[29/05/2012] News

Nucleare iraniano, rimandato l’avvio a pieno regime della centrale di Bushehr

I russi pronti a costruire nuovi reattori

Un portavoce del monopolista pubblico del nucleare russo, Rosatom, ha detto oggi all'agenzia Ria Novosti che «La procedura di aumento di potenza della centrale nucleare iraniana de Bushehr potrebbe essere rinviata al prossimo giugno. Per il momento, non abbiamo ricevuto l'autorizzazione da parte iraniana necessaria per avviare l'aumento di potenza della centrale. E' probabile che questa procedura sarà avviata a giugno».

Attualmente la prima centrale nucleare iraniana centrale funziona al 75% della sua capacità di 1.000 MW.  La sua costruzione era iniziata nel 1974, ai tempi dello Scià di Persia,  da parte del gruppo tedesco Kraftwerk Union (Siemens/Kwu) ed interrotta dopo la rivoluzione islamica, poi erano arrivati i russi di Atomstroïexport che nel 1995 avevano firmato un contratto con gli ayatollah e concluso la sua costruzione nell'agosto 2010, con la prima fornitura di combustibile nucleare russo. Gli specialisti russi che lavorano nella centrale nucleare iraniana prevedono di metterla «In sfruttamento industriale» entro la fine del 2012.

La Russia potrebbe anche costruire nuovi reattori nucleari a Bushehr, lo ha annunciato oggi Nikolai Spasski, direttore generale aggiunto di Rosatom: «Se non è vietato, se è lucroso e se viene presentato un progetto, si, noi siamo disposti».  E' una risposta positiva a quanto annunciato due giorni fa dal capo del programma nucleare iraniano, Fereydoun Abbassi Davani: «L'Iran avvierà l'anno prossimo la costruzione di una centrale nucleare da 1.000 megawatt a Bushehr». La Repubblica islamica costruirà due nuove centrali nucleari, di cui la prima a Bushehr a partire dal marzo 2013.  

Spasski ha risposto che «in linea di principio, questa iniziativa è realizzabile. Questo non è vietato dalle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu, una consultazione appropriate ha avuto luogo, ma per mettere l'iniziativa sui binari, devono essere favorevoli diverse condizioni. Per primo, bisogna avere un progetto economicamente vantaggioso. Per il momento, non è questo il caso».

Anche gli esperti dell'International atomic energy agency (Iaea) aspettano che Bushehr sia a pieno regime per avviare le ispezioni. Il direttore del dipartimento sicurezza nucleare dell'Iaea, Miroslav Lipar (un altro russo), il 25 maggio aveva annunciato: «Abbiamo già ricevuto un invito e la nostra missione si recherà l'anno prossimo a Bushehr». Abbasi Davani ha anche detto che l'Iaea «Ha nuovamente richiesto di poter visitare il sito militare di Parchin, dato che ci sono dei Paesi che esercitano una forte pressione, perché gli ispettori internazionali possano vederlo, ma le autorità iraniane non sono per nulla convinte con le ragioni invocate dall'Agenzia atomica internazionale».

La Russia ospiterà il 18 e 19 giugno il prossimo round dei negoziati tra Iran e G5+1 (Cina, Francia, Gran  Bretagna, Russia, Usa e Germania).

Dopo il sostanziale stallo degli ultimi negoziati a Bagdad, il  vice segretario del Supremo consiglio di sicurezza nazionale iraniano, Ali Baqeri, ha detto che «Se il Gruppo dei cinque Paesi più uno è pronto ad adottare passi fondamentali per accrescere la fiducia nei negoziatori iraniani sul nucleare, la Repubblica islamica è pronta a contribuire da parte sua a queste misure per creare un clima di fiducia reciproca. In pratica, la revoca delle sanzioni anti iraniane da parte occidentale può essere un gesto a cui Teheran è pronta a rispondere positivamente».

Ama oggi su Ria  Novosti  Vladimir Sajine, un esperto dell'Istituto di studi orientali di Mosca, giudica poco realistica l'ipotesi iraniana: «Non penso ci ci sarà un passo avanti durante i negoziati. Le parti evocheranno il 20% (l'arricchimento dell'uranio al 20%, ndr), le sanzioni... e alla fine decideranno  di tenere un nuovo round di negoziati, per esempio da qualche parte in Brasile. L'essenziale è di non interrompere i negoziati e di non decidere niente. Con tutta probabilità, il processo negoziale durerà fino alle elezioni presidenziali  negli Stati Uniti e solo in seguito sarà presa una decisione».

Secondo Sajine. «Gli Usa non sono interessati a trovare una soluzione al problema iraniano, perché l'elezione presidenziale è prevista per il mese di settembre ed ogni decisione su questo problema provocherebbe un putiferio tra i rivali di Obama».

Ma anche l'Iran (e i russi, che in questa situazione ci sguazzano, aggiungiamo noi),  per l'esperto, «Vuole ugualmente far durare i negoziati, l'elezione del suo prossimo presidente deve aver luogo l'anno prossimo. La grande questione è quella di sapere quale atteggiamento adotterà Israele e per quanto tempo pazienterà vedendo sviluppare la struttura nucleare dell'Iran».

 

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