[11/05/2012] News

La Primavera araba non fiorisce in Algeria: vince le elezioni l'eterno Fronte di liberazione nazionale

Mentre l'Egitto esplode di nuovo e la Siria brucia ancora, la primavera araba sembra essersi ritirata dall'Algeria dopo averla appena sfiorata: il Fronte di Liberazione nazionale (Fln), si è confermato al potere vincendo le elezioni per l'Assemblea popolare nazionale (il Parlamento algerino). Secondo il ministero degli interni algerino il tasso di partecipazione ha raggiunto il 44,38%, molto più del 35,67%  registrato alle passate elezioni amministrative del 2007, ma ancora troppo poco per mostrare un risveglio politico degli algerini che si organizzino per andare oltre le proteste e le ribellioni episodiche.

Il quotidiano El-Khabar scrive che, i risultati preliminari dello spoglio dei voti danno in testa il Fnl, il partito che ha liberato l'Algeria dal colonialismo francese e che poi ha instaurato un regime "socialisteggiante" di partito unico e compiuto un colpo di Stato quando il Fronte di liberazione islamico vinse le elezioni, dando il via ad un bagno di sangue che non è ancora finito.

Al secondo posto si piazza l'Alleanza dell'Algeria verde, composta da tre formazioni islamiche: il Movimento della società per la pace, Ennahda (Rinascita) El Islah (Riforma ), seguito da due partiti di opposizione di sinistra che hanno raccolto la protesta dei giovani della primavera araba e che probabilmente contavano su un risultato maggiore: il Fronte delle forze socialiste (Ffs) ed il Partito dei lavoratori(Pt), al quinto posto dovrebbe essersi piazzato il Rassemblement national démocratique (Rnd), il partito del primo ministro Ahmed Ouyahia.

Durante una conferenza stampa organizzata oggi ad Algeri, Mohcine Belabbas, presidente del Rassemblement pour la Culture et le Démocratie (Rcd) ha denunciato che le elezioni sono state caratterizzate da «Brogli più grossolani che nel passato. Una confusione sia patetica che ridicola». L'Rdc ha denunciato bus carichi di falsi elettori che hanno votato in più seggi, urne riempite con schede già votate e l'aumento del tasso di partecipazione», che in realtà sarebbe solo del 18%. Secondo la Rdc «L'astensione è stata così massiccia e manifesta che alcuni osservatori credevano che, per una volta, sarebbe stato impossibile ricorrere ai vecchi metodi delle urne fraudolente della manomissione delle cifre».

Il destino dell'Algeria e del suo gas e del suo petrolio sembra quindi ancora nelle mani del Fnl, con la vecchia guardia nazionalista ancora saldamente in sella e che ha trasformato questo glorioso movimento di liberazione in una macchina clientelare invischiata in un rapporto incestuoso con l'esercito. Prima delle elezioni il capo del Fnl, Abdelaziz Belkhadem, ha respinto con successo l'attaccio di un gruppo di oppositori interni al partito che insistevano sulla necessità di un suo rinnovamento.

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