[12/06/2012] News

Eolico in continua crescita: 6,4% dell’elettricità italiana. Il 15 giugno nell’Ue è Wind day

Monitoraggio su eolico e avifauna: protocollo Anev - Legambiente

La diffusione dell'eolico sembra inarrestabile e nel nostro Paese è ormai diventata una sfida di qualità per fare in modo che gli impianti vengano realizzati con attenzione al paesaggio e all'ambiente. Per questo Legambiente e Associazione nazionale energia del vento (Anev), che nel 2003 avevano già sottoscritto le Linee guida per l'integrazione degli impianti nel paesaggio, hanno deciso di affrontare un altro tema spinoso per l'eolico: l'interazione tra impianti e avifauna. Oggi a Roma le due associazioni  hanno un protocollo di monitoraggio della fauna realizzato da un comitato scientifico indipendente e con la collaborazione dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). «Vogliamo contribuire ad alzare il livello del confronto scientifico su questi temi, il protocollo è il primo risultato di questo lavoro su cui vogliamo aprire un confronto con Regioni, studiosi, associazioni, che è affiancato da un sito internet dedicato a pubblicazioni scientifiche sul tema e ad approfondimenti sulle valutazioni dei risultati dei monitoraggi già effettuati e di interventi di mitigazione e compensazione degli impatti - ha spiegato il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini - Occorre, infatti, evitare o limitare al minimo gli impatti nei confronti della biodiversità, studiando attentamente le diverse situazioni territoriali e le specie presenti. Al momento infatti non vi sono regole nazionali o linee guida in materia».

Anev evidenzia che il "Protocollo di Monitoraggio dell'Osservatorio Nazionale su Eolico e Fauna", punta «Ad ampliare le conoscenze scientifiche sul tema del rapporto tra produzione di energia elettrica da fonte eolica e popolazioni ornitiche e di chirotterofauna, con l'obiettivo di rafforzare la tutela ambientale e al tempo stesso promuovere uno sviluppo di impianti eolici sul territorio italiano che sia attento alla conservazione della biodiversità. Tra i risultati è stato elaborato un Protocollo di Monitoraggio che si propone di indicare una metodologia scientifica da poter utilizzare sul territorio italiano sia per il monitoraggio degli eventuali impatti dell'eolico sull'avifauna che per la realizzazione di interventi tesi a mitigare e/o compensare tali tipologie di impatti».

Il 15 giugno in tutta Europa si festeggia il Wind Day, la giornata del vento promossa dall'Ewea l'associazione europea dell'energia eolica e dal Global Wind Energy Council, un appuntamento che vuole informare i cittadini sull'importanza dell'eolico per combattere il cambiamento climatico e contribuire a raggiungere gli obiettivi europei di produzione di energia da fonti rinnovabili decisi per il 2020, nel rispetto del Protocollo di Kyoto.

Tra le molte iniziative previste in Italia per la Giornata dell'eolico, ci sono I weekend del vento promossi da Legambiente in collaborazione con Anev. Visite guidate agli impianti eolici, in Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Marche, Toscana, Abruzzo, Puglia, Campania e Sicilia organizzate per il 16 e il 17 giugno. Tutti gli impianti sono posti in luoghi particolarmente suggestivi sotto il profilo paesaggistico e ambientale e spesso poco conosciuti, l'opportunità di visitarli è anche un'occasione per scoprire l'originale rapporto che si crea tra le torri e i paesaggi.

Legambiente  ha presentato un dossier con gli ultimi dati aggiornati ad aprile: «In Italia, l'eolico continua a crescere in termini di produzione e di diffusione, nel 2011 ha garantito oltre 10 TWh di produzione di energia pulita. Complessivamente sono 7.250 i MW installati tra 16  Regioni e 450 Comuni, grandi parchi e impianti mini e micro».

Il documento del Cigno Verde fa il punto anche sugli obiettivi e i problemi aperti ma sottolinea che «Negli ultimi mesi, la crescita della produzione è stata continua, tanto che ad aprile l'eolico, secondo i dati di Terna, ha garantito il 6,4% della produzione elettrica complessiva italiana, mentre il picco di produzione sulla rete rispetto ai fabbisogni è stato toccato il 5 dicembre 2011, quando si è superato il 9%».

Secondo Legambiente l'eolico «In una prospettiva energetica realmente sostenibile l'eolico può arrivare a garantire il 10% dei fabbisogni elettrici italiani complessivi, e per questo diventa fondamentale che il governo non freni questa prospettiva, come purtroppo avverrebbe con i decreti in corso di approvazione che introducono uno stop alle installazioni e più burocrazia, e invece dia certezza agli investimenti con incentivi certi, anche se ridotti, e attraverso regole chiare per l'approvazione dei progetti in tutte le Regioni.

In totale in Italia risultano installati 7.249,28 MW di energia eolica, ecco la "classifica dell'Eolico installato nelle regioni Italiana: Sicilia (1.733,06 MW); Puglia (1.471,37); Campania (1.178,75); Sardegna (991,66); Calabria (804,75); Molise (356,31) Basilicata (315,66); Abruzzo (234,92); Lazio (51,00); Toscana (44,75); Liguria (34,20); Emilia Romagna (16,30); Piemonte (12,65); Trentino-Alto Adige (2,55); Veneto (1,35)

Zanchini è convinto che «Puntare sull'eolico è nell'interesse di un Paese come l'Italia perché permette di ridurre le importazioni di fonti fossili e la produzione da impianti inquinanti che sono, oltretutto, la ragione principale degli aumenti in bolletta avvenuti negli ultimi 10 anni in Italia. Oggi un sistema energetico incentrato sulle fonti rinnovabili non è più un sogno, ma uno scenario a portata di mano, nel quale l'eolico può concorrere insieme a solare, idroelettrico, biomasse, geotermia, e a una seria politica di efficienza e risparmio, a rendere il nostro sistema energetico più moderno, pulito, efficiente e meno dipendente dall'estero. La crescita degli impianti eolici nel territorio italiano è la migliore garanzia per un futuro energetico realmente sicuro e pulito. Per continuare nella crescita delle installazioni si dovrà intervenire con politiche attente ai territori, come la sostituzione e il repowering degli impianti esistenti, la realizzazione di nuovi progetti di piccola e grande taglia integrati nel paesaggio e poi attraverso impianti offshore, che nel nostro Paese sono ancora fermi per colpa di procedure che non danno alcuna certezza agli investimenti».

 

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