[06/06/2012] News

I finanziamenti per proteggere la biodiversitą nel 2020 potrebbero raggiungere i 160 miliardi di dollari

Per rispettare gli obiettivi di Aichi, «Rivedere le prioritą e reindirizzare i finanziamenti alle aree pił a rischio»

I finanziamenti per la biodiversità nel 2010 dovrebbero aver raggiunto  i 52 miliardi di dollari e nel 2020 potrebbero arrivare a 160 miliardi  «Se i settori pubblico e privato lavoreranno insieme per realizzare una serie di approcci finanziari». E' quanto si legge sul  Little Biodiversity Finance Book  pubblicato dal Global Canopy Programme (Gcp) che è arrivato alla terza edizione. 

Il libro analizza i meccanismi per aumentare le disponibilità finanziarie per la biodiversità, di come migliorare il loro conferimento e  e come le istituzioni possano sostenere l'aumento del livello delle richieste. Si tratta di uno  dei  temi centrali che saranno discussi tra pochi giorni alla Conferenza Onu sullo sviluppo sostenibile "Rio +20" e ad ottobre alla 11esima Conferenza delle parti della Convention on biological diversity (Cbd).

Utilizzando le ultime informazioni disponibili, gli autori della pubblicazione dimostrano che i finanziamenti per la biodiversità erano pari a 51,8 miliardi di dollari nel 2010, l'anno del summit di Nagoya, quando fu chiaro che la comunità internazionale non era riuscita a rispettare l'obiettivo della biodiversità a livello mondiale ed a «Raggiungere una riduzione significativa del tasso attuale di perdita della biodiversità» fissato dalla Cbd.  

Due anni fa si convenne di raggiungere entro il 2020 nuovi obiettivi più ambiziosi, noti come "Aichi Targets", con lo stanziamento di maggiori risorse finanziarie. Ma uno degli autori dello studio, Nick Oakes, un economista ambientale del Gcp, sottolinea che «Le  percentuali allocate alle diverse parti del mondo devono cambiare. Il mondo non è riuscito a rispettare l'obiettivo del 2010 di ridurre la perdita di biodiversità a causa della mancanza di finanziamenti, ma anche perché il finanziamento disponibile è stato speso nei posti sbagliati».

Fondamentalmente, deve cambiare la distribuzione dei finanziamenti per la a biodiversità: «Anche a se il 78% dei finanziamenti è attualmente prodotto nei Paesi sviluppati,  il 59% viene distribuito in questi stessi Paesi, mentre solo il 41% viene assegnato ai Paesi in via di sviluppo, dove esiste la maggioranza della biodiversità del mondo e l'impatto della perdita della  biodiversità sono più fortemente sentite». Infatti la maggiore concentrazione di biodiversità risulta nei Paesi emergenti e nelle economie in via di sviluppo: America Latina e Caraibi,  Africa e Asia (Cina non compresa). «Tuttavia - dice il Gcp  - il finanziamento deve ancora aumentare su tutta la linea, anche perché i Paesi sviluppati con i loro più alti livelli di finanziamento non sono riusciti a raggiungere l'obiettivo nel 2010». 

Il Little Biodiversity Finance Book analizza 17 meccanismi di produzione dei finanziamenti che vanno dall'assistenza ufficiale allo sviluppo, alla riforma del sussidi per i combustibili agricoli e le materie prime fossili,  alle "greening commodities" e ai cap-and-trade markets. I ricercatori sostengono che «Tutti i 17 meccanismi devono essere sfruttati e bisogna dar loro delle priorità al fine di realizzare gli obiettivi di Aichi. Insieme, i meccanismi potrebbero far aumentare i finanziamenti fino a 159 miliardi di dollari all'anno entro il 2020, più di tre volte quello che è stato speso nel 2010». 

La pubblicazione rivela che l'attuale finanziamento per la biodiversità è prevalentemente a carico dei beneficiari dei servizi ecosistemici, che nel 2010 hanno prodotto il 93% dei finanziamenti, mentre gli "inquinatori", cioè chi riduce direttamente la biodiversità e i servizi eco sistemici, hanno pagato solo il 7%. Secondo lo studio, «Per aumentare le disponibilità finanziarie in tutti i meccanismi per raggiungere il loro pieno potenziale, un maggior  costo dovrebbe essere spostato verso gli inquinatori». Questo perché le priorità e la proporzionalità dei finanziamenti generata da meccanismi basati sul mercato deve tendere a favorire il principio "chi inquina paga". Attualmente solo il 20% dei finanziamenti per la biodiversità  provengono da meccanismi basati sul mercato, come ad esempio le materie prime "verdi" e le spese per la a biodiversità, mentre il restante 80% è generato da approcci non di mercato, come l'assistenza ufficiale allo sviluppo e la dotazione del bilancio interno di ogni Stato. 

Gli autori dello studio non prediligono un approccio piuttosto che un altro, dicono però che «Se la cifra da raggiungere è quella di 159 miliardi di dollari sarà necessario un maggiore tra i finanziamenti basati sul mercato e quelli non di mercato». Il problema, come dimostrano le cifre, è che le imprese private sembrano molto favorevoli ad investire nello sfruttamento delle risorse naturali, ma poco nella loro tutela.

Invece, secondo il segretario esecutivo della Cbd, Braulio Ferreira de Souza Dias, «Gli investimenti nella diversità biologica offrono indubbiamente vantaggi economici, come dettaglia lo  studio Teeb (The Economics of Ecosystems and Biodiversity, ndr). Dobbiamo quindi considerare tutte le opzioni atte a sfruttare le risorse da fonti già esistenti per il raggiungimento degli obiettivi di Aichi della biodiversità del l 2020. Questo deve essere fatto simultaneamente attraverso il mainstreaming, incorporando criteri di sostenibilità negli appalti pubblici, rivedendo le sovvenzioni ed altri strumenti economici e coinvolgendo  ulteriormente il settore delle imprese, tra gli altri, nel rispetto dei diritti delle comunità indigene e locali in materia di accesso alle risorse biologiche. Questa nuova edizione del Piccolo Libro delle Finanze biodiversità fornisce dati utili sulle spese correnti e idee per mobilitare risorse aggiuntive, fornendo un prezioso contributo per la discussione nella alla Cop11 sulla mobilitazione delle risorse». 

Il  Little Biodiversity Finance Book è già disponibile on-line, invece le copie cartacee saranno distribuite proprio durante la Cop11 della Cbd che si terrà ad Hyderbad, in India.  

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