[31/05/2012] News

Wwf: il patrimonio naturale della Nuova Zelanda minacciato da 20 anni di inazione

Quando pensiamo alla Nuova Zelanda ci viene in mente un'isola verde, agli antipodi anche dal nostro mondo inquinato e stressante, ma il  rapporto "'Beyond Rio" del Wwf New Zealand  rivela un Paese molto diverso: «La Nuova Zelanda non riesce a proteggere alcune delle sue specie iconiche e i loro habitat a seguito di una serie di promesse non mantenute in occasione dell'Earth Summit di 20 anni fa».

Non a caso, il rapporto è stato presentato dal Wwf in vista del summit "Rio+20" che si terrà a giugno a Rio de Janeiro, e che farà il punto della situazione a 20 anni dal "rivoluzionario" vertice della Terra del 1992, dove la Nuova Zelanda sottoscrisse una serie di accordi per affrontare i cambiamenti climatici, conservare la biodiversità e vivere in modo più sostenibile. 

Ma secondo il Wwf New Zealand, la terra che i maori chiamano Aotearoa non sta rispettando o sta applicando  in  maniera molto debole gli importanti impegni che ha preso sulla riduzione dei gas serra, la qualità delle acque, i suoli, la biodiversità marina, la pesca e l'educazione alla sostenibilità. 

Chris Howe, direttore esecutivo del Wwf New Zealand ha detto, presentando il rapporto: «Aotearoa, la terra della lunga nuvola bianca, è oggi una terra di fiumi e laghi inquinati, con le emissioni di gas serra in aumento, con gli ecosistemi marini sotto pressione e le specie di uccelli e di mammiferi che stanno scomparendo. Anche se è importante che il  governo si impegni costruttivamente in questo vertice decisivo, non dobbiamo perdere di vista i numerosi impegni che già esistono. Se i leader politici della  Nuova Zelanda avessero mantenuto le promesse fatte nel 1992, allora non saremmo di fronte ad una battaglia per cambiare le cose».

Il rapporto presenta una impressionante serie di problemi. E' in aumento dell'inquinamento nei laghi e fiumi neozelandesi, compreso il 43%  dei laghi monitorati in Nuova Zelanda che attualmente sono classificati come inquinati, mentre ogni anno tra le 18.000 e le 34.000 contraggono  malattie trasmesse dall'acqua.Più del 60% dei pesci d'acqua dolce autoctoni sono a rischio estinzione, così come  i gamberi d'acqua dolce e  le specie di molluschi d'acqua dolce.

Sette "indicator species" su dieci della Nuova Zelanda, utilizzate ufficialmente per misurare lo stato della biodiversità, sono minacciate di estinzione. L'areale del Kokako (Callaeas cinereus), un uccello endemico, ha subito una diminuzione del 90% a partire dagli anni ‘70.

Specie "totemiche" come delfini di Maui (Cephalorhynchus hectori maui) e leoni marini neozelandesi (Phocarctos hookeri) sono ritenuti "nationally critical": nelle acque neozelandesi ci sarebbero ormai solo circa 55 delfini di Maui in età riproduttiva e il numero dei cucciolo di leoni marini negli ultimi 12 anni è  dimezzato nel loro principale sito riproduttivo nelle Isole Auckland.

Quasi i due terzi delle specie di uccelli marini della Nuova Zelanda sono minacciati di estinzione e i principali pericoli vengono dalla predazione da parte dei mammiferi introdotti dall'uomo, da metodi di pesca non sostenibili e dal disturbo umano.

In Nuova Zelanda, le emissioni lorde di gas serra sono aumentate del 20% rispetto al 1992, un inquinamento causato dalla crescita dei consumi energetici, dai trasporti, dall'agricoltura e dall'industria e il debole Emissions trading scheme approvato dal governo conservatore non sembra in grado di ridurre la crescita delle emissioni. 

Un quadro che appare desolante e che rischia di appannare il mito polinesiano della verde Aotearoa, ma il rapporto propone delle soluzioni che possono aiutare la Nuova Zelanda a migliorare i suoi dati ambientali e a garantire i suoi impegni internazionali. «Esistono soluzioni ai problemi che dobbiamo affrontare, ma la volontà politica è stata gravemente carente - ha sottolineato Howe - Mentre i leader mondiali si preparano a incontrarsi di nuovo a Rio a giugno, esortiamo il governo di John Key a mettersi sulla scia di questo rapporto, ed a rispondere e, a prescindere dai nuovi accordi, ad intervenire immediatamente con passi che onorino i nostri impegni internazionali esistenti. Il  futuro sociale ed economico e il benessere della Nuova Zelanda dipendono dal funzionamento e dalla prosperità degli ecosistemi. La sostenibilità deve essere messa al centro del processo decisionale per assicurare un futuro nel quale  la gente viva in armonia con la natura». 

 

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