[20/04/2012] News toscana

Recupero Costa Concordia: Livorno o no, purché ci sia sostenibilità negli interventi

Chiusa la (tremenda) pagina del recupero delle vittime, per la vicenda del naufragio della Costa Concordia si apre la fase della rimozione del trasferimento del relitto in un porto per la sua riparazione o dismissione. Ancora non è chiaro il destino della nave: verrà "restaurata" o demolita? La partita, al di là di tutti gli aspetti tecnici e economici, rimane ancora di carattere ambientale. Secondo Fabrizio Nelli, direttore tecnico della Gestione Bacini spa, consorzio livornese di aziende del settore navale che si è candidato a gestire la fase delle riparazioni a Livorno, gli scenari sono molteplici.

"La Concordia, sempre che possa essere rimossa senza essere smembrata al Giglio, potrebbe essere rimessa in funzione ma non è esclusa, una volta salvato il salvabile, la demolizione. Tutto dipende dalle condizioni dal relitto e da cosa decidono le assicurazioni. Il nostro bacino di carenaggio, il più grande di tutto il Mediterraneo, può essere la struttura ideale. Noi possiamo essere pronti nel giro di pochi mesi e possiamo affrontare qualsiasi genere di operazione anche se nel caso di una demolizione, una volta effettate le riparazioni allo scafo, è possibili che entrino in gioco paesi non appartenenti all'Unione Europea come i paesi dell'Asia del Sud", ha spiegato Nelli.

Svuotati i serbatoi e messo in sicurezza lo specchio marino interessato, il grosso, in materia ambientale, rimane dunque ancora da fare. Il presidente della Regione Enrico Rossi si è espresso  sostenendo l'ipotesi che la rimozione deve essere eseguita lasciando integro lo scafo e sfruttando il porto di Livorno, il più vicino alla zona del disastro.

Le alternative allo scalo labronico, secondo alcune indiscrezioni provenienti dal settore delle riparazioni navali, sono Genova, Palermo, ma anche Marsiglia. Ipotesi che comporterebbero viaggi di trasferimento del relitto più lunghi rispetto a quello verso il porto toscano con crescita delle criticità. In qualsiasi porto verrà portata la Concordia, l'operazione si preannuncia comunque complessa e non priva di difficoltà.

Sempre secondo Nelli, solo la gestione dei rifiuti richiederà una serie di interventi mirati alla selezione dei rifiuti. "Ci sono plastiche, sintetici, legno e nell'eventualità di una demolizione c'è l'acciaio dello scafo. Una parte dei materiali credo venga recuperata dalle assicurazioni, ma molto andrà gestito dalle ditte specializzate presenti all'interno del nostro consorzio", ha spiegato Nelli.

"Ora dobbiamo capire quali sono le intenzioni. In ogni caso, sia per le riparazioni, che per un eventuale dismissione, siamo in grado di poter lavorare sulla Concordia", ha spiegato Nelli, direttore tecnico della Gestione bacini. "E' una grande opportunità per la città e una grande sfida. Solo rimuovere gli interni, sarebbe come se si dovesse dismettere 100 alberghi", spiega Nelli. E comunque vada, l'ambiente e la sostenibilità (ambientale e sociale) sarà sempre in primo piano.
Proprio di recente la Commissione europea ha chiesto di "migliorare le pratiche di demolizione navale nel mondo".

"La nuove regole, che assumeranno la forma di regolamento, propongono, per le grandi navi mercantili per la navigazione marittima battenti bandiera degli Stati membri dell'Ue, un sistema di controllo, certificazione e autorizzazione che ne abbraccerà l'intero ciclo di vita, dalla costruzione all'esercizio fino al riciclaggio", ha scritto la Commissione. Secondo le statistiche, nel 2009, più del 90% delle navi europee è stato demolito al di fuori dell'Ocse con attrezzature e sistemi non conformi agli standard.

"Siamo estremamente contenti - afferma il direttore della Cna Marco Valtriani - che il governatore della Toscana Enrico Rossi appoggi la candidatura del bacino grande del porto di Livorno, già avanzata dalle nostre imprese e dalla Cna, per l'intervento sulla Costa Concordia, e sollecitiamo anche le altre istituzioni a riflettere sulla questione e a pronunciarsi apertamente. L'impatto a livello economico e di immagine sarebbe elevato, mentre sarebbe ridotto al minimo quello negativo di carattere ambientale (pensate, come abbiamo già sostenuto, al rischio di far compiere al relitto tragitti assai più lunghi verso altri porti).

Livorno è assolutamente in grado di gestire al meglio l'impresa: la Gestione Bacini spa, che ha radunato in sè le principali aziende con decenni di esperienza nella cantieristica e nelle riparazioni navali è pronta a mettere il bacino grande in muratura nuovamente in funzione allo scopo nei tempi necessari".

 

Insomma la "vicenda ambientale" della Costa Concordia non è ancora conclusa e, per evitare altri disastri, la sostenibilità (non solo economica!) degli interventi deve essere in primo piano.

 

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