[31/05/2012] News

Survival chiama in causa Mick Jagger sulle trivellazioni illegali di gas nell’Amazzonia peruviana

Anche le leggende del rock possono sbagliare, e sembra il caso di Mick Jagger, che Survival International tira in ballo nel bruttissimo affare dell'accaparramento illegale di gas nell'Amazzonia peruviana.

Il leader dei Rolling Stones è stato infatti nominato dal governo del Perù "Ambasciatore dell'Ambiente" dopo una sua visita nella regione di Manú, dove c'è una  riserva abitata da numerose tribù incontattate ed estremamente vulnerabili, un'area che è anche una zona cuscinetto strategica per il Parco Nazionale di Manú, dichiarato Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco per la sua grande biodiversità che «Non ha uguali in nessun altro luogo del pianeta».  

Survival sottolinea che «Nonostante si fosse impegnato esplicitamente a non farlo, il governo del Perù sta cercando di aprire la riserva amazzonica alla prospezione del gas, scatenando rabbia e indignazione tra le comunità indigene». Ma cosa c'entra Mick Jagger con tutto questo? Secondo Survival parecchio: «Riferendosi all'artista, il governo lo descrive come "un grande sostegno alla lotta per proteggere la nostra ecologia"», ricorda l'Ong, che quindi ha scritto alla star dei Rolling Stones per informarlo che «Le ultime tribù incontattate del Perù sono in pericolo imminente. Per favore chieda al governo peruviano di cessare di mettere in pericolo le loro vite».

Jagger è coinvolto nella cosa anche come artista: il nuovo blocco è infatti stato chiamato Fitzcarrald. «La scelta è tragicamente ironica perché il nome è quello del barone della gomma che un secolo fa contribuì alla morte di migliaia d'indiani della regione, per epidemie e maltrattamenti», sottolinea Survival - Nel 1982 Mick Jagger doveva recitare proprio nel film di Werner Herzog "Fitzcarraldo" su quel barone della gomma. Girò numerose scene nell'Amazzonia peruviana ma poi fu sostituito da Klaus Kinsky».

Stephen Corry, direttore generale di Survival International, evidenzia che «Al nuovo progetto per l'estrazione del gas è stato dato un nome che è sinonimo del saccheggio scellerato della terra indigena. Il Perù dovrebbe fermarsi e ricordare a se stesso perché queste aree sono state protette, mentre Mick Jagger dovrebbe utilizzare il suo titolo onorario per sollecitare delle risposte».

La vicenda, della quale abbiamo già scritto più volte su greenreport.it, è veramente brutta ed intricata. Il Supremo Decreto peruviano del 2003 proibisce qualunque nuovo sviluppo di risorse naturali all'interno della Riserva Nahua-Nanti. Si tratta di un decreto emanato quando la Banca Internazionale dello Sviluppo prestò al Perù 135 milioni di dollari per la realizzazione del progetto Camisea. Se il Perù revocherà il Decreto, le condizioni del prestito verranno a cadere. «Il Perù ha mantenuto segreto il proposito di espandere il suo gigantesco progetto Camisea - ricorda Survival -  Nove anni fa aveva dichiarato che non avrebbe mai esteso la ricerca e lo sfruttamento del gas ad est, nella riserva Nahua-Nanti, dimora di numerose tribù incontattate, e firmò un Decreto Supremo che confermava tale impegno. Ciò nonostante, pare che oggi il governo abbia accordato alla compagnia petrolifera di stato PetroPeru il permesso di esplorare un nuovo blocco all'interno della riserva». 

Survival dice di aver anche ricevuto informazioni secondo le quali «Le autorità starebbero cercando di revocare il Decreto. In una lettera a Survival, il vice-Ministro alla Cultura, il cui ministero è responsabile per gli affari indigeni, si è impegnato a proteggere i gruppi degli indiani isolati. Ma né il ministero dell'Energia né la PetroPeru hanno risposto alle domande di Survival». 

 

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