[07/06/2012] News toscana

Gas serra, la Toscana (e l’Italia) entro i limiti europei d’emissione. Ma incide la crisi

La Regione Toscana è in deficit: per una volta, questa è almeno parzialmente una buona notizia. L'indagine annuale di EcoWay - società di consulenza attiva nell'ambito del carbon trading - fotografa l'andamento delle emissioni di gas serra rispetto ai comparti produttivi (su fonte informazioni Carbon Market Data). Secondo tale studio, gli impianti industriali collocati in Toscana hanno prodotto una percentuale minore di anidride carbonica rispetto ai limiti imposti dall'Unione Europea, conseguendo complessivamente un -5%. La media nazionale è del -3% di emissioni rispetto ai permessi concessi. Tra le regioni più virtuose il Veneto (-34%), il Piemonte (-28%), il Trentino (-18%) e la Lombardia (-15%). Sforano significativamente i limiti: il Lazio, la Sardegna, la Puglia e la Sicilia.  

«Le aziende che non rispettano i limiti previsti vengono multate: 100 euro per ogni tonnellata di CO2 non coperta», spiega il presidente di EcoWay, Guido Busato, che aggiunge: «Il dato, a livello nazionale, che vede il nostro Paese al di sotto dei parametri imposti da Bruxelles  con un -3% è da valutare alla luce della diminuzione delle produzioni causata dalla crisi».

Gli stati membri dell'Unione Europea hanno fissato, per le aziende dei settori maggiormente inquinanti, un tetto massimo di emissioni tollerate. Se la quota prodotta è inferiore al livello previsto, l'azienda può vendere le proprie eccedenze sul mercato sotto forma di veri e propri titoli finanziari. Al contrario, se durante l'anno l'impresa ha prodotto più inquinamento, deve comprarli per ristabilire l'equilibrio. Le aziende che non rispettano i limiti previsti vengono multate: 100 euro per ogni tonnellata di CO2 non coperta. Con il 2012 si chiude la cosiddetta seconda fase dell'Emission Trading Scheme (ETS), a seguito dei primi 7 anni di attività del mercato delle emissioni inquinanti. Dal 2013 si apre la terza fase che prevede già alcune modifiche, tra cui l'introduzione del meccanismo di assegnazione ad asta per una percentuale dei certificati di emissione di ciascuna impresa

I permessi di emissione di CO2 vengono allocati sul territorio nazionale in base alla presenza di attività produttive. Attualmente i principali settori sottoposti alla normativa sono: attività energetiche, raffinazione, cementifici, produzione di materiali ferrosi, produzione di vetro, industria della ceramica e produzione di carta. All'elenco si aggiungono, da quest'anno, anche le compagnie aeree.

Nel 2011, il totale di permessi di emissione allocati alla Toscana è di quasi 9.400 migliaia di tonnellate mentre la soglia raggiunta è stata 8.917 migliaia di tonnellate. Nel triennio dal 2008 al 2010 la Regione ha conseguito risultati altalenanti passando da un +11% del 2008 a un -11% del 2009, per poi tornare a un +1% nel 2010; come specificato anche da Busato, il quadro attuale è comunque influenzato (a livello nazionale, e quindi anche toscano) fortemente dallo stato di crisi al quale l'economia reale è sottoposta, ed i risultati "positivi" ottenuti dunque dalla Regione in termini di ridotte emissioni emesse devono gioco forza essere letti anche in quest'ottica.

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