[04/05/2012] News

Il tipografo dell'abete rosso e il global warming. Una ricerca italiana rivela i pericoli per le foreste delle Alpi

Il giornale scientifico statunitense "Climatic Change" pubblica una ricerca italiana ("Climate affects severity and altitudinal distribution of outbreaks in an eruptive bark beetle") nel quale un team del Dipartimento di agronomia animali alimenti risorse naturali e ambiente - Dafnae dell'università di Padova rivela il collegamento tra cambiamento climatico ed aumento di insetti nocivi.

Con i tre autori del Dafnae, Lorenzo Marini, Andrea Battisti e Massimo Faccoli, ha collaborato anche lo statunitense Matthew P. Ayres, del Department of biological sciences del Dartmouth College di Hanover ed insieme spiegano su "Climatic Change": «Si ritiene che il riscaldamento della temperatura e la maggiore frequenza di anomalie climatiche inneschino focolai di bostrico con potenziali gravi conseguenze sugli ecosistemi forestali».

Il gruppo di ricercatori dell'università di Padova ha indagato sugli effetti combinati di fattori climatici e i danni causati alle foreste dal bostrico o tipografo dell'abete rosso (Ips typographus L.), un piccolo coleottero lungo 4 - 5 mm, ma che è uno dei parassiti più distruttivi di foreste di abete rosso europeo, e hanno verificato se le variazioni interannuali subite dall'areale e dalla distribuzione del bostrico, dovute alle modifiche climatiche, abbiano favorito l'esplosione della popolazione della specie.

«Abbiamo analizzato 16 anni di serie temporali nelle Alpi europee di perdita di legname nelle foreste di Picea abies a causa de gli attacchi di I. typographus ed abbiamo utilizzato un "discrete population model" ed un approccio "information theoretic" per confrontare le ipotesi più concorrenti. Il verificarsi di estati secche in combinazione con temperature calde è apparso come il principale fattore abiotico scatenante della gravità delle epidemie. Abbiamo anche trovato un feedback negativo endogena con un ritardo di 2 anni, che suggerisce un ruolo potenzialmente importante dei nemici naturali».

Dalla ricerca è venuto fuori che «i danni al patrimonio forestale per ettaro sono in media 7 volte superiori dove l'abete rosso è stato piantato in luoghi più caldi rispetto a quelli nel suo areale climatico storico. Le estati secche, ma non le temperatura, sono state correlate allo spostamento verso l'alto dell'areale altitudinale. Considerando il potenziale aumento della suscettibilità delle foreste di abete rosso ai focolai di insetti dovuti al cambiamento climatico, c'è un crescente valore nel mitigare questi effetti attraverso una gestione sostenibile delle foreste, evitando che includa la diffusione dell'abete al di fuori del suo areale climatico storico».

Quindi, secondo gli scienziati italiani le scarse precipitazioni e l'aumento delle temperature nelle Alpi hanno indebolito le difese degli alberi contro i parassiti, favorendo inoltre l'ampliamento dell'areale del bostrico verso altitudini più elevate. Secondo i ricercatori «Le scarse precipitazioni a queste altitudini superiori hanno dato ai coleotteri nuove opportunità di trovare indeboliti gli alberi ospiti che, in normali condizioni di pioggia, sarebbe stato meno suscettibili agli attacchi del bostrico». Lo studio evidenzia che gli insetti sembrano rispondere rapidamente ai cambiamenti climatici e che i danni al patrimonio forestale causati deal tipografo dell'abete rosso sono notevolmente aumentati negli ultimi decenni in tutta l'Europa.

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