[06/06/2012] News

Striscia di Gaza: la terribile situazione ambientale nel World environment day

Stanotte due violenti raid aerei israeliani si sono nuovamente abbattuti sulla Striscia di Gaza, concludendo così un World environment day nel quale, in questa enorme e claustrofobica prigione a cielo aperto, non c'è stato niente da festeggiare, tantomeno la green economy che era il tema della giornata.

Al Mezan, un'organizzazione palestinese per i diritti umani, ricorda che la Giornata mondiale dell'ambiente è «Un'occasione importante per far valere l'importanza del rispetto dei diritti ambientali di tutti i popoli. Le convenzioni internazionali sui diritti umani sottolineano la stretta relazione tra l'ambiente e il godimento individuale dei diritti fondamentali. La realizzazione dei diritti ambientali è un fattore chiave nella vita e nel benessere delle persone. Quest'anno, il World environment day veniva celebrato con lo slogan "green economy", sottolineando il ruolo fondamentale dell'ambiente nel raggiungimento dello sviluppo, preservando le risorse naturali contro l'esaurimento e l'inquinamento».

Il Centro Al Mezan per i diritti umani dice che tutto questo nella popolatissima e disperata Striscia di Gaza non è possibile: «A Gaza persistono crisi elettrica, l'assedio voluto da Israele e la non disponibilità delle risorse necessarie per la tutela dell'ambiente. Regnano degrado ambientale, risorse naturali inquinate e metodi agricoli non evoluti». e «Invita la comunità internazionale a rispettare i suoi obblighi legali e morali per migliorare la situazione ambientale nel territori palestinesi occupati (Tpo) ad a porre fine alle violazioni israeliane in corso».

Ma ce n'è anche per le autorità locali palestinesi, cioè Hamas che governa con il pugno di ferro la Striscia e l'Olp che amministra tra corruzione e compromessi i "bantustan" palestinesi della Cisgiordania, invitate «Ad adottare misure efficaci per migliorare le condizioni ambientali nei territori palestinesi occupati e nella Striscia di Gaza in particolare, che soffre di un continuo degrado ambientale. il danno ambientale è dovuto al consumo eccessivo e all'inquinamento delle risorse naturali, in assenza di una green economy».

Al Mezan sottolinea alcuni dei problemi ambientali più acuti nella Striscia di Gaza: «Il settore energetico e dei trasporti , che sta soffrendo una grave crisi a causa delle interruzioni dell' elettricità che continuano per lunghe ore ogni giorno a causa della mancanza del carburante necessario per alimentare l'impianto di energia elettrica. Questo ha costretto le persone ad utilizzare generatori di piccole dimensioni per mantenere una regolare fornitura di energia elettrica in casa Questi generatori aumentano l'inquinamento ambientale. La crisi del carburante ha anche un impatto sul settore dei trasporti, se la crisi continua, i conducenti possono ricorrere all'uso di oli vegetali per eseguire le loro auto. Questi oli sono altamente dannosi per l'ambiente e per la salute umana».

Per quanto riguarda la rete idrica ed i servizi igienico-sanitari, l Striscia di Gaza soffre di una grave carenza di acqua potabile: «Le informazioni disponibili indicano che il 95% delle acque sotterranee, l'unica fonte interna di acqua potabile, è inquinato o non potabile. Le reti fognarie gestiscono non più del 65% degli scarichi delle acque reflue provenienti da zone residenziali, il resto è veicolata attraverso canali aperti in un pozzo dove rimane per essere assorbito nel terreno. Le acque di scarico e le conseguenti perdite inquinano le acque sotterranee. l'80% delle acque reflue scaricate attraverso reti fognarie è oggetto di scarico in mare, aumentando l'inquinamento marittimo, il resto è depositato in aree aperte, provocando anche così l'inquinamento delle acque sotterranee».

La gestione del territorio è un eufemismo nel formicaio brulicante di Gaza: «L'uso eccessivo delle sabbia ha avuto effetti gravi per l'ambiente e le fonti d'acqua sotterranee, oltre all'esaurimento della stessa sabbia, che è una preoccupazione, perché i quantitativi di sabbia sono molto limitati. Questa situazione persiste a causa dell'assedio israeliano e dell'impossibilità di importare sabbia o trovare materiali da costruzione alternativi. Gli agricoltori, nonostante l'uso della chimica organica, in alcuni casi, fanno un uso improprio di fertilizzanti chimici, causando danni all'ambiente, alle acque sotterranee ed alla salute umana».

La situazione della gestione dei rifiuti è drammatica: «Il 90% delle attrezzature necessarie per la gestione dei rifiuti solidi non è disponibile, e il materiale disponibile è fatiscente e non idoneo all'uso. Anche la principale discarica di rifiuti solidi idi Juhr Ad-Dik ha smesso di funzionare a causa della mancanza di attrezzature».

Secondo Al Mezan «Le forze di occupazione israeliane (Iof) persistono in pratiche che danneggiano l'ambiente. Dopo aver esaurito l'ambiente e le risorse naturali della Striscia di Gaza spostando la produzione agricola da impianti eco-sostenibili a quelli nocivi, l'Iof continua a vietare l'ingresso di materiali e attrezzature necessarie per attuare la potabilizzazione e per i progetti per le acque reflue».

Inoltre i raid militari israeliani a Gaza continuano a devastare terreni agricoli e pozzi d'acqua e l'associazione palestinese accusa l'esercito israeliano di utilizzare «Armi con uranio impoverito, gas tossici, fosforo bianco (utilizzato durante l'Operazione Piombo Fuso), e altre sostanze chimiche che hanno effetti negativi sull'ambiente e sugli esseri umani».

Al Mezan dice che mentre il mondo celebrava la Giornata mondiale dell'ambiente dedicata alla green economy ed al suo ruolo nel benessere umano, «La grave situazione ambientale nella Striscia di Gaza diventerà peggiore se continueranno i tagli dell'energia elettrica e l'assedio» e per questo chiede:

«1. La comunità internazionale rispetti i suoi obblighi legali e morali ed intervenga prontamente per assicurare che la popolazione di Gaza possa realizzare i suoi diritti ambientali; 2. La comunità internazionale adotti misure efficaci per garantire la fine della punizione collettiva imposto a Gaza da parte dell'Iof, compreso togliere l'assedio, garantire la libertà di movimento e garantire l'arrivo del materiale necessario per i vari settori legati all'ambiente; 3. La fine della divisione palestinese, e garantire che i servizi pubblici siano separati dai conflitti politici al fine di garantire una migliore gestione ambientale».

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