[01/06/2012] News

Trivellazioni petrolifere offshore: Passera ritorna alle 5 miglia. Ferrante e Della Seta: «Operazione a uso e consumo delle multinazionali petrolifere»

I senatori Ecodem Francesco Ferrante e Roberto Della Seta denunciano una marcia indietro del governo sui limiti di distanza dalle coste delle piattaforme petrolifere offshore: «Le parole entusiastiche di alcuni giorni fa del ministro Passera, che aveva "decantato" le presunte potenzialità offerte dal settore delle trivellazioni in Italia erano un cattivo presagio. Ma nel cosiddetto decreto incentivi e rilancio infrastrutture che da qualche settimana è in rampa di lancio sembra che il Ministro voglia inserire una norma peggiore di quanto ci si potesse aspettare: è previsto un nuovo via libera alle trivellazioni petrolifere e gasiere selvagge nei mari italiani, con un limite spaziale per le perforazioni offshore che passa da 12 a 5 miglia marine, praticamente sottocosta».

Ferrante e Della Seta sottolineano che «Passera ha parlato di 20 mila fantomatici addetti per questo "rinascimento petrolifero", ispirato dai dati di Assominiera, secondo il quale riportare il limite delle trivellazioni da 12 miglia a 5 miglia, si tradurrebbe in entrate per lo Stato di 2 miliardi di euro l'anno. Invece i dati da prendere in considerazione sono ben altri: anche se estraessimo le 11 milioni di tonnellate di riserve petrolifere stimate nei fondali marini del nostro Paese, ai consumi attuali li esauriremmo in soli 55 giorni. E' di tutta evidenza un'operazione a uso e consumo delle multinazionali petrolifere, che provocherebbe un danno in termini di immagine e turismo enorme a tantissime località italiane.

Senza contare i rischi concreti per l'ambiente, che erano stati alla base del dietrofront due anni fa del Governo Berlusconi dopo il disastro del Golfo del Messico, che aveva indotto a portare il limite per le perforazioni da 5 a 12 miglia. La pericolosità delle trivellazioni sottocosta è identica a due anni fa, e dunque se il decreto riportasse veramente a 5 miglia il limite sarebbe la dimostrazione plastica di quella spregiudicatezza delle scelte che, come drammaticamente ci insegna il dramma del terremoto, non paga mai».

La cosa farà probabilmente ripartire tutto il movimento anti-trivelle che credeva di essere riuscito ad allontanare da alcuni degli arcipelagi e dei tratti di costa pèiù belli del nostro Paese il rischio di sversamenti petroliferi e maree nere.

Secondo i due senatori Ecodem, «Efficienza e fonti rinnovabili possono darci lavoro e sicurezza energetica oggi e nel lungo periodo, Ma la paralisi normativa sulle fonti rinnovabili e i decreti ministeriali che aumentano il peso della burocrazia finirebbero per soffocare assieme all'energia pulita un settore produttivo che vale l'1% del Pil. C'è un serio rischio disoccupazione e una seria minaccia per il sistema paese. Abbiamo pochi giorni a disposizione per correggere la rotta seguendo i suggerimenti delle Regioni che chiedono di non fermare la nostra economia».

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