[16/05/2012] News

Via libera Ue alla joint venture tra Eni, Bp, Chevron, Toita e Sonangol sul gas naturale liquefatto angolano

La Commissione europea ha autorizzato, «Ai sensi del regolamento Ue sulle concentrazioni», la proposta acquisizione del controllo comune sull'impresa angolana Angola Lng. Si tratta di una joint venture che comprende le multinazionali Eni, Bp, Chevron Global Energy, Total e la Sociedade nacional de combustíveis de Angola (Sonangol) e che si occuperà della produzione di gas naturale liquefatto (Gnl) in Angola e della sua fornitura e in tutto il mondo e della sua rigassificazione.

Infatti, scopo della joint venture è trasformare il gas naturale, un sottoprodotto dell'estrazione petrolifera, in gas naturale liquefatto, trasportandolo attraverso gasdotti verso il proprio impianto di liquefazione in Angola. Il Gnl è gas naturale raffreddato a una temperatura di circa -162 gradi per il trasporto e lo stoccaggio in forma liquida.

Eni, Bp, Chevron e Total operano nella prospezione, produzione, raffinazione e commercializzazione di prodotti petroliferi e di gas a livello mondiale. Sonangol è l'unico concessionario per la prospezione di petrolio e gas nel sottosuolo e sulla piattaforma continentale dell'Angola.
Dal 1989 la Commissione ha la facoltà di valutare le concentrazioni e le acquisizioni alle quali partecipano imprese con un alto fatturato ed ha il dovere di impedire le concentrazioni che ostacolerebbero in maniera significativa una concorrenza effettiva nello Spazio economico europeo (See) o in una sua parte sostanziale.

«La maggior parte delle concentrazioni non pone problemi sotto il profilo della concorrenza - spiega la Commissione Ue - e viene autorizzata dopo i controlli di routine. Dalla notifica dell'operazione, la Commissione dispone generalmente di 25 giorni lavorativi per decidere se approvarla (fase I) oppure avviare un esame approfondito del caso (fase II)».

L'operazione della joint venture angolana è stata notificata alla Commissione il 4 aprile e non sembra aver presentato nessun problema, tanto che In una nota la Commissione evidenzia che «Le attività delle parti si sovrappongono nel mercato della fornitura all'ingrosso di Gnl nello See. Tenuto conto della modesta quota di mercato prevista della joint venture e della presenza di svariati concorrenti credibili, la Commissione ha concluso che la joint venture e le sue imprese madri continueranno ad essere esposte a una sufficiente pressione concorrenziale sul mercato della fornitura all'ingrosso di Gnl. Sebbene tre delle imprese madri (Total, Eni e Bp) detengano diritti di capacità in terminali di rigassificazione nello Spazio economico europeo (See), non saranno in grado di impedirne l'accesso a terzi, in quanto il diritto dell'Unione europea garantisce l'accesso di terzi alle infrastrutture per l'importazione di gas, compresi i terminali di rigassificazione. Pertanto la costituzione della joint venture non incide in alcun modo sulle capacità di accesso dei concorrenti alle infrastrutture per l'importazione di gas».
La Commissione conclude che «L'operazione non è tale da ostacolare una concorrenza effettiva nel See o in una parte sostanziale di esso».

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