[04/06/2012] News

L'Ikea abbatte le antiche foreste dalla Karelia russa per produrre mobili a basso prezzo?

Una coalizione di associazioni ambientaliste mette in dubbio la certificazione Fsc

Un'alleanza di associazioni ambientaliste, capeggiata dall'Ong svedese Protect the Forest, ha lanciato una nuova campagna contro la multinazionale del mobile Ikea che ha ottenuto concessioni per abbattere antiche foreste nella regione russa della Karelia. Secondo le associazioni la Swedwood, una controllata di Ikea, sta tagliando migliaia di ettari di antiche foreste e distruggendo la loro biodiversità.  Il problema è che i 300.000 ettari in concessione alla Swedwood sono certificati dal Forest stewardship council (Fsc), il più autorevole certificatore forestale del mondo. In un comunicato rilanciato anche da Mongbay.com, Andrei Laletin di Friends of the Siberian Forests sottolinea: «E' molto triste che foreste che ci hanno messo secoli per maturare possano andare perse in pochi giorni. Grazie alla promozione da parte di Ikea del consumo di massa di prodotti del legname a basso costo, l'apprezzamento della gente per il vero valore delle antiche foreste è compromesso e questo minaccia i diritti delle generazioni future di godere i vantaggi del nostro patrimonio forestale». 

Secondo gli ambientalisti l'Ikea sta radendo al suolo foreste con alberi di un'età che varia tra i 200 e i 600 anni ed anche Josefin Thorell, una portavoce dell'Ikea, ha ammesso su  Mongabay che «L'età media degli alberi abbattuti nella regione è di 160 anni», ma ha aggiunto che «L'età degli alberi tagliati è meno importante della gestione complessiva della concessione. In una gestione responsabile delle foreste si tratta davvero di gestire la foresta in modo da proteggere la biodiversità, piuttosto che concentrarsi sull'età dei singoli alberi. Risparmiamo il  16 - 17% della foresta per preservare i valori di alta conservazione, il che è ben al di sopra dei requisiti di legge, nonché dei requisiti Fsc. Il livello corrisponde l'obiettivo globale fissato dall'Onu  nella Convention on biological diversity (Cbd)». Ma le foreste più vecchie sono importantissime perché ospitano i più alti livelli di biodiversità e stoccano più CO2, ma nonostante questo continuano ad essere prese di mira in tutto il mondo dal disboscamento legale ed illegale. La Thorell ribatte che l'Ikea non smetterà di sfruttare le sue enormi concessioni forestali: «Il livello di abbattimento nel nostro contratto d'affitto è basso: circa lo 0,4% all'anno del contratto di locazione, che è molto più basso rispetto alla velocità media della fioresta zione della Karelia». Ma  Viktor Säfve di Protect the Forest ricorda che anche se la Swedwood non taglia più di 1000 - 2000 ettari l'anno, consuma molto più legno della regione:  «Ikea/Swedwood  non utilizzano solo il legno proveniente dalle  foreste antiche che esse stesse abbattono, ma acquistano anche legname proveniente da altri players  dell'area, in modo che il numero effettivo dei vecchi alberi che Ikea ha contribuito a distruggere è maggiore». 

Una parte del problema riguarda la definizione di cosa sia una foresta "High conservation value" (Hcv)  e Ikea giura di aver sviluppato un inventario ecologico per tutelare le specie comprese nella Lista Rossa Iucn ed altre specie rare e di non toccare aree ad alto valore conservazioni stico, ma questa affermazione è stata smentita da un programma tedesco di giornalismo investigativi, " Plus-minus", che nel 2011 ha documentato l'abbattimento di foreste Hcv  individuate dal Fsc proprio nelle  concessioni della Swedwood. 

La Swedwood era già nel  mirino della Rainforest Alliance che però aveva detto che l'azienda rispettava i requisiti Fsc, ma un'altra inchiesta promossa dal Wwf Sweden ha puntato il dito non solo sull'Ikea ma sullo  stesso Fsc. Il problema? Il taglio a raso di una foresta antica che non è mai stato preso in considerazione dalla silvicoltura moderna, invece avviene sui terreni in concessione all'Ikea/Swedwood nella  Karelia russa.

La certificazione Fsc è comunque sostenuta da diverse importanti associazioni ambientaliste ed in particolare dal Wwf e Greenpeace. «Il Wwf non supporta alcuna licenza che non sia  responsabile o che potrebbe danneggiare delle foreste "High conservation value". Il Wwf ritiene che il concetto di alto valore di conservazione sia l'approccio chiave per identificare e sostenere i grandi valori ecologici e sociali delle foreste a livello globale» sottolinea Elisabeth Brisum del Wwf International. La Brisum spiega che «Mentre alcuni gruppi ambientalisti temono che gli standard Fsc per le foreste siano troppo indulgenti ed aprono allo sfruttamento insostenibile, alcune aziende e governi sostengono gli standard Fsc sono troppo restrittivi  e limitano la loro capacità di essere competitivi. Il Fsc ha un rigoroso e trasparente meccanismo di risoluzione dei conflitti Utilizzando questo sistema di esaminare le denunce non dovrebbe essere visto come un fallimento del sistema;. Al contrario, porta a proseguire il dialogo e il miglioramento del sistema».

Ma altri gruppi ambientalisti dicono che i problemi emersi all'interno del Fsc hanno minato la sua credibilità. Counsell spiega «Il problema ora non è solo che le Ong stanno iniziando ad avere maggiori preoccupazioni con il sistema Fsc, ma anche e sempre di più l'industria del legname. Molti commercianti e dettaglianti stanno investendo molto con fatica e in buona fede per fare la cosa giusta, solo per scoprire che il sistema Fsc li sta deludendo, soprattutto perché la Segreteria Fsc non ha assolutamente alcun controllo sulla certificazione delle aziende».

Ma le critiche non sembrano scalfire il sistema Fsc che continua a crescere, anche se resta aperta la questione se i consumatori continueranno a fidarsi del marchio o se le campagne come quella contro l'Ikea in Karelia avranno successo. In Svezia ad aprile i manifestanti hanno preso di mira 8 punti vendita Ikea distribuendo volantini sul taglio delle antiche foreste della Russia e denunciando il tentativo di greenwashing della multinazionale.

Torna all'archivio