[23/05/2012] News

Lago Ciad, nuovo appello alla comunità internazionale per salvarlo

Si è celebrato il 48esimo anniversario della Commission du Bassin du Lac Tchad (Cblt), creata nel 1964 con la firma della Convention de Fort-Lamy (l'ex nome della capitale del Ciad) dai 4 atre Paesi che si affaciano sul Lago: Camerun, Niger, Nigeria, Ciad. Alla Convenzione hanno poi aderito anche la Repubblica Centrafricana e la Libia e sono interessati anche Paesi come l'Algeria, Il Sudan, l'Egitto e la Repubblica democratica del Congo.

Il ministro per le risorse idriche urbane e rurali del Ciad, Mahamat Ali Abdallah Nassour, , ha chiesto a tutti i ciadiani di «Salvaguardare e sviluppare le risorse del Lago Ciad e la sicurezza delle persone che vivono nei dintorni». Intanto in Ciad è stata avviata la campagna "Sauvons le Lac Tchad" che prevede conferenze stampa, dibattiti televisivi, mostre ed altre iniziative rivolte alla popolazione.

«Il Lago Ciad, la cui superficie è passata dai 25.000 km2 negli anni '60 a meno di 2.500 km2 oggi, per la sua salvaguardia ha bisogno della mobilitazione dei Paesi membri della Cblt e della comunità internazionale», ha ricordato Nassour. Durante il 14esimo summit della Cblt tenutosi nella capitale ciadiana N'djamena a fine aprile, i Capi di Stato e di governo della Cblt hanno adottato le conclusioni del rapporto sullo studio di fattibilità del progetto per rimpinguare il Lago Ciad con le acque del fiume Oubangui, che dovrebbe permettere di far aumentare di un metro e mezzo il livello dell'acqua del lago morente e riportare, in 4 - 5 anni, la sua superficie a 7.500 km2.

Ma il costo dell'operazione sembra proibitivo per Paesi poverissimi e spesso sconvolti dalla fame, dalla siccità e dall'instabilità politica endemica come quelli del Sahel. Il segretario esecutivo della Cblt, Sanusi Imran Abdullahi, ha detto che «Il costo stimato combinato dei lavori per il trasferimento delle acque dell'inter-bacino dell'Oubangui al Lago Ciad è dell'ordine di 14,5 miliardi di dollari». 

Eppure una soluzione va urgentemente trovata, visto che anche il ministro delle risorse idriche e dell'ambiente del Niger (Paese presidente di turno della Cblt), Issoufou Issaka, nel bel mezzo di una crisi acutissima che sconvolge il Sahel, ha trovato il tempo e la necessità per mettere in guardia tutti «Di fronte alle diverse minacce che mettono incessantemente in pericolo l'esistenza del Lago Ciad. Issaka ha chiesto ai Paesi della Cblt ed all'intera comunità internazionale di «Unire i loro sforzi al fine di salvaguardare gli ecosistemi del Bacino conto il sovra-sfruttamento delle sue risorse naturali e gli effetti nefasti del cambiamento climatico. C'è il pericolo di veder sparire il lago in un futuro prossimo, se non stiamo attenti. Non è in effetti un segreto per nessuno che la superficie del Lago Ciad ha conosciuto una riduzione drastica negli ultimi 50 anni, passando da 25.000 km2 a meno di 2.000 km2".

Peggio ancora, anche la qualità delle acque nel bacino è minacciata a causa del loro carattere endoreico. Tutti gli inquinamenti prodotti nel Bacino e trasportati dalle acque restano nel Bacino e rischiano, alla fine, c di concentrarsi nel Lago Ciad. E' il caso dei pesticidi e dei fertilizzanti chimici utilizzati in agricoltura che sono già presenti nei corsi d'acqua tributari del Lago Ciad e nelle falde freatiche utilizzate. Inoltre, la moltiplicazione delle dighe nel Bacino ha fortemente perturbato la portata a valle di alcuni corsi d'acqua comportando una une forte diminuzione dei flussi nel basso corso».

Intanto il Lago morente è stato occupato da piante invasive come la tifa e le benefice inondazioni delle piane cultivate sono ormai un ricordo, mentre l'agricoltura langue e la rara biodiversità del Lago è sempre più a rischio.

Per questo il ministro nigerino dice che «E' essenziale che gli Stati membri della Cblt studino come mettere in opera delle misure idonee per invertire la tendenza al degrado delle tere e delle acque del Bacino del Lago Ciad». Un lago di confine che è però vitale per un Paese piegato dalla siccità e dalla carestia come il Niger: si tratta del secondo più grande bacino idrografico del Paese dopo quello del fiume Niger e rappresenta uno dei più grandi impegni del governo di Niamey che all'interno dell'iniziativa 3N "Les Nigériens Nourrissent les Nigériens", uno dei pilastri del programma "Renaissance pour le Niger" avviato dal presidente della Repubblica Issoufou Mahamadou dopo la sua elezione.

Torna all'archivio