanto necessaria sembra difficile far passare come l'unica possibile per dare risposte alle crisi economica, ecologica e sociale che sta vivendo gran parte del pianeta.

Ma per non perdere il filo della speranza e a dimostrazione che il percorso delle riconversione ecologica è possibile Legambiente celebra Rio+20 con una iniziativa che vuole mostrare quanto già in atto nel nostro paese.

La forza dei Territori è il titolo dell'evento che sarà accompagnato da una mostra in cui l'associazione ambientalista racconta le storie e i numeri di un'economia verde trasversale a tanti settori e frutto di un'alleanza tra soggetti sociali e istituzionali, di imprese innovative e di relazioni culturali e di ricerca.  Tra le esperienze raccolte da Legambiente (la mappa completa con i racconti di ognuna di esse si trova sul sito dell'associazione) due riguardano anche la Toscana.

Una di queste la conosciamo bene e riguarda la Revet, l'azienda che ha sede a Pontedera, specializzata nella raccolta e selezione dei rifiuti da destinare al riciclo e che a un certo punto ha voluto provare anche il riciclo di quelle plastiche eterogenee (che sono quasi il 60% delle plastiche raccolte da Revet)  altrimenti destinate ad essere  smaltite come rifiuti non più utilizzabili.

La storia - che Legambiente chiama il miracolo di Revet - comincia nel 2009 quando il presidente Valerio Caramassi, recentemente riconfermato alla guida dell'azienda, intraprende una strada erta e piena di ostacoli con l'obiettivo di avviare una  nuova politica industriale finalizzata al riciclo di materia per rilanciare il manifatturiero toscano.

Nasce quindi il progetto integrato di sistema Pro-Plasmix grazie ad un investimento in ricerca e impiantistica di circa 11 milioni di euro, realizzato da Pont-Tech (consorzio toscano per l'innovazione) con il cofinanziamento della Regione Toscana da cui  è stato possibile trasformare le plastiche eterogenee , il plasmix, in manufatti industriali.

Fondamentale per lo sviluppo del progetto, è stata anche l'attività di ricerca (grazie al contributo di PontLab), per individuare  le  mescole polimeriche innovative in cui la percentuale di Plasmix potesse arrivare fino al 30-40% a seconda del prodotto da realizzare. Tra i "Ri-prodotti" a base di Plasmix, che sono stati realizzati vi sono bauletti e pedane per i 2 ruote Piaggio, i pallets per il trasporto merci, i pannelli fonoassorbenti realizzati per la società Autostrade, i profilati da arredo urbano esterno, le persiane per i prefabbricati o le scope e altri utensili di uso domestico.

Il miracolo Revet è quindi l'aver scommesso nella possibilità di far tornare a nuova vita rifiuti raccolti sì in maniera differenziata ma che non sarebbero stati destinati a riciclo e nel trovare la modalità di riutilizzare la materia prima secondaria ottenuta per farne nuovi prodotti. Svelando il luogo comune che differenziare non è riciclare e ponendo fortemente l'accento sulla necessità di  trovare un adeguato sbocco di mercato per i prodotti ottenuti attraverso il processo industriale del riciclo di materia.

Non è un caso che il motto di Revet, è "la differenza la fai se li ricompri!" e l'azienda è diventata capofila di un progetto più complessivo - "Ri-Prodotti in Toscana" - che oltre alle plastiche eterogenee comprende il riciclo e la realizzazione di manufatti a partire dalle raccolte differenziate del vetro e dei contenitori poliaccoppiati come quelli Tetra Pak.

Il vetro che i toscani conferiscono nei contenitori del multimateriale  o nelle campane monovetro  e che Revet raccoglie e seleziona nei suoi stabilimenti, viene  inviato alla Zignago di Empoli che li rifonde nei suoi forni per farne nuove bottiglie.

Il poliaccoppiato per bevande conferito nel multi materiale e selezionato da Revet, viene avviato al Gruppo Lucart di Diecimo (Lucca) dove la fibra di cellulosa è separata dai fogli di polietilene e di alluminio; la prima è riutilizzata da Lucart per la sua linea di prodotti tissue, gli altri componenti diventano  gadget e articoli di cancelleria.

Spostandosi in un'altra provincia toscana, quella di Arezzo, e in particolare nel Valdarno a Terranuova Bracciolini si trova la seconda esperienza toscana raccontata da Legambiente nella mostra "La Forza dei Territori", inaugurata oggi alle scuderie di Palazzo Ruspoli.

L'azienda, la Power One è californiana ma è proprietaria di uno stabilimento con know how tutto italiano che produce inverter per eolico e fotovoltaico, necessario per trasformare in corrente alternata la tensione continua generata da fonti rinnovabili. Lo stabilimento, che occupa circa 1.200 persone, più del doppio rispetto a tre anni fa, nelle linee di produzione all'avanguardia e nei laboratori di ricerca sono molti i giovani impegnati. Una storia di successo, che nasce da una crisi. In questo sito industriale, infatti,  per circa quarant'anni sono stati prodotti apparecchi televisivi, alimentatori e altri componenti tv. E' stata la crisi nel settore delle telecomunicazioni iniziata nel 2002, che ha portato l'azienda sull'orlo del fallimento (metà del personale fu licenziata e una parte della produzione delocalizzata in Cina), a far rinascere l'attuale linea di produzione.

La chiave di volta fu la diversificazione verso i nuovi mercati della green economy, iniziata con  la produzione di  microturbine per la generazione diffusa di energia, poi un volano ad aria compressa per immagazzinare quella da fonti discontinue,  sino agli inverter fotovoltaici ed eolici che oggi rappresentano il prodotto di punta.  L'azienda è ora fra i leader del settore a livello mondiale: il loro mercato è al 50% in Italia, e il 25% in Germania e poi anche Australia, Francia, Regno Unito, Spagna, Usa e Cina.

L'ultima grande scommessa dell'azienda è il Centro di eccellenza e sviluppo per le energie rinnovabili: 1.600 metri quadri distribuiti su due piani in cui fare ricerca tecnologica, progettazione e test, intensificando la collaborazione con le università della Toscana e magari esportando il modello Power One anche oltre confine.

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