[10/05/2012] News

La carta europea per il turismo sostenibile: perché no?

Siamo tutti concordi che i Parchi siano i riferimenti per lo sviluppo sostenibile, i motori per il miglioramento di una economia locale basata sulla valorizzazione delle risorse ambientali oggetto di tutela ma all'atto pratico, nonostante gli sforzi enormi di molti enti gestori, i risultati, in termini ambientali ed economici non sono sempre così evidenti.

Sicuramente in parte è colpa delle scarse risorse finanziarie disponibili e, in parte, della scarsità di personale da adibire ad attività di comunicazione e promozione. In parte, però, è dovuta alla scarsa conoscenza che molti hanno di strumenti di riferimento che possono aiutare gli enti parco a perseguire i propri obiettivi istituzionali con meno fatica e più efficacia comunicativa.

Tra questi strumenti possiamo ricordare l'Agenda 21 locale, la certificazione ambientale ma di particolare interesse per la sua concretezza ed efficacia è la Carta Europea per il Turismo Sostenibile. Adottare la Carta, così come altri strumenti volontari, non vuol dire fare un progetto che in un anno termina, ha il suo documento finale da mettere in biblioteca e ottenere un riconoscimento ufficiale da mostrare al pubblico, vuol dire entrare in un meccanismo che cambia il modo di lavorare per sempre. Vuol dire fare propri i principi e gli strumenti operativi e utilizzarli nella gestione corrente sfruttando le procedure previste dal processo per ottimizzare tutta la propria attività.

La Carta Europea per il Turismo Sostenibile (CETS) è uno strumento volontario a portata europea. E' un processo (derivato dall'elaborazione della Carta Mondiale per il turismo sostenibile sottoscritta nel 1995 a Lanzarote Canarie per applicarla alle aree protette) proposto e gestito da Europarc, la Federazione europea delle aree protette ( www.europarc.org e www.eurparc.it ).

La Carta promuove lo sviluppo, all'interno dei parchi, di un turismo sostenibile basato su strategie e piani di azione condivisi tra tutti i soggetti del territorio, dagli enti pubblici, tra cui l'ente parco, agli operatori turistici e alle agenzie di viaggio. Essa si propone di ottenere, attraverso il turismo, il miglioramento dell'economia di un parco nel pieno rispetto dei limiti imposti dalle esigenze di tutela dei beni naturali e storico-culturali presenti.

E' interessante notare che, pur partendo dal turismo, la CETS permette (e intende) valorizzare TUTTE le attività e le eccellenze presenti nell'area protetta, a cominciare da quelle legate alla filiera agricola, dell'allevamento, della lavorazione del legno e dell'artigianato. La CETS, inoltre, pone particolare attenzione alla valorizzazione dei beni culturali, materiali e immateriali, quindi tradizioni, usi, costumi ecc.

Per applicare correttamente questo strumento è necessario avere un quadro globale dei problemi e affrontare lo sviluppo economico, in chiave di sostenibilità, con una visione d'insieme, anche perché per sviluppo economico la Carta non intende solo l'accrescimento del reddito degli operatori turistici, o di altri settori di attività, ma anche il miglioramento della qualità della vita di turisti e residenti.

Sono pochi gli strumenti di sostenibilità che tengono conto anche della qualità della vita dei residenti, che potrebbero non essere interessati né coinvolti da nessuna delle attività economiche con cui il processo della Carta si interfaccia, ma possono subire conseguenze negative da uno sviluppo incontrollato delle stesse (aumento dei costi dei beni di consumo, sovraffollamento nell'uso dei servizi, restrizioni nella disponibilità del mercato immobiliare, inquinamento ecc.).

La Carta, mettendo al centro dello sviluppo locale e dell'economia del turismo proprio la tutela dei beni ambientali propone il superamento della contrapposizione che viene avanzata spesso tra tutela e sviluppo: la conservazione delle risorse è la motivazione stessa dello sviluppo economico.

Oltre ai principi di base quali 1- "lavorare in partenariato" e 2- " elaborare e realizzare una strategia" gli altri otto principi fondamentali, e per i quali è necessario prevedere azioni specifiche, sono:

3. migliorare la qualità dell'offerta turistica;

4. sviluppare prodotti specifici;

5. accrescere la consapevolezza del pubblico;

6. sostenere la formazione;

7. preservare la qualità della vita dei locali;

8. valorizzare il patrimonio culturale;

9. promuovere lo sviluppo sociale ed economico;

10. controllare i flussi turistici.

