[15/05/2012] News

Sistema Ets Ue: le emissione di gas serra calate del 2% nel 2011

Elevatissimo utilizzo dei Cer internazionali

Secondo quanto si legge in un comunicato della Commissione europea, «Dai registri degli Stati membri emerge che l'anno scorso le emissioni di gas serra provenienti da impianti che aderiscono al sistema di scambio delle quote di emissione dell'Unione europea (sistema Ets dell'UE) sono diminuite di oltre il 2%».

Al sistema Ets Ue aderiscono più di 12.000 centrali e impianti di produzione dei 27 Stati membri, in Norvegia e nel Liechtenstein; a partire da quest'anno ci rientrano anche le emissioni dalle compagnie aeree che operano da e verso aeroporti in questi Paesi. «Malgrado la crescita dell'economia europea - dice la Commissione - nel 2011 le emissioni verificate di gas serra provenienti da questi impianti sono scese a 1.889 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente, con un calo di oltre il 2% rispetto al 2010. Ancora una volta, le imprese hanno in larga misura rispettato le norme stabilite dal sistema Ets dell'Ue. Meno dell'1% degli impianti aderenti non ha restituito le quote relative al totale delle loro emissioni del 2011 entro la scadenza del 30 aprile 2012. Questi impianti sono in genere di piccole dimensioni e nell'insieme rappresentano meno dell'1% delle emissioni che rientrano nel sistema Ets dell'Ue. Entro lo stesso termine, il 2% degli impianti non ha trasmesso le emissioni verificate per il 2011».

La Commissione Ue spiega che «Nel quadro del sistema Ets dell'Ue, gli impianti sono tenuti a comunicare i rispettivi dati annuali sulle emissioni verificate ai registri degli Stati membri. I dati relativi al 2011 sono stati messi a disposizione del pubblico sul catalogo indipendente comunitario delle operazioni (Citl) il 2 aprile 2012. A partire dal 15 maggio il Citl ha reso noti anche i dati sullo stato di adempimento, fornendo informazioni sul rispetto da parte degli impianti dell'obbligo di restituire un quantitativo di quote pari alle emissioni verificate dell'anno precedente.

Il secondo periodo di scambio del sistema Eta dell'Ue è iniziato il 1° gennaio 2008, ha una durata di 5 anni e si concluderà il 31 dicembre 2012. Questo periodo coincide con il periodo nel corso del quale i Paesi industrializzati devono conseguire gli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto in materia di emissioni. Il sistema Eta dell'Ue è stato radicalmente riformato per il terzo periodo di scambio, che inizia il 1° gennaio 2013 e termina nel 2020. La legislazione, che costituisce una revisione della direttiva sullo scambio delle quote di emissione,è stata adottata il 23 aprile 2009 nel quadro del pacchetto "Clima ed energia" dell'Ue (IP/09/628) che introduce norme rivedute per il sistema Ets dopo il 2012, fino al 2020 e oltre».

La Commissione evidenzia un altro aspetto: «L'elevatissimo utilizzo di crediti internazionali nel 2011 ha determinato un aumento delle quote inutilizzate pari a circa 450 milioni. Ciò significa che, rispetto alle quote restituite nel periodo 2008-2011, sono state messe in circolazione oltre 900 milioni di quote supplementari». A partire dal 2008 gli impianti hanno la possibilità di restituire crediti internazionali di riduzione delle emissioni ottenuti nell'ambito dei meccanismi di flessibilità del protocollo di Kyoto al fine di compensare parte delle loro emissioni.

I progetti di riduzione delle emissioni realizzati con il Clean development mechanism  (Cdm) del protocollo di Kyoto producono Certified emission reductions (Cer), che costituivano il 5,8% di tutte le restituzioni nel periodo 2008-2011. Nel complesso, il sistema Etas dell'Ue ha permesso di utilizzare 456 milioni di Cer, dei quali 267 milioni provenienti dalla Cina 859%) e 79 milioni dall'India (17%), altri Cer arrivavano dalla Corea del Sud (13%) e dal Brasile (6%), mentre il rimanente 6% era suddiviso in ben 20 Paesi. A partire dal 2008, nel sistema Ets dell'Ue sono stati utilizzati 100 milioni di Emission reduction units, crediti generati da progetti di riduzione delle emissioni attraverso il meccanismo di attuazione congiunto del protocollo di Kyoto. Gli Eru hanno costituito l'1,2% di tutte le restituzioni a partire dalla stessa data. Dal 2008 le restituzioni cumulate di Cer ed Eru hanno utilizzato approssimativamente il 39% dei circa 1,4 miliardi di crediti messi a disposizione nel periodo di scambio 2008-2012.

La Commissione riassume così questo complesso meccanismo: Restituzioni totali per la fase II delle emissioni (2008-2011): 7.830 milioni (100%); Cer e Eru: 555 milioni 7%; quote assegnate gratuitamente e quote acquistate alle aste (le prime quote per il trasporto aereo saranno offerte all'asta nel corso del 2012): 7.275 milioni, 93%.

La Commissaria per l'azione per il clima Connie Hedegaard ha sottolineato che «Malgrado la progressiva ripresa economica, nel 2011 le emissioni nell'ambito dell'Ets sono diminuite di oltre il 2%, il che dimostra che il sistema sta determinando una riduzione delle emissioni in maniera efficace rispetto ai costi. Questa riduzione dimostra anche che il sistema Ets è ancora la chiave per una crescita a basse emissioni di carbonio in Europa. Tuttavia, le quote inutilizzate sono in aumento. La Commissione, come annunciato il mese scorso, sta riesaminando il profilo temporale delle aste della fase 3 al fine di ridurre il numero di quote messo all'asta nei primi anni di questa fase».

Il secondo anno di comunicazione delle emissioni da parte degli operatori aerei ha visto un elevato livello di partecipazione: «Come nel 2010, quasi tutte le compagnie aeree commerciali che effettuano un elevato numero di voli da e verso aeroporti dell'Unione hanno comunicato le emissioni prodotte nel 2011 entro i termini stabiliti, benché quest'anno tali emissioni non comportassero alcun obbligo di restituzione di quote e la loro notifica non fosse necessaria per fini specifici di regolamentazione. Le compagnie aeree hanno presentato agli Stati membri oltre 1.200 relazioni sulle emissioni del 2011. È stata invece sistematicamente omessa la comunicazione delle emissioni del 2011 provenienti dai voli da e verso aeroporti dell'UE effettuati da compagnie aeree con sede in Cina e in India. Si tratta di 10 compagnie aeree commerciali che effettuano attualmente collegamenti da o verso l'Unione e che rappresentano meno dell'1% delle relazioni sulle emissioni e meno del 3% delle emissioni».

 

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