[23/05/2012] News

Dalle detrazioni un volano per l'edilizia ma anche per la sostenibilità

Dell'importanza della manutenzione del territorio e del patrimonio edilizio nazionale, con l'obiettivo di migliorarne la sostenibilità a tutti i livelli, greenreport.it ne ha fatto un suo cavallo di battaglia. Con noi molte associazioni ambientaliste da tempo indicano questa come una delle strade maestre da seguire anche per far fronte alla crisi, buon ultimo il responsabile green economy del Pd, Ermete Realacci che commentando il tragico terremoto in Emilia ha ricordato che «Se non si vuole continuare a prendere in giro gli italiani è necessario avviare immediatamente un piano straordinario di consolidamento e miglioramento sismico degli edifici pubblici e privati, che non solo potrebbe mettere al sicuro gran parte della popolazione, ma potrebbe rilanciare un'economia legata all'edilizia di qualità, attivare il sistema delle piccole e medie imprese e produrre anche un rilevante effetto sul terreno occupazionale».

Non solo, Realacci ha anche aggiunto che «Recentemente con alcuni colleghi parlamentari del Pd Mariani, Margiotta, Bratti, abbiamo depositato in Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera una nuova risoluzione che impegna in Governo ad estendere il beneficio fiscale del 55%, non solo a chi ristruttura la proprio abitazione nel segno dell'efficienza energetica, ma anche a chi vuole intervenire con requisiti antisismici. E' una strada praticabile da subito, basta la volontà di percorrerla».

Ed ecco la novità: il governo, stando a quanto riporta Il sole24ore di oggi, sembra averli ascoltati visto che nel Dl Sviluppo «che sta girando sulle scrivanie della Ragioneria», la norma sull'aliquota detraibile per le ristrutturazioni prevede l'elevazione dell'aliquota dal 36 al 50 per cento con una particolare attenzione alla sostenibilità. Questo perché nei tre punti indicati per ottenere l'agevolazione, il terzo prevede che «le spese agevolabili (progettazione compresa) riguardino: manutenzione ordinaria e straordinaria (la prima solo per le parti comuni dell'edificio), restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia e urbanistica, ripristino dell'immobile danneggiato da eventi calamitosi, costruzione di box pertinenziali (per la parte delle sole spese di costruzione), eliminazione delle barriere architettoniche, opere per messa in sicurezza anti intrusione, cablatura, contenimento dell'inquinamento acustico, risparmio energetico (quando mancano i requisiti per chiedere il 55%), misure antisismiche, bonifica dall'amianto, adeguamento alle norme edilizie in generale». Non solo, sul risparmio energetico «la nuova norma rende strutturale lo sconto del 55% su: interventi che consentano un risparmio di energia primaria del 20% rispetto ai valori del Dlgs 192/2005, interventi muri, pavimenti e infissi che rispettino i requisiti di trasmittanza termica, pannelli solari, sostituzione di vecchie caldaie con modelli a condensazione e di scaldacqua tradizionali con quelli a pompa di calore».

Non siamo all'optimun, però siamo su una strada che può dare risposte concrete sotto il profilo economico e anche ecologico, ricordando che - come dimostrano i dati di ieri dell'Istat sul consumo di suolo che ci vedono ai vertice dell'Europa - l'edilizia, che ha sostenuto la crescita del Paese fino a pochi anni fa a scapito del territorio, può ripartire solo voltando definitivamente pagina. Poi non sarebbe male se formule di sgravi o incentivi venissero previste per altre forme di manutenzione del territorio magari per quelle regioni o comuni più a rischio...

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