La Carta si applica al territorio dell'area protetta e il promotore del processo di adesione può essere indifferentemente l'Ente Parco (come avviene nella maggioranza dei casi) o l'insieme delle associazioni di categoria, le amministrazioni comunali, associazioni culturali ecc. Ciò che conta è che il risultato sia la creazione di una rete tra soggetti pubblici e privati che, tutti insieme, stabiliscano una strategia comune per il turismo sostenibile, definiscano un piano di azioni, almeno quinquennale, in cui ogni soggetto che partecipa individua le azioni che può svolgere per contribuire al successo della strategia comune e, ovviamente, attui ciò che è stato previsto monitorando nel tempo i risultati raggiunti a vantaggio del territorio, sia in tema di miglioramento della qualità delle risorse ambientali, sia di vantaggi sociali ed economici.

Per aderire alla Carta Europea non servono in realtà grandissime risorse esterne per molto tempo, ma vanno individuate quelle specifiche che lavorino molto nella comunicazione, formazione e informazione, che tengano vivo il Forum e raccolgano i dati del monitoraggio.

Non tutte le azioni per il turismo sostenibile devono essere realizzate dall'ente gestore dell'area protetta, ma, poiché il ruolo del parco è, quanto meno, quello di coordinatore e sostenitore dell'iniziativa, l'ente gestore deve impegnare tutta la propria struttura e il proprio personale facendo in modo che le attività da svolgere e le priorità ricadano all'interno degli obiettivi e della strategia della CETS.

Il riconoscimento della Carta dura cinque anni, dopo di che una commissione valuta i risultati ottenuti e l'aderenza tra ciò che è stato fatto e ciò che era stato previsto nel Piano di Azioni e decide per l'eventuale rinnovo per ulteriori cinque anni.

Al di là di alcuni elementi procedurali in comune con altri strumenti volontari, il punto forte della Carta è il FORUM, all'interno del quale vengono gestiti la strategia e il piano di azioni e che è il luogo di discussione e validazione di tanti altri progetti del Parco, tra cui, ad esempio, la gestione del Marchio del Parco.

In Europa sono circa 100 le aree protette che hanno ricevuto il riconoscimento della Carta. Ciò vuol dire che ci sono buone premesse affinché si riesca a costituire una rete tra questi parchi e, di conseguenza, una filiera turistica che scelga come propria meta la rete dei "Parchi con la Carta"

Le aree protette italiane che hanno ottenuto il riconoscimento sono, fino ad ora http://www.european-charter.org/charter-network/charter-areas2 :

I Parchi Italiani che hanno attivato il processo per l'ottenimento della Carta e, presumibilmente, riusciranno a completare il percorso entro un anno sono:

In un periodo di ristrettezze economiche un problema che tutti pongono è "ma quanto costa applicare la Carta"? Come per qualsiasi strumento volontario lo sviluppo delle azioni può essere molto graduale e progressivo. Nulla vieta di impiegare tempi anche lunghi per raggiungere il livello di maturità utile ad ottenere il riconoscimento internazionale. Ciò che conta non è il riconoscimento finale, ma come si imposta il lavoro.

In altre parole, la Carta può essere sviluppata anche con risorse limitate, molto dipende da quante informazioni siano già esistenti rispetto alle condizioni ambientali del territorio e agli aspetti socioeconomici. Dipende anche da come il Parco riesce ad interfacciarsi con gli altri interlocutori presenti sul territorio.

Poiché la Carta è un processo che coinvolge tutti, pubblici e privati, anche gli altri enti territoriali, le associazioni di categoria, Camere di Commercio ecc. possono contribuire allo sviluppo del processo, sia raccogliendo o acquisendo dati, sia dando vita ad iniziative di comunicazione e di gestione dei Forum.

Ne risulta, quindi, che il maggior impegno consiste nel coinvolgimento degli altri soggetti presenti nel territorio così da attivare tutte le forze e risorse disponibili. Anche le azioni finalizzate allo sviluppo del turismo sostenibile, che vanno di pari passo con quelle di miglioramento della qualità delle risorse oggetto di tutela e del territorio in genere, devono essere sostenute da tutti i soggetti che partecipano, ognuno in base al proprio ruolo e fine istitutivo. Alla fine sarà il territorio a giovarsi dell'applicazione dei principi della Carta Europea per il Turismo Sostenibile. A ben vedere è uno strumento pratico e non così difficile da applicare che può dare risultati molto concreti anche a breve termine.

* Lucia Naviglio - Esperto senior in Ecologia

** Francesco Cancellieri - Presidente CEA Sicilia

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