[23/04/2012] News

Eolico, Organtini (GE) a greenreport.it: «Con regole certe riprenderanno gli investimenti»

«Anche in Toscana necessarie linee guida»

Mentre il nuovo rapporto "Green Growth" presentato dall'European wind energy association (Ewea), dimostra come l'industria eolica rappresenti già oggi un importante fattore di crescita economica e in prospettiva (2020) il suo contributo al Pil possa essere triplicato, con una quota di occupati di 520.000 unità, in Italia il settore tiene ma anch'esso sarà sottoposto ai tagli del decreto sulle rinnovabili che tanto sta facendo discutere. In Toscana poi siamo in una fase di stallo per l'eolico in attesa anche che la Regione individui le aree non idonee per fare gli impianti. A fronte di questo quadro in evoluzione, greenreport ha voluto fare il punto  con Claudio Organtini (Nella foto), responsabile del business eolico per GE Energy in Italia, che tra l'altro ha la sede del centro tecnico commerciale a Firenze.

Partiamo dal quadro internazionale ed in particolare dall'Europa: conferma il buono stato di salute per il settore nel vecchio continente?

«Confermo. Oltre ai mercati ormai maturai e consolidati come ad esempio la Germania, l'eolico è in espansione anche in nuovi mercati come quelli dei paesi del'Europa dell'Est. Da qualche anno GE sta lavorando in Romania con parchi eolici anche di dimensioni importanti per un potenza installata fino a 600 MW. Utilizziamo turbine 2.5 MW che sono macchine leader in Europa e nel mondo. Un altro mercato nuovo molto interessante è quello turco. GE fornirà 31 turbine eoliche modello 1.6-100 per il progetto del parco eolico Tayakadin di Istanbul che produrrà elettricità pulita, generata dal vento, sufficiente a coprire il fabbisogno di oltre 14.000 utenze domestiche».

Questo quadro positivo è trasferibile anche in Italia?

«In generale nel 2011 i dati dell'eolico dicono che il settore tiene, nonostante tutto, ma bisogna dire che i numeri potrebbero essere "drogati" perché si tratta di installazioni per finanziamenti e permessi ottenuti negli anni passati, con ordini del 2008 e 2009. Comunque GE ha installato 350 MW nel nostro paese, in particolare in Sardegna, Campania, Puglia, Abruzzo».

Ma ora è in ordine d'arrivo il decreto sulle rinnovabili che ha mandato in fibrillazione le aziende del settore. Cosa ne pensa?

«In generale è importante che il decreto veda la luce, è oltre un anno e mezzo che lo attendiamo, quindi è importante che ci sia un testo per dare certezze agli operatori. In base ai contenuti ci sarà un po' più di burocrazia e di adempimenti da compiere per le aste. Il passaggio tra il vecchio e il nuovo regime richiedeva una fase di transizione più lunga, magari si poteva andare a regime a fine 2013 e le cose sarebbero sicuramente andate meglio. Vedremo se da questo punto di vista possiamo ancora ottenere qualcosa in fase di consultazione. Poi ci sono gli incentivi più bassi con le indicazioni del governo, ma nessuno può biasimare nessuno, il quadro economico è quello che è».

Al di la del decreto quali sono le altre difficoltà per lo sviluppo dell'eolico in Italia?

«Il problema delle connessioni alla rete e l'eccessiva burocratizzazione: ci vogliono da 3 a 5 anni per ottenere i permessi di installazione. E quindi torno al decreto: ci aspettavamo che gli incentivi più bassi venissero in qualche modo compensati da una riduzione della burocrazia. Così non è stato, per ora, ma il tema comunque deve essere affrontato. Poi c'è da far ripartire la macchina bancaria. I finanziamenti sono in gran parte in project financing, e le banche in un quadro di incertezza si sono fermate. Questo è un altro motivo per cui chiedevamo un tempo più lungo per la transizione al nuovo regime. Comunque siamo ottimisti: in un quadro di regole certe gli investimenti riprenderanno».

Torniamo agli aspetti tecnici. Quali sono le prospettive dell'eolico off shore in Italia, sia il tradizionale ancorato al fondo sia quello cosiddetto flottante su piattaforma galleggiante?

«GE lavora sull'eolico offshore nel Mare del Nord dove il business plan garantisce margini più vantaggiosi, si usano tra l'altro macchine diverse rispetto all'onshore. Ci sono aziende, anche in Italia, che stanno lavorando su offshore tradizionale e pure su tecnologia flottante, ma se parliamo di impiego industriale bisogna guardare al Mare del Nord dove ci sono ventosità adeguate. In Italia spesso si trovano zone a buona ventosità ma a profondità irraggiungibili, o zone a bassa profondità con vento poco significativo. Nel nostro paese io continuerei a puntare sull'onshore perché è meno complicato e perché c'è ancora un enorme spazio per lo sviluppo del settore. E' possibile installare ancora 16 Giga fino al 2020. Tra l'altro il settore non è fermo dal punto di vista dell'innovazione tecnologica. GE ad esempio sta lavorando all'evoluzione di modelli precedenti, puntando sull'efficienza, con turbine che riescono a sfruttare ventosità basse anche di 6 m/sec. Quindi non importa solo la taglia della macchina ma poterla rendere efficiente il che si sposa con la minore disponibilità economica per la connessione».

Veniamo alla Toscana: sono stati installati circa 45 MW ma il vecchio piano energetico ne prevede 300. Ci sono altri 5 impianti approvati da avviare alla realizzazione per un totale di 98 MW circa e poi la Regione sta elaborando delle linee guida per individuare le aree non idonee all'installazione di impianti eolici, rispetto alle quali non tutti sono convinti che serviranno per un rilancio del settore. Come vede la situazione?

«Probabilmente si poteva fare di più ma ultimamente sono stai fatti enormi passi in avanti. Certezze e regole chiare per tutti favoriscono lo sviluppo del settore quindi vedo positivamente le  linee guida anche perché è necessario in Toscana come in altre regioni, porre attenzione all'ambiente».

Come saprà sicuramente l'intento della norma ora in discussione  è quello di favorire gli impianti tendenzialmente più piccoli rispetto a quelli grandi e quelli nelle aree di minor vincolo rispetto a quelli in aree a maggior tutela. A proposito voi avete installazioni in Toscana?

«No, le nostre macchine fino ad oggi non erano adeguate alle ventosità disponibili in Toscana ma ora le nuove turbine 1.6 -100 più efficienti possono anche trovare spazio e mercato all'interno delle nuove regole che saranno emanate».

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