[16/05/2012] News

Filiere agroalimentare ed agroenergetiche: disponibile un nuovo servizio di certificazione

Ottimizzazione dei processi produttivi delle aziende e nuovi elementi di valutazione a disposizione dei consumatori, ottenuti attraverso un processo di certificazione da applicare nelle filiere agroalimentare ed agroenergetiche. Il servizio innovativo, fondato sulla metodologia Lca (Ciclo di Vita del Prodotto) e che utilizza due disciplinari tecnici che fissano requisiti e criteri per il calcolo degli impatti ambientali, è proposto da CCPB srl (insieme ai suoi partner tecnico-scientifici) organismo di controllo e certificazione.

«Attualmente non esiste un modello di certificazione specifico e universalmente riconosciuto per il calcolo degli impatti ambientali dei prodotti del comparto agroalimentare - ha dichiarato Fabrizio Piva, Amministratore delegato di CCPB srl - Quando parliamo di impatti intendiamo 10 categorie fra le quali le emissioni in gas serra, il consumo idrico, l'uso del suolo, il potenziale acidificante ed eutrofizzante dell'acqua e l'incidenza della quota di energia da fonti rinnovabili sul totale dell'energia utilizzata. Per questo intendiamo offrire una metodologia condivisa che si pone l'obiettivo da un lato di fornire alle aziende indicazioni precise su come ottimizzare i processi produttivi, dall'altro di giungere al consumatore finale con una comunicazione chiara e trasparente».

Attraverso l'esame dei processi produttivi è possibile prendere valutare l'effettivo utilizzo dei vari input e di conseguenza il consumo energetico, non sottovalutando tutti gli elementi di variabilità agro-climatica insiti nella produzione primaria. «Questo metodo- spiegano gli ideatori- garantisce massima trasparenza nell'approccio e nel calcolo partendo da dati reali emersi dal processo produttivo e da ogni soggetto che vi è intervenuto lungo la filiera, ovvero l'esecuzione del calcolo Lca da parte di istituzioni scientifiche riconosciute a livello nazionale ed internazionale quali Land Lab - Istituto di Scienze della Vita della Scuola S. Anna di Pisa e LCA Lab, spin-off di ENEA».

A trarre vantaggi da questa proposta di certificazione saranno in primo luogo le aziende del settore agroalimentare, ed in particolare quelle del settore primario, che potranno individuare i punti deboli della filiera per intervenire al fine di ottimizzare i processi produttivi, riducendo gli sprechi, le inefficienze ed in ultima analisi i costi a favore di una gestione ispirata alla sostenibilità ambientale e ad una maggiore competitività affrontando così anche la sostenibilità economica.

Ma a beneficiare di questa proposta, come già detto, saranno anche i consumatori finali. «Sempre più, accanto alle informazioni circa l'origine, le caratteristiche funzionali, i valori nutrizionali ed il prezzo, il cittadino-consumatore e le strutture della società civile vorranno conoscere il livello degli impatti ambientali generato dai prodotti e dai loro processi - ha aggiunto Piva- Obiettivo finale di questo nuovo servizio di certificazione, quindi, consiste nel riorientare i processi produttivi tramite il coinvolgimento del mercato e dei consumatori, fornendo quelle informazioni che consentono di comprendere se il prodotto si colloca al di sotto di una determinata soglia di impatto e contribuisce a rispettare gli equilibri ambientali che consentono la "capitalizzazione" delle risorse ambientali a sostegno dei cicli produttivi futuri». 

La metodologia Lca è universalmente riconosciuta e la sua applicazione si fonda su norme Iso (ISO 14025:2006, ISO 14040:2006 ed ISO 14044:2006).

 

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